Come viveva una quindicenne ai tempi di Marco Aurelio? Lo scopriamo seguendo la storia di Cecilia, protagonista indiscussa, che dà il titolo a un romanzo estremamente raffinato di Linda Ferri.
Uscito per la prima volta nel 2009 e dall'ottobre 2025 disponibile in una nuova edizione dopo un'attenta riscrittura, Cecilia ci immerge fin dal principio negli usi e nei costumi del II secolo d.C., testimoniando la fine di quello che è passato alla storia come il "secolo d'oro" dell'Impero romano. Crisi economica, pestilenze, carestia, complotti e congiure sono ben presenti, anche se a guardarle è appunto un'adolescente in età da marito, appartenente a una famiglia agiata. Suo padre, che per tanto tempo ha esercitato con amore la professione medica, è stato rinnovato come prefetto dell'Annona e continua ad amministrare le sue terre: ha ormai poco tempo per fare ciò che più ama, complice la lunga fila di clientes fuori dalla porta a tenerlo impegnato. La madre di Cecilia, Lucilla, è invece profondamente sofferente perché non riesce più a portare a termine una gravidanza. Sulla famiglia pesa, oltre a questo dolore, il lutto per altri fratelli e sorelle di Cecilia che hanno perso la vita prematuramente. Su tutti, Annia, la sorellina morta di febbre (probabilmente dovuta alla peste) quando era ancora bambina.
È questo il contesto in cui Cecilia si forma, coccolata dalla sua nutrice, Carite, e invece educata e anche rimproverata dal suo istitutore, lo schiavo Telifrone. Musica, letteratura, storia, filosofia sono le materie predilette con cui Cecilia fa i conti: l'epica le risuona nelle orecchie, così come una certa letteratura "proibita" in cui noi lettori riconosciamo i grandi nomi che sono arrivati fino a noi. E fa piacere immaginare quelle parole scritte su papiri tenuti in un baule segreto, dal quale la giovanissima Cecilia trae insegnamenti sull'amore.
Se il destino di Cecilia è sposarsi – e lei lo sa bene –, l'obiettivo è procrastinare il più possibile il momento in cui dovrà abbandonare la sua famiglia, la sua casa, Carite e Telifrone. La sua paura di crescere è universale e travalica i secoli, così come quei riti di passaggio che hanno reso Cecilia una donna, dal primo mestruo alla fine dei giochi infantili. Ad attenderla c'è trovare un marito e poi la prima notte di nozze. Tutti momenti fondativi su cui Cecilia ottiene informazioni dalle amiche: molte di loro sono già sposate e quindi le rivelano di nascosto ciò che l'attenderà. L'autrice approfitta di queste chiacchiere tra coetanee per trattare temi fondamentali che riguardano la vita di una giovane donna di origine nobile a Roma: su tutti, il matrimonio come contratto sociale, che spesso fa stringere alleanze politiche ed economiche, rafforza i legami tra le famiglie, a dispetto della differenza di età tra i coniugi o della rispettiva ripugnanza o indifferenza. Accettare il marito che la famiglia decide per te fa parte delle regole di base che ogni ragazza romana deve apprendere. Non serve l'amore. Quello, semmai, può essere riservato all'amante. E il tradimento è diffusissimo e nessuno si stupisce più.
Mentre Cecilia cresce, la seguiamo in questo suo cammino di affermazione sociale, facciamo la conoscenza di suo marito, del suo corpo, di ciò che alla protagonista piace e ciò che invece glielo fa apparire lontano, inattingibile. Scopriamo che ci si può sentire molto sole, mentre il marito è fuori casa, e che le giornate di una giovane sposa sono lunghissime. Almeno finché non si affaccia una luce, ed è la luce del cristianesimo, la religione che sta prendendo sempre più piede nell'Impero, tollerata da alcuni e malvista da altri, soprattutto per il principio di uguaglianza che unisce tutti i fedeli, a prescindere dal sesso, dallo stato sociale, dall'istruzione,...
Seguire la vita di Cecilia significa incontrare la grande Storia e quella più minuta di una biografia che, scopriremo strada facendo, non è stata inventata da Linda Ferri. L'autrice, semmai, le ha ridato vita con un'affabulazione che non si abbandona mai alla mera invenzione, ma che fa della ricerca e dello studio storico una base sicura da cui staccarsi poco. Il verosimile è quanto Linda Ferri si concede, senza stravolgere la verità storica.
Non è il ritmo serrato a caratterizzare Cecilia, ma sono l'attenzione al contesto storico-culturale e artistico dell'epoca, la profonda introspezione e la delicata vicenda di coraggio che viene raccontata ad attirare l'attenzione dei lettori. Eleganza formale, rimandi colti (ma non oscuri) alla letteratura latina, fitti dialoghi che ben si inseriscono nel tessuto descrittivo e narrativo della prosa: Cecilia è un romanzo molto equilibrato, che restituisce un'epoca intera, non solo la vita della sua protagonista.
GMGhioni
.png)
Social Network