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«Disegnare significa decidere»: le cartine de "L’atlante storico mondiale" trasformano la narrazione storica in verità concreta

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Atlante storico mondiale
di Christian Grataloup
L'Ippocampo, novembre 2020

Traduzione di Giovanni Zucca e Rossella Savio

pp. 656 
€ 29,90 (cartaceo)


L’approccio del lettore a un atlante è estremamente diverso rispetto a quello che avrà il lettore di un saggio storico. La tendenza a sfogliare, anche ad aprire pagine a caso, a lasciare l’occhio vagare per la pagina, saltellando qua e là tra la legenda e la cartina, e tra la cartina e i trafiletti, contraddicono la necessaria linearità del saggio, in cui un evento principale in combinazione con altre condizioni causerà una certa quantità di eventi secondari, e così via. Per questo, forse, la decisione di Christian Grataloup di raccogliere le cartine pubblicate nella rivista storica L’Histoire è così affascinante: togliendo la linearità temporale in favore della dilatazione spaziale, la libertà combinatoria dei lettori è totale. Poco importa se siano appassionati che si concedono due-tre cartine al giorno come una caramella, o che siano piuttosto professionisti del campo alla ricerca di una certa visualizzazione di alcuni eventi storici.

Al di là del piacere, infatti, le cartine storiche hanno anche un enorme qualità, che spicca subito da questo volume di così ampio respiro. La narrazione storica come viene studiata a scuola o all’università è, necessariamente, una narrazione: ha una forma verbale, e come tale si presta a perifrasi, parafrasi, ambiguità, punti di vista e perfino errori. La ricerca storica è dunque un continuo moto a spirale che cerca di riavvicinarsi a un evento fisso e incontrovertibile, ma in un certo qual modo necessariamente perso, perché passato: con le cartine, invece, gli eventi riaffiorano come ultimamente decisi nella loro verità. Ovviamente non sono esenti da potenziali errori, e la ricerca continuerà a renderle sempre più precise: eppure vedere cosa è successo nel passato sui territori che noi siamo abituati a considerare come facenti parte esclusivamente del nostro mondo, quasi con un po’ di gelosia, aiuta a ricontestualizzare la storia nell’ambito del concreto, facendogli muovere un passo al di fuori della narrazione verbale con cui viene troppo facilmente fatta coincidere

Questo atlante è dunque straordinario perché coniuga la concretezza della storia all’ambiguità, all’incertezza dello studioso, alla necessità di sottolineare i vari punti di vista. Ho particolarmente apprezzato il rifiuto del punto di vista eurocentrico che siamo abituati a far coincidere con la storia, secondo il quale i territori entrerebbero nella narrazione nel momento della loro scoperta. Le cartine dell’Atlante storico mondiale hanno il fantastico pregio di costruire un puzzle storico ampio e multiforme, sebbene privo di pretese di assolutezza. Ogni territorio, ogni evento ha la sua importanza: ogni cartina è infatti un necessario passo della storia dell’umanità dal Paleolitico al terzo millennio, e in quanto tale è valorialmente equiparata a tutte le altre. 

Insomma, un volume magnifico, sia dal punto di vista della progettazione ideologica che della riuscita grafica. Azzeccatissima l’idea di rendere disponibile al download tutte le oltre 500 cartine, che farà la felicità di ogni professore dotato di LIM. E che, forse, stimolerà gli insegnanti a una didattica della storia che non cerca di semplificare in una narrazione lineare e univoca che guadagna chiarezza tramite l’eliminazione, ma che piuttosto concretizza e problematizza la storia allo stesso tempo. Facendo un passo indietro e osservando tutto dall’alto.

Marta Olivi