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#PercorsiCritici - n. 36 - Uno sguardo al passato: libri sull'infanzia per ricordare gli anni della gioventù

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Uscito da pochissimo (16 maggio), Genitori cercasi di Andrea Vitali è una dolceamara favola sull'amore genitoriale e sulle conseguenze che esso può causare se non profondamente sentito. Infatti, il protagonista, Velarus, un bambino figlio di una affermata coppia di affaristi senza tempo né desiderio di diventare madre e padre, ha vissuto a lungo nell'ombra, fino a diventare sempre più trasparente e infine invisibile. Quali pieghe prenderà la storia? Come farà Velarus ad andare a scuola, studiare, farsi degli amici, insomma, percorrere tutte le tappe di un fisiologico processo di crescita? Ironico al limite del comico e in taluni punti dissacrante, l'ultimo romanzo di Vitali porta con sé una lezione agrodolce sull'importanza dell'amore genitoriale e dei danni - quasi metaforici - che esso porta con sé quando non c'è. Una sentenza chiara soprattutto nel finale, capace di colpire e intenerire anche le anime più restie alla commozione.

Partendo da quest'ultima bella uscita, ci siamo chiesti quali altri libri a tema infanzia fossero meritevoli di entrare in una puntata del nostro ormai consueto appuntamento con i #PercorsiCritici. Frugando nel nostro sito, abbiamo trovato alcuni suggerimenti che ci sembrano stimolanti.


Se, prendendo spunto proprio da Genitori cercasi, parliamo di libri che raccontano di un dolore infantile derivato da una assenza di amore genitoriale, non si può non citare Un bene al mondo (Einaudi, 2018) di Andrea Bajani, anche se quest'ultimo è di tutt'altro impianto ed è decisamente lontano dall'ironia e dalla comicità dell'ultimo Vitali. Nel libro si racconta, anche qui con un approccio fantastico, di un bambino che prova un profondo dolore e che, nella sua ingenua fanciullezza, non riesce a nascondere, portandolo sempre con sé, invisibile ma onnipresente, come se fosse un animaletto domestico. Solo una bambina è capace di avvicinarcisi e prendersene cura, in un moto d'affetto che risana almeno un po' le ferite nascoste. Durante la lettura vediamo i due piccoli protagonisti avventurarsi alla scoperta del mondo, con la consapevolezza che quel dolore va elaborato, gestito, curato.

Di un altro tipo di assenza si parla invece in Sono difficili le cose belle (Harper Collins, 2022), di Matteo Nucci. Studioso dell'antichità e autore di diversi bei saggi sul mondo greco-romano, Nucci ha saputo in questo libro, scritto per rincuorare le sue figlie in occasione della triste occasione della morte della nonna, elaborare una vicenda toccante che vede una nipote entrare in contatto con quella che era per lei un'imprescindibile figura di riferimento e che credeva - dopo la dipartita - essere persa per sempre. Leggendo il libro scopriamo che non è così, e in un contesto sempre fantastico ma in questo caso quasi onirico, la bambina accoglie in sé la lezione più importante: chi abbiamo amato abita il nostro cuore per sempre.

Se la bambina protagonista del libro di Nucci è costretta ad affrontare la dolorosa perdita di una persona cara, Luca di Le balene mangiano da sole (Feltrinelli, 2021) deve invece ricostruire una figura che non ha mai visto, ovvero quella di suo padre. In una Napoli dei giorni nostri, fervente e caotica, Rosario Pellecchia ambienta una dolcissima storia di amore genitoriale non consueto, in cui Genny, giovane rider, si ritrova una sera - per una serie di coincidenze - a mangiare pollo fritto e guardare il Napoli in compagnia di un ragazzino a cui ha appena portato la cena. Quell'episodio sarà per Luca determinante per intuire - seppur lontanamente e in maniera piuttosto vaga - cosa possa significare la presenza di un padre nella propria vita e sarà così che si avvicenderanno una serie di eventi che porteranno il bambino a scoprire la reale identità del proprio genitore...

Sempre in Campania, ma diversi decenni prima, è ambientato l'esordio di Il treno dei bambini (Einaudi, 2019): un romanzo in cui si racconta la storia di un bambino di sette anni, Amerigo, la cui madre decide di aderire al progetto di solidarietà organizzato dal Partito Comunista. Così Amerigo sale su un treno diretto al Nord: lì troverà un mondo totalmente diverso, così come completamente differente sarà Derna, la sua madre affidataria, capace tuttavia di dargli non solo una certa stabilità economica ma anche una solida presenza a cui affidarsi. Leggendo il libro, seguiremo Amerigo durante la sua vita, fino a quando, ormai adulto, tornerà nei luoghi in cui è nato, con sentimenti contrastanti.

Se Il treno dei bambini ci apre le porte della Napoli del dopoguerra, raccontandoci non solo la vicenda di Amerigo ma dandoci anche un ritratto realistico della città ai tempi, Senza coda (Feltrinelli, 2017) di Marco Missiroli sposta il suo sguardo un po' più a sud, svelandoci la mafia vista con gli occhi di un bambino: Pietro non sa cosa celino le buste chiuse che lui e il suo amico devono portare (con l'obbligo ferreo di non aprirle) al padre di Luigi, tuttavia capisce che c'è qualcosa di strano. Un mondo che ancora non conosce presto gli si svelerà in tutta la sua sconvolgente violenza e verità...

La storia di Pietro si avvicina un po' a quella di Io non ho paura, celeberrimo romanzo di Niccolò Ammaniti, da cui poi è stato tratto anche un fortunato film, in cui un bambino scopre un segreto, inimmaginabile e indicibile, sulla sua famiglia, in un susseguirsi di vicende che segnano per il ragazzino l'ingresso nell'adultità. Di ben altro impianto, ma ugualmente incentrato sulla storia di un bambino che valica il confine dell'età adulta, è Il sentiero dei nidi di ragno, di Italo Calvino (1947), un romanzo indimenticabile, inserito a buon diritto nella rosa dei classici senza tempo, e che si configura come uno straordinario dipinto della resistenza e della complessità della crescita.

Di ben altro spirito e molto più leggero è Il mare dove non si tocca (Mondadori, 2017), di Fabio Genovesi, in cui un ragazzino, Fabio, cresce circondato di personaggi strambi e folkloristici, fuori dalle righe e dalle convenzioni, alle prese con una leggenda decisamente particolare della sua famiglia: gli uomini che non si sposano entro i quarant'anni... ammattiscono! E se fosse anche il suo caso? Bisogna correre ai ripari? Ironico e spumeggiante, è una lettura divertente, ma con alcuni tratti commoventi, per l'estate.

A chiusura di questa carrellata variopinta, in cui vi abbiamo presentato libri anche molto diversi tra loro, inseriamo un protagonista atipico, che vive in maniera piuttosto intensa un aspetto che finora non abbiamo visto molto - se non per niente - nei romanzi precedenti, ovvero la fede religiosa. Leone (Einaudi, 2018) è un ragazzino come tutti gli altri, se non fosse che prega molto spesso e che si rivolge ad un amico immaginario che chiama Gesù. Un comportamento che viene visto come strano dalle persone che lo circondano, prima di tutto la sua famiglia, apparentemente lontana dallo spirito religioso. Paola Mastrocola dipinge un ritratto dolce e dalle tinte delicate per rappresentare un altro aspetto dell'infanzia.

Non sappiamo se tornare bambini faccia bene, ma senz'altro leggere libri in cui sono dei giovani e piccoli protagonisti porta a riflettere sulle nostre priorità. Buone letture!