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#CriticaNera - Sara, che ha perso tutto, tranne il suo talento

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Sara al tramonto
di Maurizio De Giovanni
Rizzoli, 10 aprile 2018

pp. 360
€ 19 (cartaceo)
€ 10,99 (ebook)


Sara non era un'investigatrice, era un'interprete. Non ricostruiva fatti ma conversazioni. Poteva intercettare uno stato d'animo, non penetrare le maglie di un articolato complotto. (pp. 319-320)

Cambiare personaggio e farlo quando si era ormai certi di incontrare il favore del pubblico: tutt'altro che semplice. Come anche la scelta di assumere per nuova protagonista una donna (fatto già raro in un noir), pensionata, anonima, di una bellezza mai esibita, facilmente trascurabile perché volutamente non appariscente. Quel che la gente non vede, in lei, è il rovello interiore per la morte dell'uomo che amava e di suo figlio, che ha lasciato sola la compagna incinta. La gente ignora anche un'altra cosa: Sara riesce a leggere il labiale, ma soprattutto a interpretare sorprendentemente bene i gesti, le parole e i non-detti delle persone, anche a distanza. Lo ha fatto per una vita, con la sua attività di intercettazioni spesso segrete perché non autorizzate: ora è in pensione, ma certe abitudini sono dure a morire. 
Soprattutto, quando Sara scopre che potrebbe tornare ancora utile alla sua ex compagna di lavoro, la "Bionda" Teresa, ecco che la passione per il suo lavoro si riaccende. Teresa chiede di partecipare a un'indagine non autorizzata: un ricco padrone di casa, il finanziere Molfino, era stato trovato morto e accanto a lui giaceva il corpo della figlia Dalinda, che, in stato confusionale per la quantità di droga assunta, non poteva trovarsi un alibi, né escludere di aver ucciso lei l'odiato padre. Fin qui, un classico. Eppure, un giorno in carcere l'ispettore Davide Pardo aveva ricevuto una strana richiesta di aiuto da parte di Dalinda: non per lei, no, ma per la sua bambina, Beatrice, che pareva sempre più smunta e sofferente, da quando era stata affidata al fratello e alla cognata. Loro la amavano, era chiaro, Beatrice era la figlia che non avevano mai potuto avere, ma qualcosa stava accadendo... Pardo allora si era lasciato scappare qualche parola con un collega, che aveva contattato la Bionda, che a sua volta aveva contattato la "Mora", ovvero Sara. È proprio l'idea di una bambina innocente in potenziale pericolo a convincere Sara, non certo i modi dell'ispettore Pardo, «un tipo tosto, un buon poliziotto. Qualche paturnia personale, a tratti sociopatico ma onesto» (p. 44), sopraffatto solo dal suo enorme bernese!

È così che prende avvio un'indagine sicuramente inusuale, perché non siamo abituati a noir con un'addetta alle intercettazioni come protagonista. E poi non ci aspetteremmo mai che Viola, la compagna del figlio di Sara, ormai a uno stato di gravidanza avanzato, decidesse di mettere la sua determinazione e il suo lavoro di fotografa al servizio del caso! A loro si aggiunge più e più volte Pardo, inizialmente recalcitrante e pentito di aver fatto parola del colloquio con Dalinda, ma poi sempre più coinvolto. 

Il vero punto di forza della narrazione non è l'indagine, che è certamente curiosa ma piuttosto lenta nel suo evolversi; è invece Sara, personaggio complesso che affascina il lettore fin dalle primissime pagine, quando viene dipinta a rapide pennellate - letterarie, bellissime - su una panchina della stazione di Napoli, al tramonto. In quel gioco di luci e di ombre, il lettore ha subito chiaro di avere davanti una donna complessa, che ha saputo diventare "invisibile" quando le è stato necessario e che ancora ha tanto da dare, per quanto frenata dalle sofferenze. 
E la lingua di De Giovanni, poi, non fa che coronare la piacevolezza di Sara al tramonto: riscatta, ancora una volta, il romanzo di genere dal luogo comune - come tale, spesso veritiero - di uno stile sciatto; qui, non si ha nulla del genere. Al contrario, lo stile del romanzo si piega spesso verso scene liriche: come definire altrimenti i pensieri e i ricordi del compagno defunto che, da fantasma o semplice moto del cuore di Sara, prende la parola in commoventi corsivi? Anche questi concorrono a raccontare meglio chi è la nuova protagonista di De Giovanni, che speriamo di rincontrare presto in un nuovo caso, nella sua Napoli, ora vivida, ora sfumata metropoli. 

GMGhioni

Serena Alessi ha incontrato Maurizio De Giovanni in occasione dell'uscita di Sara al tramonto: leggi qui la cronaca