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Maali e un tempo di sette lune per scoprire chi l'ha ucciso: le contraddizioni di un uomo e di un Paese come lo Sri Lanka

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Le sette lune di Maali Almeida
di Shehan Karanutilaka
Fazi Editore, giugno 2023

pp. 472
€ 20 (cartaceo)
€ 10,99 (e-book)


Su questo libro, vincitore del Booker Prize 2022, è stato fatto ogni paragone possibile: Bulgakov, Rushdie, Marquez, Grass, Christie. Io, senza nulla togliere ai confronti, credo che questo sia un libro unico nel suo genere e, per questo, non facile, soprattutto per i lettori che non hanno alcuna familiarità con i miti, la politica, la cultura e le contraddizioni di un paese come lo Sri Lanka (io, ad esempio).
L'autore, Shehan Karanutilaka, è nato nel 1975 proprio nello Sri Lanka, precisamente a Colombo, la città in cui è ambientato il suo romanzo, nell'anno 1990: Maali Almeida, fotografo freelance di guerra e degli orrori più indicibili, si sveglia morto in una sorta di limbo governato da Aiutanti che smistano le anime. Gli viene detto che ha sette lune, ovvero sette notti, per capire com'è morto e per mano di chi. 
Il MacGuffin pare essere una scatola piena di fotografie che possono far saltare un intero Paese.
La scatola è bianca, con nomi di carte da gioco scritti a pennarello rosso e nero. I titoli formano una scala massima del poker: Asso di Quadri, Re di Fiori, Regina di Picche, Fante e Dieci di Cuori. (p. 156)
Ogni figura rappresenta una persona della vita di Maali e, a quanto pare, tutti vogliono metterci su le mani. Forse tutti tranne lo stesso Maali, perché lui sa che tra quelle foto ci sono delle potenziali "bombe" distruttive, non solo su un piano politico, ma anche - e soprattutto - su un piano personale. 

In forma di spirito fluttuante, seguirà le voci che pronunciano il suo nome e condurrà le sue indagini parallele a quelle delle autorità ufficiali. Contemporaneamente, scopriamo anche di più sul suo temperamento: fotografo d'assalto, giocatore d'azzardo, gay lussurioso, traditore senza pentimento. Tante le colpe che gli vengono attribuite, nelle quali lui si riconosce completamente.

Ovviamente, nel corso della narrazione, verrà disturbato in ogni modo possibile: ghoul, mostri, fantasmi, spiriti, Aiutanti che cercano di condurlo fuori dal "Mezzo", il libro è colmo di anime tormentate che saturano il mondo dei vivi senza che questi se ne rendano conto; alcuni di loro possiedono persino il potere di sussurrare e di indurli a compiere determinate azioni.
Anche Maali vorrà acquisire questa capacità perché ha bisogno che DD e Jaki, le due persone che più ama al mondo, mettano le mani su quella scatola prima di chiunque altro.
La data che torna continuamente è il 1983. Cosa è successo in quell'anno? Perché le fotografie che Maali ha scattato durante il genocidio dei Tamil (uno sterminio realmente accaduto) in quei dodici mesi sono così cruciali, così orrende?
La donna in salwar rosa cosparsa di benzina. Il ragazzo nudo circondato da demoni danzanti. Una casa in fiamme a Wellawatte, con volti incollati alle finestre. Queste foto sono state pubblicate, e le conoscono in molti. Poi arrivano quelle giudicate troppo cruente [...] Il bambino e la madre presi a bastonate, il bimbetto col braccio rotto, il tizio che affonda la mannaia nel fianco di un vecchio. (p. 165)
L'autore non risparmia in dettagli e inoltre, uno dei motivi per cui ha vinto il Booker Prize, narra in modo audace e sottilmente satirico le diverse fazioni in guerra all'interno del Paese - Tigri Tamil, LTTE, JVP - nonché il governo, i militari e la polizia dello Sri Lanka; non esita a criticare il ruolo svolto dai Paesi stranieri e dalle organizzazioni internazionali che hanno offerto interventi e aiuti in quegli anni, e a snocciolare, qua e là, descrizioni dei disordini politici, della violenza e della corruzione nel Paese devastato dalla guerra civile in quegli anni.

La narrazione è tenuta dalla seconda persona, una scelta originale e non facile, e salta avanti e indietro tra il presente nel mondo vivente e quello "di Mezzo", con flashback della vita professionale e personale di Maali che ci informano sugli eventi che hanno portato alla sua morte. Scopriamo così gradualmente i dettagli della sua vita attraverso le persone che cerca di attirare a sé, ma incontra anche molte delle vittime morte che veniva pagato per fotografare: il contrasto caratteriale del protagonista - che ha davvero un'attrattiva potente - sta tutto qui, nel non capire mai se sia effettivamente un personaggio buono o cattivo.

Si tratta di un testo politicamente scorretto, impregnato di humour nero, fa ridere, sorridere, fa pensare, inorridisce, tuttavia non è facile da leggere: ci vuole un po' prima di entrare in confidenza con i nomi dei luoghi, delle persone, delle varie fazioni politiche, nonché con tutto ciò che riguarda una cultura praticamente a noi sconosciuta come quella singalese.
A chi consigliarlo allora? Magari a chi ha già letto Passaggio a Nord di Anuk Arudpragasam, autore tamil che ci parla di un similare viaggio nella memoria, con un protagonista ugualmente queer, oppure Lincoln nel Bardo di Saunders, che mette in piedi un limbo quasi dantesco.

Deborah D'Addetta