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#PagineCritiche - Le campagne elettorali in Italia: II funzionamento della comunicazione politica di ieri, oggi e domani.

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Le campagne elettorali in Italia
di Edoardo Novelli
Editori Laterza, 2018

pp. 216

€ 20 (cartaceo)
€ 11,99 (e-book)

Pochi giorni fa siamo stati chiamati alle urne elettorali in un clima assai diverso da quello arroventato che si respirava nel corso degli anni passati, quando l'opinione pubblica veniva in buona parte convogliata dai manifesti, dalle radio, dai comizi e dai dibattiti televisivi.

Per comprendere meglio quali e quanti meccanismi siano mutati possiamo leggere l'ottimo saggio Le campagne elettorali in Italia - Protagonisti, strumenti, teorie (Laterza, 2018), scritto da Edoardo Novelli, professore associato all'Università degli Studi Roma Tre, insegnante e ricercatore nel settore della comunicazione politico-elettorale e della sociologia dei media.

Il libro è strutturato in cinque capitoli che analizzano le campagne elettorali che vanno dal 1946 ad oggi, e che coincidono con le cinque fasi della comunicazione politica del nostro Paese: pretelevisiva, paleotelevisiva, neotelevisiva, postelevisiva e contemporaneità.

Durante il periodo che va dal 1946 al 1960 sui elaborano degli strumenti e dei linguaggi propagandistici ai quali i partiti attingeranno per molto tempo; lo strumento principale di comunicazione di questi anni è il comizio, al quale si affiancano i manifesti elettorali.
È in quest'epoca, sostiene Novelli, che si respira l'atmosfera di una politica i cui ideali si rispecchiano negli occhi della gente comune.

Gli anni che vanno dal 1960 al 1974 vedono l'avvento di un mezzo di comunicazione potentissimo, la televisione, e la necessità di modernizzazione delle campagne elettorali in sintonia con il boom economico e l'avanzamento della società dei consumi. I rappresentanti della politica iniziano ora a guardare con sempre maggiore interesse ai linguaggi ed ai formati della cultura di massa.

Dal 1975 al 1990 si assiste alla nascita del duopolio Rai/Mediaset ed al fiorire di numerose emittenti locali. Emergono, grazie a questo "scontro", nuovi programmi di informazione, dibattiti, confronti, interviste dei leader ed alla spettacolarizzazione e alla nascita dello spot elettorale.
Propria di questi anni è la personalizzazione della politica, ma anche una crisi della partecipazione e dell'interesse degli italiani nei confronti della stessa.

Gli anni che vanno dal 1994 al 2005 vedono l'emersione di Tangentopoli, un evento che importa la crisi e lo scioglimento dei molti partiti e la nascita della Lega lombarda. 
È in questo periodo che fa il suo ingresso in politica il proprietario di tre emittenti televisive nazionali attivamente impiegate per le proprie campagne elettorali che, quando diventa Presidente del Consiglio, controlla anche le tre reti pubbliche.

L'epoca della rete (dal 2005 al 2013) vede l'avvento della network society con l'esposizione delle istituzioni, dei leader e dei partiti online, con un'informazione che diventa mainstream.

Sono questi gli anni nei quali si assiste alla progressiva diffusione dell'idea di una possibile democrazia digitale diretta, con l'adozione di forme di partecipazione e consultazione online ed un costante contatto tra leader e followers.
Sarà il Movimento 5 stelle ad individuare inizialmente nella rete uno strumento informativo, partecipativo e organizzativo, giocando un ruolo importante nella trasformazione della comunicazione politica e delle campagne elettorali, e sperimentando un ritorno alla partecipazione spontanea dei cittadini tramite i circuiti di partecipazione diretta.

Il saggio di Novelli, del quale abbiamo sintetizzato alcuni passaggi, rappresenta un ottimo strumento di comprensione sia degli avvenimenti della politica attuale che di quella passata, un mezzo che ci aiuta a capire come l'uso della televisione, dei media e, negli anni più recenti, della rete possa influenzare l'opinione comune. 
Conoscere l'espansione del "quarto potere" e l'uso che se ne può fare può aiutarci ad interpretare la società che ci circonda e guidarci verso quella che vorremmo fosse in futuro.

Ilaria Pocaforza