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Eliminiamo (con la fantasia) gli scocciatori che ci rovinano la giornata: "L'arte del buon uccidere", la satira sociale di Piersandro Pallavicini

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Copertina L'arte del buon uccidere, Piersandro Pallavicini



L'arte del buon uccidere
di Piersandro Pallavicini
Mondadori, 2021

pp. 180
€ 17 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook) 


Quante volte vi sarà capitato di desiderare ardentemente una bacchetta magica per far sparire lo scocciatore di turno che vi sta rovinando la giornata? Ecco, l'idea di Piersandro Pallavicini è più o meno realizzare i vostri desideri, ma senza una bacchetta magica; in L'arte del buon uccidere, l'autore ricorre a metodi a dir poco originali per eliminare una volta per tutte chi ha "rotto i foglioni", per dirla come lui. Possiamo interpretare L'arte del buon uccidere come un divertito e divertente manuale fintamente scientifico o come una raccolta di satira sociale particolarmente acuminata: quel che è certo è che spesso vi troverete a ridere tra una pagina e l'altra, perché certi tipi sono drammaticamente comuni. 

In questo periodo forse "il So tutto da bar" si è trasferito in rete, ma non manca mai, così come "L'Odio tutti (ovvero il razzista ma anche di più)"; c'è "il Lei non sa chi sono io", che con "il Marcatore di territorio" costituisce una coppia che non auguro a nessuno. Per il momento, con l'emergenza sanitaria, non abbiamo più a che fare con "quelli che al cinema rispondono al telefono", ma incappiamo sempre di più nei "precisatori di rete", che risultano, anzi, ancora più acidi per la situazione odierna. 



Questi e tanti altri tipi costellano le pagine più lunghe, quelle in cui i pezzi sono divisi tra una descrizione del personaggio, colto con tutte le sue fastidiosissime caratteristiche, a cui fa seguito un metodo di eliminazione ad hoc, qualche volta molto costoso, altre volte decisamente impegnativo. Insomma... "don't try this at home"! Accanto ai capitoli principali, dedicati a "omicidi premeditati", si avvicendano poi i Raptus, capitoli brevissimi di una o due pagine, in cui si passa all'eliminazione rapida e praticamente inevitabile dei soggetti in esame. 
Chiudono la lunga trattazione i cosiddetti "svelati da Covid-19", che in brevissimi flash mostrano tutta la loro "odiosità". Anche in questo caso, mondo online e mondo reale si intrecciano, perché mai come in quest'ultimo anno le due dimensioni vanno a braccetto. 

Che cosa diverte di più e rende il libro godibilissimo? Sia letto in ordine, sia pescando un diverso capitolo a nostro estro, la satira sociale è così calzante e ritrae con tale vividezza i soggetti, da voler applaudire all'autore. Certo, chi non ha ironia si tenga ben lontano da questo libro, perché non basterà il simpatico "disclaimer" all'inizio del libro per spiegare che è tutta finzione e il lettore potrebbe sentirsi offeso dal politicamente scorretto. Chi invece ha letto ad esempio la serie di Antonio Amurri pubblicata da Mondadori negli anni Settanta (Come ammazzare la moglie/ il marito/ la suocera/ se stessi,...) o i Delitti esemplari di Max Aub (Sellerio) e ne ha riso, si accosti liberamente a L'arte del buon uccidere. E troverà un antidoto contro il grigiore di una giornata stressante. 

GMGhioni