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#CriticaNera - Una reunion di famiglia che si tinge di sangue? Con i Cunningham è possibile, come racconta Stevenson in "Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno"

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Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno


Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno
di Benjamin Stevenson
Feltrinelli, Ottobre 2022

Traduzione di Elena Cantoni

pp. 384
€ 19 (cartaceo)
€ 11,99 (ebook)


La famiglia Cunningham è una famiglia di professionisti, composta da avvocati, chirurghi, scrittori. Eppure hanno tutti qualcosa in comune, almeno per quanto ci riferisce Ernst Cunningham, che di questo libro è protagonista nonché io narrante, ovvero che tutti hanno ucciso (più o meno intenzionalmente) qualcuno.


È con queste premesse, condite da un serpeggiante humour disseminato per le pagine, che l’australiano Benjamin Stevenson, tre romanzi all’attivo e una carriera di tutto rispetto come stand-up comedian e agente letterario, scrive un giallo che riprende i vecchi, cari, classici del genere, con tanto di esergo dedicato al Detection Club, il club segreto che nel 1930 includeva personalità del calibro di Agatha Christie, G.K. Chesterton e Dorothy L. Sayers e a seguire decalogo dell’altro illustre membro Ronald Knox. 


Quel decalogo caro a tutti i giallisti, che negli anni Trenta si attenevano scrupolosamente alle regole per non ingannare il lettore, e che oggi sembra essere del tutto dimenticato (anche se alcune regole, diciamoci la verità, erano davvero assurde… la n.5, rimossa dall’autore perché politicamente scorretta, avvisava sul fatto che nessun personaggio della storia dovesse essere cinese!!) non è l'unica trovata del suo protagonista, perché si prosegue anche con inattesi e spiazzanti spoiler sulla trama, ad esempio l’indicazione delle pagine in cui avverranno gli omicidi, oltre a varie precisazioni su come egli stesso, esperto di gialli - come del resto il suo autore - intende proseguire nell’elaborare i fatti, restando sempre un narratore affidabile.


La storia è ambientata in montagna, dove la famiglia è stata riunita dalla zia precisina Katherine, che manda i dettagli via mail su un foglio Excel. Anche Ern è invitato, nonostante la madre Audrey non gli rivolga la parola, perché tre anni prima Era ha visto suo fratello Michael sparare a un uomo (cosa che era già capitata a suo padre Robert) e lo ha denunciato, un oltraggio che non gli è ancora stato perdonato. 


Con queste premesse non proprio esaltanti, i membri della famiglia trascorreranno un fine settimana in un resort di montagna per festeggiare l’uscita di prigione di Michael. Ma tutto sembra precipitare, perché il giorno dell’arrivo di Michael, viene trovato il cadavere di un uomo. Ha le vie respiratorie ostruite dalla cenere, come se fosse morto in un incendio, ma non ha ustioni sul corpo. Mentre una bufera si abbatte sul resort isolandolo e la polizia brancola nel buio, spetterà a Ern capire se il colpevole è uno dei suoi familiari, prima che vengano uccisi tutti.


La narrazione prosegue per capitoli che presentano anche i personaggi, visto che hanno il titolo dedicato ad ognuno di loro (mia madre, mio fratello, la mia sorellastra, etc.) e lo scrittore si diverte a creare l’atmosfera dei gialli tradizionali, mimando un po’ le atmosfere alla Christie insieme alle deduzioni alla Conan Doyle, gioca di flashback e anticipazioni, condisce e poi svela, accelera il ritmo e poi si concede tregua con le digressioni, parla sempre rivolgendosi direttamente al lettore e non si giustifica, non si nasconde, ma crea un plot degno di raccontarci la rinascita di un genere, che si riscopre florido, oggi più che mai, anche in terra australiana.


Il successo del libro, pubblicato in America ad agosto e subito tradotto in 21 paesi e che esce oggi in Italia, ha portato la HBO ad accaparrarsi i diritti per una serie, che uscirà a breve e che odora già di serie cult. Bruna Papandrea, produttrice esecutiva di serie come “Big Little Lies” e “The Undoing”, sarà infatti coinvolta nel progetto, essendo di sicuro garanzia di qualità per gli amanti delle serie.


Samantha Viva