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Un brindisi al futuro lungo un secolo: il Novecento spagnolo raccontato da Inger-Maria Mahlke in "Arcipelago"

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Arcipelago
di Inger-Maria Mahlke
La nave di Teseo, febbraio 2022

Traduzione di Francesca Gabelli

pp. 512
€ 22,00 (cartaceo)
€ 11,99 (ebook)

È il 9 luglio 2015, sono le quattordici e due, tre insignificanti minuti, a La Laguna, l’antica capitale dell’Arcipelago, la temperatura è di 29,1 gradi, alle diciassette e ventisette avrà raggiunto la massima giornaliera di 31,3 gradi. Il cielo è limpido, senza nubi e così celeste da sembrare bianco.
La Laguna, 2015. Julio Baute è concentrato a seguire il Tour de France in televisione, ma ha anche un occhio attento verso le porte d’entrata e di uscita del manicomio dove lavora. Julio ha quasi 95 anni, nato nel 1919, figlio di un farmacista, ha tutte le carte in regola per far parte della classe media, tuttavia il fascismo alle porta e l'instaurazione della dittatura del generale Francisco Franco fanno virare la sua vita preda delle conseguenze delle nuove correnti a cui tutta la società spagnola e quella del remoto arcipelago si sono adeguate. Così ci viene presentato il protagonista principale del romanzo Arcipelago di Inger-Maria Mahlke, romanzo vincitore del Deutscher Buchpreis 2018. Julio costituisce la cornice attorno alla quale si susseguono gli eventi storici cruciali che segnano la storia politica spagnola, la sua vita attraversa quasi un secolo, un secolo di lotte, illusioni e sconfitte. Mahlke inquadra il Novecento spagnolo ricorrendo alle tre famiglie cardine del romanzo: i Bernadotte, i Baute e i Marrero, queste sono rappresentative dei diversi strati sociali e politici che si inseriscono all’interno della società isolana delle Canarie, tra colonialismo, socialismo e falangismo. Che siano di estrazione elevata o meno, queste famiglie portano cicatrici con le quali devono iniziare a fare i conti. Ciascuno dei protagonisti, anche se in una situazione di privilegio, che si rivelerà ben presto precaria, soffre a causa del contesto famigliare in cui è nato, per le le correnti politiche che si alternano di decennio in decennio o per il semplice destino che li accompagna.

Sulla scia della tradizione teatrale Mahlke dedica le prime pagine del romanzo ad una breve introduzione dei diciassette personaggi della storia e le relazioni che esistono tra loro. La storia si apre su Ana Baute Marrero, figlia di Julio, è una politica minacciata da uno scandalo di corruzione sposata con Felipe Bernadotte González, discendente di una gloriosa famiglia che annega le sue disillusioni nel whisky.
Per Felipe è indifferente. Ha smesso di interessarsi di politica nel momento in cui Ana lo ha informato che si sarebbe candidata. Con i conservatori. A cena, tra l’antipasto e la seconda portata, così per inciso, di sfuggita. Rosa era seduta tra loro, avevano finito il cocktail di gamberi, quello confezionato del supermercato, con troppa maionese, Felipe non se lo dimenticherà mai.
Anche la loro figlia, Rosa, ha un percorso decadente, ha iniziato una scuola d’arte a Madrid che ha abbandonato, ora passa le giornate a guardare Survivor. Il romanzo segue una linea temporale a ritroso, parte dal 2015 e finisce nel 1919, così da capire che i Bautes e i Bernadottes sono ai poli delle correnti politiche del Novecento. Il nonno di Felipe si schiera con i falangisti fino a diventarne portavoce propagandista, mentre Julio Baute lotta contro i fascisti nella guerra civile.

Questo arcipelago famigliare è una cronaca degli eventi che hanno segnato il XX secolo spagnolo, Mahlke la dipinge con dettagliate descrizioni dei protagonisti e dei luoghi della narrazione, descrizioni minuziose grazie anche al legame che l’autrice ha con le Tenerife, dove è cresciuta, così da arricchire ogni capitolo di storia e colpi di scena. La struttura del romanzo può apparire inizialmente un po’ macchinosa, in quanto tutti gli eventi sono già accaduti e sono noti, ma questo permette di concentrarsi maggiormente sull’introspezione dei singoli personaggi.

Barbara Nicoletti