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Una vita in viaggio che Georges Simenon conduce anche "A margine dei meridiani" per scoprirsi più che mai viaggiatore di luoghi e indagatore dell'animo umano

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A margine dei meridiani
A margine dei meridiani
di Georges Simenon
Trad. G.G. Greco e F. Scala

Adelphi, dicembre 2021

pp.223
€ 15,20 (cartaceo)
€ 8,99 (ebook)

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Da sempre conosciuto per i suoi romanzi, Simenon fu anche grande viaggiatore ed osservatore, come testimonia questa diario di viaggi, che diventano resoconti e articoli, scritti tra il 1933 e il 1939, che si unisce alle altre due pubblicazioni del genere, che la casa editrice Adelphi ha pubblicato negli scorsi mesi.


Cosa cerca Simenon quando è in viaggio? Cerca di capire chi vive nei luoghi, di combattere gli stereotipi, di indurre al piacere della scoperta senza negarne le difficoltà, che comunque sono sempre un problema secondario, quando si è motivati alla conoscenza e si è propensi all’avventura.


In questo volume sono raccolti gli articoli vari, come Il paese del freddo (1933), in cui si racconta come vivono gli abitanti del Nord, dediti alla pesca, anche a quella delle foche, che rischiano la vita e spesso sono costretti a procurarsi il sangue per evitare lo scorbuto, ma anche la bellezza delle Lofoten e l’attaccamento dei Lapponi alla loro terra

No, il Nord non è triste. È fiabesco. È tutto bianco. È tutto illuminato. E soprattutto, quando ci si volta verso il mare, si sente, infinita, l’immensa notte del Nord. (p.15)

Ne Il misterioso dramma delle Galápagos (1935), in cui Simenon, inviato dalla redazione di Paris-Soir per scoprire dettagli su un misterioso rinvenimento di due cadaveri, di cui uno dell’amante di una baronessa, riesce ad appassionarci, con il suo stile inconfondibile. Pur essendo arrivato un anno dopo i fatti, vista la difficoltà di raggiungere le Galápagos, si ritrova sull’isola nel momento in cui i poliziotti arrivano per le indagini ufficiali. La ricostruzione della vicenda è incredibile, a tratti paradossale, a tal punto che lo stesso Simenon confessa:

Da romanziere, arrossisco per l’andamento caotico dei miei articoli. Se avessi inventato una vicenda simile, infatti, il ritratto di ogni personaggio comparirebbe al momento opportuno e gli effetti narrativi sarebbero dosati in maniera più o meno armoniosa. Ma, da romanziere, la storia delle Galápagos non l’avrei inventata, per paura di far sorridere i miei lettori. (p. 81)

Lo farà in effetti, ovvero metterà l'intera vicenda in ordine, in un romanzo dal titolo Hotel del ritorno alla natura del 1935. Ma torniamo ai resoconti. In Panama, ultimo crocevia del mondo (1939) racconta, soprattutto di un prototipo di luogo e di come nascono le città, soprattutto negli agglomerati in cui l’uomo si insedia per motivi economici, e ci conduce a comprendere come luoghi di tal fatta possano, ad un certo punto, diventare meta di visita, possano infine crescere e sorprendere.


A margine dei meridiani (1935), è una raccolta di vari articoli in viaggio, in cui si evidenzia l’amore per il proprio popolo e l’antipatia nei confronti di americani e inglesi, spesso troppo “dominatori” e incuranti delle esigenze delle popolazioni delle varie colonie. 


Tahiti o I gangster nell’arcipelago degli amori (1935), è la parte in cui si notano ormai tutta la stanchezza e le incongruità dei vari resoconti, che come ci dice Matteo Codignola nella nota finale, risultano alquanto lacunosi e ci dimostrano che Simenon era diventato un altro uomo, alquanto diverso da quello che era partito e anche da quello che non si staccava mai dalla sua macchina fotografica. 


Ci sono tantissimi scatti di questo viaggio - custoditi anche nel libro, nelle pagine finali - ma le considerazioni sono diverse e confuse. Alla fine di tutto sembra contare solo una cosa per lo scrittore in viaggio e vuole che chiunque ne tenga conto: “Insomma, viaggiare significa sempre rimanere scottati; si distruggono le proprie illusioni”. Forse proprio a seguito di questa fine delle illusioni Simenon troverà lo slancio per cominciare a scrivere, una volta tornato in Francia i romanzi di cui tutti siamo innamorati, lo farà quasi in maniera ossessiva, senza poter più smettere e nella consapevolezza che forse l’uomo nudo che cercava in giro per il mondo era sempre stato lì, dentro se stesso.

Samantha Viva