in

Un libro cult per chi ama scrivere: Kundera racconta cos'è il Romanzo europeo e dove sta andando

- -


 

L'arte del romanzo
di Milan Kundera
Adelphi, ottobre 2023

Traduzione di Ena Marchi

pp. 168
€ 12 (cartaceo)
€ 6,99 (e-book)


Riedizione di un saggio ormai cult di Milan Kundera, L'arte del romanzo è quasi una tappa obbligata per chiunque scriva, legga o si interessi alla critica letteraria, specie se riferita alla forma narrativa del Romanzo. Scrivo Romanzo con la R maiuscola perché di questo parla l'autore, «di quella creatura singolare, imprevedibile e grandiosa che è il romanzo europeo»
Sette testi slegati ma ugualmente uniti da un unico tema, l'analisi della nascita, dell'evoluzione e dello stato del romanzo, nonché della sua "salute", prendendo in esempio grandi penne della letteratura mondiale, con un accento particolarmente appassionato su Broch e Kafka.
Lo spirito del romanzo è lo spirito di complessità. Ogni romanzo dice al lettore: «Le cose sono più complicate di quanto tu pensi» [] Lo spirito del romanzo è lo spirito di continuità: ogni opera è la risposta alle opere che l'hanno preceduta, ogni opera contiene tutta l'esperienza anteriore del romanzo. Ma lo spirito del nostro tempo e concentrato sull'attualità, che è così espansiva, così ampia, da escludere il passato dal nostro orizzonte e ridurre il tempo al solo attimo presente. Preso in questo sistema, il romanzo non è più opera (cosa destinata a durare, a congiungere il passato all'avvenire), ma un avvenimento di attualità come tanti altri, un gesto senza domani (p. 29-30)

Saggio, vocabolario, intervista, critica letteraria: questo volume racchiude varie forme narrative per cercare di capire l'importanza nel mondo, non solo culturale e letterario, del romanzo, e per spiegarci anche come vengono costruiti i libri dell'autore, da L'insostenibile leggerezza dell'essere a Lo scherzo, da La lentezza a Amori ridicoli (che è una raccolta di racconti): sviscerando e spezzettando chirurgicamente i propri personaggi e le proprie tecniche di scrittura, Kundera dà vere lezioni sull'arte di partorire un romanzo che valga la pena di essere chiamato tale. Per questo motivo, è ugualmente consapevole dei pericoli a cui va incontro nel nostro mondo contemporaneo.

E noi adesso sappiamo come muore il romanzo: non scompare, ma la sua storia si arresta, e dopo non rimane altro che il tempo della ripetizione, in cui il romanzo riproduce la sua forma svuotata del suo spirito. La sua è dunque una morte dissimulata, di cui nessuno si accorge e che non scandalizza nessuno (p. 26)

M.K.: Da sempre costruisco i miei romanzi su due livelli: al primo livello, creo la storia romanzesca; al di sopra di questa, sviluppo alcuni temi. I temi vengono ininterrottamente elaborati nella e dalla storia romanzesca. Laddove il romanzo abbandona i suoi temi e si accontenta di raccontare la storia, diventa piatto (p. 93)

Molto importanti e dense le parti dedicate a Broch e alla sua opera I sonnambuli e a quel genio che era Franz Kafka: analizzando per filo e per segno i due autori ci dice molto anche su come crede sia giusto rendere un romanzo più valido, come costruire meglio un passaggio o come rendere vivo un personaggio. Per chi scrive, che siano romanzi, racconti, saggi, questo volume è imprescindibile.
Certo, c'è anche molto dell'autore stesso: dall'ossessione per il numero sette al motivo per cui Tomáš, Tereza, Sabina e Franz sono stati pensati in una certa maniera e non in un'altra, dalle manie di controllo su tutte le traduzioni dei suoi volumi all'amore per la musica, inserita tra le righe dei suoi romanzi, Kundera ci apre, con un tono erudito e colto, il mondo magico della scrittura.
In chiusura, un dizionario di parole-chiave, molto care all'autore, che tornano e ritornano sia in fase di ideazione che di stesura vera e propria di una storia: kitsch, Europa, ritmo, Tempi Moderni, e tante altre.
C'è molto da imparare da uno degli scrittori più importanti e famosi dei nostri tempi, soprattutto per chi ha amato i suoi romanzi effimeri ma profondissimi.

Deborah D'Addetta