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Dalla pergamena ai codex e ai libri moderni: viaggio ne la “Storia dei librai e della libreria dall’antichità ai nostri giorni” di Jean-Yves Mollier

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Storia dei librai e della libreria dall’antichità ai nostri giorni

di Jean- Yves Mollier
E/O edizioni e NW Consulenza e Marketing editoriale, febbraio 2022
 
Traduzione di Alberto Bracci Testasecca

pp. 223
€ 18,00 (cartaceo)
€ 12,99 (ebook)

Gli appassionati della lettura lo sanno bene: entrare in libreria significa trovarsi a casa, passeggiare e perdersi fra gli scaffali ricolmi di libri ha un fascino irresistibile, l’odore della carta, poi, di quelle pagine appena stampate, completano il quadro e ci costringono a uscire da lì soddisfatti e felici perché si è stati in un luogo che fa bene alla mente.  La libreria non è solo il luogo dei libri, ma anche quello dei dischi, dei fumetti, dei dvd e così anche chi non ama la lettura, può apprezzarne la sua accoglienza.

E poi, c'è la figura del libraio, quella persona che, muovendosi tra quelli scaffali e volumi, è in grado di consigliarci, e, nello stesso tempo, di lasciarci liberi nelle nostre scelte. Un buon libraio è insieme preparato, appassionato e un abile commerciante, insomma una figura quasi mitologica che racchiude queste tre anime insieme. Perfino la parola “libraio” porta con sé qualcosa dei tempi antichi, qualcosa di lontano e romantico. Il binomio, dunque, libraio e libreria è quello perfetto per chi ama l’oggetto libro, e non solo la lettura.

Non ci capita mai, però, di domandarci: le librerie sono sempre state così nella loro forma e sostanza o si sono evolute a passo con gli eventi? Il libraio, quello che conosciamo noi, ha sempre avuto questa funzione oppure ha avuto ruoli diversi da quello odierno?

A tutte queste domande, e non solo, risponde il volume Storia dei librai e della libreria dall’antichità ai nostri giorni di Jean-Yves Mollier, un viaggio compiuto dalle prime civiltà fino ai giorni nostri alla scoperta dell’oggetto libro, delle antiche e moderne librerie e di tante curiosità legate a questo incredibile mondo.

Scopriamo così che il “libro” ha accompagnato la nascita delle prime culture. I Sumeri, inventori della scrittura cuneiforme, hanno lasciato un’ampia eredità: quella degli scribi, che annotavano i lotti di terreno o i prodotti agricoli, oppure quella dei precettori, che hanno lasciato dizionari e libri di preghiera. Erano uomini che scrivevano per altri uomini. Scambiandosi e confrontandosi, hanno creato il primo nucleo commerciale del libro: un commercio itinerante.

Fu solo con l’avvento dei romani che il libro e il “luogo del libro” assunsero una forma quasi moderna: le tabernae librarie, come quella di Pompei, invogliavano il cittadino a entrare e a comprare i lunghi rotoli di pergamena. Addirittura, il commerciante aveva a disposizione una lavagna per segnalare gli ultimi arrivi o i “best seller”: 

una di quelle tabernae librariae che fanno venire voglia di entrare e comprare libri che il libraio ha attaccato al pilastro davanti al proprio negozio. Per fare conoscere le novità il libraio aveva a disposizione muri imbiancati a calce sui quali, a inchiostro rosso e lettere maiuscole, annunciava la messa in vendita delle opere o una loro riedizione [...] (p. 23)

Tuttavia, le tabernae librarie non resisteranno dopo la caduta dell’Impero romano, quando la creazione dei manoscritti e la loro consultazione saranno ad appannaggio di pochi, anzi pochissimi eletti. La loro destinazione così cambierà nuovamente strada e da un “uso” quasi collettivo diventerà esclusiva di un’élite sociale, allontanandosi dalle strade e dalle piazze. Il manoscritto sarà un oggetto su commissione che resterà, per lungo tempo, relegato in monasteri e biblioteche.  

Arriviamo però a tempi moderni, quando l’invenzione della stampa, nel 1455, rivoluzionerà il mondo del libro per la sua praticità e velocità nella loro creazione. Non sarà un cambiamento repentino, dall’oggi al domani, ma un lento e riflessivo processo storico che, solo dopo decenni, porterà il libro stampato a soppiantare completamente quello copiato, tanto che per lunghissimo tempo gli uni sono stati accanto agli altri, senza alcuna distinzione.

Sarà un salto in avanti quanto un ritorno ai tempi antichi, poiché con la possibilità di avere a disposizione un maggior numero di libri, il libraio non può più stare fermo nella sua bottega ma deve spostarsi in provincia e nelle campagne per aumentare il proprio guadagno, come facevano, appunto, gli antichi. 

Sempre più proiettato nella diffusione del libro in provincia e all'estero, il libraio che possiede un magazzino importante non può limitarsi ad aspettare il cliente ed è costretto a imitare il libraio itinerante dell'antichità mettendosi in movimento per smaltire al più presto la mercanzia. (p. 54)

Con la stampa, cambierà inevitabilmente anche il libraio, che si reinventerà prima tipografo e poi editore, prima in unica persona, ma quando il commercio dell’oggetto libro esploderà, le figure si divideranno in unità ben distinte. Ed è così che è nato il nostro mondo, quello dei libri e delle librerie.

Quello di Mollier è un saggio che soddisfa la curiosità di ogni lettore, di ogni cultore del libro, di quelle persone, che non solo amano leggerli, ma tenerli in mano, sfogliarli, annusarli e che apprezzano, oltre che l’aspetto intellettuale, anche quello materiale di questo magico oggetto, persino nelle sue forme più moderne e tecnologiche.

Il risultato? Un viaggio storico, culturale, ma anche antropologico, corredato da tantissime curiosità, come quella russa di mettere “alcuni fogli di carta stampata nelle culle dei neonati convinti che, così protetti contro l’avversità e l’ignoranza, beneficeranno di un’esistenza migliore dei loro genitori” (p. 15). Storia dei librai e della libreria dall’antichità ai nostri giorni ci porta a scoprire come il libro sia un amico fedele fin dai tempi antichi e come continui ad accompagnarci e ispirarci, fornendo la prova di sapersi adattare benissimo ai tempi che corrono.

Giada Marzocchi