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Via da questo mondo, per realizzare i propri sogni di cambiare il futuro: "La mia ragazza su Marte" di Deborah Willis

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La mia ragazza su Marte
di Deborah Willis
Bollati Boringhieri, gennaio 2024

pp. 396
€ 19 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


«Perché? chiesi. Perché Marte? Perché Adesso?
Perché voglio vedere la Terra dall'alto!
Perché è un'opportunità incredibile!
Perché è la prima missione nel suo genere!» (p. 32)

Immaginate un pianeta Terra simile al nostro, dove il cambiamento climatico è sempre più rapido e l'allarme sul futuro della biodiversità e della vita stessa si fa più urgente di giorno in giorno. Immaginate che un potente miliardario decida di finanziare MarsNow, un reality a dir poco fantascientifico, con sfide ad alto rischio per selezionare attraverso il televoto i futuri partecipanti a una missione spaziale per... popolare Marte! Immaginate infine che la vostra ragazza, senza dire nulla, si iscriva alle preselezioni del programma, le passi e partecipi quindi alla prima stagione di MarsNow. Come vi sentireste? 

Dimenticavo: nel contratto di oltre centosettanta pagine è previsto che i due membri dell'equipaggio che partiranno nella seconda stagione rischino il tutto e per tutto in un viaggio a senso unico. Infatti, la tecnologia fa già fatica a prevedere l'atterraggio su Marte; un viaggio di ritorno sulla Terra è impensabile per varie ragioni, a cominciare dalla deprivazione di gravità che per molto tempo toglierà calcio alle ossa dei Marzionauti, rendendo loro impossibile tornare alla vita di prima. Ecco, ora posso ripetere la domanda: come vi sentireste? 

Quando Amber decide di partire e lasciare la Terra, perché qui non può fare più niente e vuole portare le sue conoscenze da biologa su un nuovo pianeta, Kevin resta completamente imbambolato. Stanno insieme da quattordici anni, hanno attraversato le tappe fondamentali della vita, Amber ha consolato Kevin dopo la morte di sua madre, insieme hanno coltivato amorevolmente le loro piante di marijuana e avviato un mercato piuttosto promettente. E ora? A trentun anni, dopo aver condiviso esperienze molto diverse, Amber ha deciso di gareggiare, col rischio o la speranza di partire, un giorno, per sempre in una missione potenzialmente suicida. Già, ma si tratta di rischio o di speranza? In fondo, è tutta questione di punti di vista

E i punti di vista sono fondamentali in questo romanzo, che si avvia come una commedia fantascientifica, inizialmente più concentrata sull'aspetto delle relazioni che sulla ricerca astronomica. Kevin e Amber si alternano come io-narranti della vicenda: ognuno gestisce il proprio capitolo portando avanti ricordi, pensieri, recriminazioni, speranze e desideri. Così è possibile a Deborah Willis dare profondità ai suoi personaggi e mostrare quanto, nonostante tutti gli anni insieme, non abbiano mai discusso del loro futuro. 

Da un lato, c'è Amber, una sportiva che è arrivata a un passo dalle Olimpiadi e la ferita di aver dovuto rinunciare al suo sogno brucia ancora; specializzata in colture idroponiche, Amber è ambiziosa e idealista, desidera cambiare il mondo vivendo in modo sostenibile e, quando sente di non farcela più, pensa che potrebbe essere utile altrove, su Marte, per dare inizio a una missione straordinaria. Viene da chiedersi in più punti quanto ad animare Amber siano i desideri di migliorare il mondo e quanto la volontà di avere un riscatto personale e scuotersi dalla sua vita così monotona e ripetitiva, priva di una meta. 

Dall'altro lato, Kevin è un trentenne bloccato: una volta che ha trovato un modo per pagare l'affitto attraverso la vendita di marijuana, è disposto a restare per sempre in quell'appartamento nel seminterrato dalla temperatura e dall'odore insopportabili. In fondo, con Amber accanto, un po' di fumo nella pipa e un paio di buoni amici appresso, sente di non avere alcuna necessità di lasciare casa. Non sembra dare molta importanza al frequente calo di desiderio, alla ripetitività delle sue giornate né all'assenza di piani per il futuro. 

Forse MarsNow arriva così, come l'occasione perfetta per fuggire in grande stile dalla monotonia di una storia paludata. Certamente offre ad Amber un incentivo per rimettersi in forma, individuare un obiettivo preciso e staccarsi dalla sua pipa da fumo e da quel divano, detto amichevolmente "Voyager", su cui ha consumato ore d'amore, ma anche tanta frustrazione. Per Kevin invece la scelta di Amber è un fulmine a ciel sereno, soprattutto quando si rende conto che quell'idea non è solo una boutade, ma prende via via forma, rischiando di diventare realtà. E lui dovrà restare a guardare la sua fidanzata sullo schermo, mentre lei gareggia con aspiranti astronauti che la corteggiano, davanti agli occhi benpensanti di tutto il mondo. 

Se, come dicevo, inizialmente La mia ragazza su Marte ha il tono e il ritmo di una commedia brillante, un po' estrema, in cui si chiede al lettore di immaginare di continuo possibili svolte narrative a partire dall'interrogativo "what if...?", dopo la metà la storia prende una piega più problematica. Deborah Willis, che già aveva approfittato della narrazione per infilare considerazioni sul presente in progressiva rovina, lavora abilmente sulla critica del mondo mediatico, in particolare sul funzionamento dei reality e dei social network. Attraverso reazioni iperboliche degli spettatori davanti a episodi della prima stagione di MarsNow, ad esempio, rileva quanto i confini del rispetto sociale siano facilmente valicabili online e quanto i protagonisti dello show non siano altro che pedine pilotate da un copione nascosto a loro, ma ben chiaro agli organizzatori del reality. 

L'imperativo categorico è fare soldi attraverso il successo del programma e la fama dei suoi Marzionauti, ma questo come può conciliarsi con gli ideali di Amber? Kevin, che si sente abbandonato dalla donna che ama, fatica a riconoscere nei compromessi della sua ragazza la sua antica integrità morale. E da qui Willis sviluppa una tutt'altro che approssimativa analisi dei rapporti sociali, rilevando quanto sia ampia la distanza tra l'idea che abbiamo dell'altro e come l'altro sia veramente. 

Se all'inizio di La mia ragazza su Marte ci troviamo più volte a sorridere per le intuizioni dell'autrice, più passano le pagine e più ci preoccupiamo; quindi, verso la metà intuiamo che il romanzo sta via via acquisendo profondità. Dove ci porterà? Lo scopriremo seguendo un sogno che potrebbe infrangersi in molti modi, verso un esito tutt'altro che scontato. 

GMGhioni