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Una storia “incontenibile” per diventare adulti (e fare i conti con le madri): "L'istante largo" di Sara Fruner

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L'istante largo sara fruner


L’istante largo 
di Sara Fruner 
Bollati Boringhieri, 2020 

pp. 286 
€ 15 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


Una scatola dal contenuto misterioso, bigliettini che indicano verosimili risposte, un tesoro da trovare. Questi oggetti quasi magici popolano un romanzo ambientato in un mondo fatto di quei sogni che non siamo proprio sicuri di aver sognato. Il suo protagonista si chiama come un celebre Paese che non c’è: Macondo. 
È un romanzo pieno di magia, eppure non c’è nessun uso del fantastico. Anzi, c’è molto mondo vero: c’è un carcinoma che ha tolto la voce a una nonna atipica e meravigliosa, ci sono i BlackBerry a ricordarci un passato ancora molto vicino. Soprattutto ci sono i rapporti di sangue e di amore che, come in ogni vita reale, non sono mai chiari. Lo sono ancor di meno per un ragazzo che ha tre madri che non conosce e vive con la nonna artista. 
Questo romanzo, che è un grumo di scrittura vera pieno di ironia e di dolore, è la prima opera narrativa di Sara Fruner, già autrice delle raccolte di poesie Bitter Bites from Sugar Hills (Bordighera Press, 2019) e Lucciole in palmo alla notte (Supernova, 2019). Di Riva del Garda, Fruner vive e lavora a New York, scrive in italiano e in inglese, è traduttrice e insegnante. Ma Fruner è e fa e scrive tanto altro ancora: lo sa chi l’ha incrociata e lo si capisce perché ha creato una storia “incontenibile”, dove arte, letteratura, musica e cinema si ricorrono tra passato e presente e “crescono” il protagonista. Una storia di formazione, quindi, e dove c’è formazione c’è genitorialità. Infatti questo è un libro che parla di maternità, di madri imperfette, di donne che hanno figli e lo sono, di altre che ci riescono egregiamente pur senza avere partorito: “ciò che unisce genitori e sostituti genitori sono gli errori che entrambi commettono cercando di non commetterne”. 
L’istante largo riesce a tenere insieme la tragedia della morte, della malattia e dell’incomprensione con l’allegria dei ragazzi che suonano, la festa dei corpi adolescenti che corrono e si innamorano. Macondo – ragazzino intelligente oltre la media – e i suoi amici sono la generazione che vogliamo credere che si salverà e che ci salverà, potrebbero essere gli adolescenti del Fridays for future, quasi-uomini e quasi-donne pieni di problemi. E per provare ad affrontare i problemi accanto a Macondo c’è sempre Bea – ragazzina intelligente oltre la media e, inoltre, lucida – l’amica con cui gridare:
E gridiamo per le mie madri assenti e per la Patty depressa. Gridiamo per le telefonate dimenticate di Marcello, e la voce cancellata di Rocío. Gridiamo per le foche trucidate al Polo. Per i guaranì sterminati sulle Ande, e i mapuche ridotti al silenzio. Gridiamo per i cuccioli usati per testare le creme antirughe delle casalinghe ricche. Gridiamo per non sentire più, o per sentire ancora. Gridiamo un vuoto uguale e diverso che ci abita da quando siamo bambini, anche se abbiamo polmoni troppo piccoli per un vuoto così grande.
Gridiamo perché siamo troppo giovani per sentirci già così vecchi.
Poppanti pronti all’ospizio.
L’istante largo è il sollievo di un barlume di comprensione che ci ristora dalla fatica della solitudine, è il breve momento in cui i sogni ci si rivelano: “Gli istanti sono avari. Ma certe volte un istante si allarga, e concede quello che di solito è negato.” 
L’istante largo non è un romanzo “perfetto”, perché c’è troppo. Però attenzione, non è questo il caso dell’autrice esordiente che sicuramente col tempo imparerà ad affinare, a limare, eccetera eccetera. È un libro pieno di passioni, e le passioni dell’autrice sono tante - arte, letteratura, cinema, musica, sport – e le ha messe tutte dentro al libro, così come ci ha messo il suo vagare, il suo stare tra varie città. Sara Fruner è il turbinio che gira attorno a Macondo e lo attraversa, è la ciurma di artisti, scrittori e musicisti amici di nonna Rocío. Sara Fruner è questa magnifica e tumultuosa scrittura, prendere o lasciare. 


Serena Alessi
@serealessi


Non potevamo che dare la parola a una scrittrice così: tornate tra qualche giorno per leggere l’intervista di Serena Alessi a Sara Fruner.