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"Gli unici indiani buoni" di Stephen Graham Jones: una caccia senza fine, in cui la forza della natura sconfiggerà la crudeltà umana, ripagandola con la stessa moneta

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Gli unici indiani buoni


Gli unici indiani buoni
di Stephen Graham Jones
Fazi Editori, maggio 2023

Traduzione di Giuseppe Marano

pp. 320
€ 18,50 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

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Una caccia all’animale spietata, questo lega Lewis, Gabe, Ricky e Cassidy, quattro giovani indiani cresciuti insieme in una riserva ai confini col Canada. Una caccia che ben presto si tramuta in qualcos’altro e comincia a perseguitarli.


Ricky è morto per una rissa fra ubriachi; secondo la versione ufficiale, sono trascorsi dieci anni ma quel mistero riemerge, insieme ai sensi di colpa e non solo. Lewis è il primo che comprenderà che quello che hanno fatto, anni prima, ha un prezzo, ed è arrivato il momento di pagarlo. Cassidy e Gabe non hanno mai lasciato la riserva, ma il destino li sta cercando.


In questo thriller che si tinge di horror, il tema della colpa è quello che sorregge tutto il romanzo. Una colpa atavica, che, se da una parte è camuffata dalla voglia di staccarsi dalla propria terra, dall’altra è efficacemente descritta come un voler rinnegare le proprie origini, non solo scappando dalla riserva indiana - cosa che riuscirà a due dei quattro protagonisti -, ma peggio, profanando tutto ciò che è sacro, in primis la vita.


Quando i quattro giovani decidono di cacciare, il giorno del Ringraziamento, in una parte in cui vige il divieto di caccia, all’interno della riserva, innescano un processo senza possibilità di redenzione. 

Lewis annuisce, incassando il colpo, e si butta un’altra volta a capofitto in quella storia, iniziando da come e quando aprì il ventre di quella giovane wapiti, quando affondò la lama in quella bestia che non sapeva di essere morta, e di come sulla neve si riversarono le sacche del latte. (p. 92)

L’uomo e l’animale, gli indiani e i wapiti (enormi mammiferi che assomigliano ai cervi), la vita e la morte che si incrociano e si invertono e tutto ciò che in quel giorno era morto, torna a tormentare le vite di chi ha ucciso. Una lotta ai confini dell’incredibile, per riportare ogni cosa la proprio posto. Ci saranno omicidi, spargimenti di sangue molto cruenti, una vera e propria caccia all’uomo.


Il limite è dato solo dalla generazione nuova, quella che può ancora fermare il massacro, può comprendere e ristabilire l’ordine. Come in un grande finale a sorpresa, a giocarsi tutto sarà una giovane donna, che deve vincere la partita a basket della sua vita, salvando tutti e tutto.


Surreale, crudo, umanissimo e bestiale allo stesso tempo, questo libro di Graham Jones ha già conquistato tanti pareri favorevoli, tra cui quello di un maestro del genere come Stephen King. Vale la pena leggerlo, per fare un tuffo dentro un genere horror che diventa pretesto, come spesso accade, per parlare dell’orrore quotidiano, del bisogno di annientare l’altro, della perdita delle radici e della memoria collettiva, scritto da chi quel mondo lo conosce da vicino e non dimentica di essere un Nativo americano della tribù dei Piedi Neri.


Samantha Viva