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Che cos'è una mamma? La molteplicità di forme dell'accudimento in un album illustrato ricco di spunti. La migliore mamma del mondo

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La migliore mamma del mondo
testi di Sébastien Perez, illustrazioni di Benjamin Lacombe
L'Ippocampo edizioni

Traduzione dal francese di Annalisa Comes 

pp. 64
€ 19,90 (cartaceo)


Ma che cos’è in fin dei conti una mamma? Sembra una domanda facilissima, invece le risposte sono tante quanti i modi di prendersi cura di un cucciolo. (prefazione, p. 5)
Di risposte Benjamin Lacombe e Sébastien Perez ne scelgono diciassette, una per ogni animale raccontato fra immagini e parole intorno al tema multiforme della maternità. Ippocampo porta in libreria un bellissimo album illustrato, di grande formato, in cui il connubio fra i testi di Perez e le illustrazioni di Lacombe si rivela ancora una volta assai efficace. Una collaborazione fra i due scrittori-illustratori di volta in volta capace di misurarsi con soggetti diversi, dalla fiaba al personaggio storico, particolarmente attenti al dialogo con il lettore e una spiccata sensibilità a tematiche importanti e attualissime, fornendo al pubblico spunti di riflessione e – spesso – modelli femminili non stereotipati, tra invenzione letteraria e realtà. 

La migliore mamma del mondo parte dalla domanda d’apertura per raccontare le molteplici forme della maternità del regno animale ma anche suggerendo che non esista un modo univoco per essere madri, che l’accudimento sia tanto della femmina quanto del maschio della specie e che solo l’amore definisce il termine famiglia, indipendentemente da come questa sia composta.
I testi di Perez sono brevi ma molto efficaci, le illustrazioni a tutta pagina di Lacombe come sempre meravigliose, questa volta accomunate da un tratto fiabesco, molto dolce, sempre ben ascrivibile al suo stile. Il risultato è una narrazione su più livelli, testuali e iconografici, ognuno con le proprie peculiarità e rimandi. Nei ritratti di Perez, emergono curiosità e caratteristiche più significative della maternità animale in diciassette esempi particolari, a costruire si diceva una narrazione variegata intorno al tema.
A chiusura del volume anche una breve e interessante appendice enciclopedica che riprende i diciassette animali scelti sintetizzando alcuni dati e curiosità circa le modalità di riproduzione, la gestazione, l’autonomia e le particolarità dell’allevamento.

Un esempio dopo l’altro scopriamo quindi quanto multiforme sia la maternità nel regno animale: leggiamo del cuculo che per mettere al sicuro i propri cuccioli nasconde il suo uovo nel nido di altre specie; della femmina di pesce pagliaccio che dopo aver deposto le uova lascia il maschio a occuparsene fino alla schiusa; dell’ippocampo che affida i piccoli al maschio, il quale dopo forti contrazioni li espelle lasciandoli liberi al proprio destino in mare; della femmina del ragno che nutre i suoi famelici e numerosissimi cuccioli fino allo stremo, sacrificando poi se stessa per la prole; dell’istinto materno della cagna, che si prende cura di ogni cucciolo, non importa non faccia parte della propria cucciolata o perfino della propria specie.

Nella varietà del mondo animale sul tema della maternità, non possiamo fare a meno di notare la ricchezza di un sentimento sempre diverso, inserito in un complesso sistema di volta in volta differente, dalla società matriarcale degli elefanti in cui ogni femmina partecipa alla cura dei cuccioli, il branco che è riparo e famiglia per i lupi, i ruoli di cura e nutrimento ora del maschio ora della femmina. Sistemi quindi che invitano a riflettere su quello umano, su istinto e costrutto sociale, su ruoli e stereotipi. È meraviglioso come un libro in apparenza tanto semplice, destinato a pubblico di giovanissimi lettori, possa in realtà rivelare moltissimo e spingere alla riflessione anche gli adulti, spesso imprigionati nelle gabbie di preconcetti e stereotipi che noi stessi abbiamo costruito. Non è a mio avviso una contrapposizione fra regno animale e società umana in termini di netta opposizione fra sistema giusto e sistema sbagliato, quanto più semplicemente la dimostrazione delle molte forme che cura e famiglia possono assumere.

Viene da riflettere sul senso stesso del legame materno, talvolta assoluto come nel caso dell’orso, altre votato all’indipendenza come nel gatto. Perché è proprio qui, nella ricchezza e molteplicità di forme dell’accudimento – e della famiglia stessa – che si costruisce la vita.