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"Ciao per sempre" di Corinna De Cesare: una storia di risposte e di ritorno alle origini

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Ciao per sempre
di Corinna De Cesare
Salani, 2021

pp. 192
€ 15 (cartaceo)
€ 8,99 (ebook)


 

Alberto era per Margherita la canzone che lasci finire prima di scendere dalla macchina, il profumo che non riesci a cambiare, la telefonata prima di andare a dormire, il film che continui a guardare anche se conosci a memoria le battute. E persino quando loro due non erano più stati gli inseparabili adolescenti di allora, anche quando gli anni Novanta si erano chiusi da un pezzo e del loro amore non era rimasta alcuna traccia nella loro quotidianità, Margherita non aveva potuto evitare di pensare a lui ogni volta che accendeva o spegneva una luce (p. 50).

È curioso il motivo che mi ha spinta a leggere Ciao per sempre (Salani, 2021), il romanzo d'esordio della giornalista pugliese Corinna De Cesare, ed è stato trovare in quarta di copertina una delle mie frasi preferite in assoluto, tratta dalla canzone Anthem del cantautore canadese Leonard Cohen: 

C'è una crepa in ogni cosa, ed è da lì che entra la luce.

La sensazione di curiosità che mi ha indotta a iniziare il libro non mi ha abbandonata per tutto il corso della narrazione, e mi ha condotta alla scoperta del paese immaginario di Collina d'oro, in una Puglia calda e, per l'appunto, luminosa.

Margherita torna in questo luogo dopo quindici anni, in occasione del funerale della nonna, e si ritrova a dover fare i conti con un passato che credeva di aver sepolto, ma che invece torna prepotentemente ad affacciarsi nella sua vita e che la costringe a tornare nel luogo dal quale da sempre ha desiderato fuggire:

I platani erano spogli, gli aceri e i ciliegi sfibrati. Le foglie rinsecchite dal sole sembravano essersi ostinate ad anticipare l'autunno. Il telegiornale aveva parlato di "una reazione al luglio torrido dopo una stagione piovosa". Margherita, al contrario, dalle reazioni continuava a fuggire (p. 48).

Fin dall'inizio, però, Margherita (e di riflesso anche noi lettori) si chiede se davvero si possa lasciare per sempre un posto, una vita, un'amica, un amore senza mai guardarsi indietro, o se al contrario solo affrontando le nostre zone di luce e di ombra si può davvero far pace con noi stessi.

In questo libro il passato si scontra e spesso si fonde con il presente, ed il passato ha spesso le sembianze del luogo dal quale si proviene, quell'àncora che Cesare Pavese seppe descrivere con tale grazia e al contempo con così tanta potenza nell'incipit del suo romanzo capolavoro, La luna e i falò (Einaudi, 1950), e che anche Corinna De Cesare cita nella sua opera:

C'è una ragione perché sono tornato in questo paese, qui e non invece a Canelli, a Barbaresco o in Alba. Qui non ci sono nato, è quasi certo; dove son nato non lo so; non c'è da queste parti una casa né un pezzo di terra né delle ossa ch'io possa dire «Ecco cos'ero prima di nascere». Non so se vengo dalla collina o dalla valle, dai boschi o da una casa di balconi. La ragazza che mi ha lasciato sugli scalini del duomo di Alba, magari non veniva neanche dalla campagna, magari era la figlia dei padroni di un palazzo, oppure mi ci hanno portato in un cavagno da vendemmia due povere donne da Monticello, da Neive o perché no da Cravanzana. Chi può dire di che carne sono fatto?

È stato bello ritrovare nel romanzo di Corinna De Cesare, giornalista de Il Corriere della sera e fondatrice della newsletter femminista thePeriod, molti degli elementi che hanno caratterizzato gli anni '90 e che anche io ricordo con nitidezza, descritti con uno stile semplice ma non banale.

In Ciao per sempre l'elemento chiave è costituito proprio dal titolo, nel quale si intravede in controluce il desiderio (nemmeno troppo nascosto, in fin dei conti) di non dare un taglio netto col passato, altrimenti al posto di quel "ciao" forse avremmo trovato un "addio", ma di fare un tentativo per ricomporre fragilità e incertezze, di trovare risposte, di far luce, come abbiamo considerato all'inizio.

In questa storia vi è un interscambio continuo tra presente e passato e quest'ultimo, nonostante gli anni trascorsi, è sempre vivo nella mente della protagonista, descritto con lucida schiettezza sullo sfondo di una Puglia assolata e dorata, come il nome del paese nel quale sono ambientati gli anni della giovinezza di Margherita.

Proprio a proposito di Margherita queste sono le parole dell'autrice:

La protagonista di questo romanzo assomiglia a moltissime donne che ho conosciuto, che si tormentano e cadono nel pozzo, come direbbe Ginzburg. Margherita ne esce come facciamo spesso noi donne: affrontando le sue inquietudini in un percorso di consapevolezza e maturità che passa dalla sua adolescenza e attraversa i suoi legami familiari. In un sali e scendi che diventa insieme scoperta e liberazione.

Corinna De Cesare è promossa alla sua prova d'esordio: ora quanti vorranno scoprire le risposte di Margherita non dovranno fare altro che leggere Ciao per sempre, mentre tutti gli altri già attendono con ansia la prossima storia con protagonista una donna e la sua voglia di riscatto e riscoperta di sé stessa.

Ilaria Pocaforza