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#CritiComics. "Vivi e vegeta": il lato oscuro nel mondo delle piante

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Vivi e vegeta. Un noir vegetariano
di Francesco Savino e Stefano Simeone

Bao Publishing, 2017
€ 17,00









Nel Distretto dei Fiori, dove si fugge dal mondo degli umani e molto spesso piove, l'atmosfera non è festante. Il cimitero di vasi rovesciati si arricchisce sempre di più: nei giorni di sole, i fiori spariscono senza lasciare traccia, rapiti dai perfidi girasoli Anthos ed Elios. Nessuno sa cosa succeda loro, solo che vengono portati verso la Serra. Carl il Cactus arriva in città in un giorno di pioggia, le spine fradice e il cuore pesante, alla ricerca di Nora, la sua fidanzata che rientra nella lista degli scomparsi. Mentre nel mondo delle piante e dei fiori si diffonde sempre più l'eco pauroso della parola "vegani", Carl dovrà fare luce su un terribile mistero.


ATTENZIONE: VEGAN ADVISORY. EXPLICIT CONTENT
Il web, ormai entità viva e pensate che si divide, si indigna e si commuove, è da tempo anche incubatore di progetti comics. Sicuramente è un fenomeno molto più diffuso oltreoceano, ma anche in Italia abbiamo i nostri esempi di passaggi dal web al cartaceo: uno su tutti è il celeberrimo Zerocalcare. Oggi facciamo la conoscenza di Francesco Savino e Stefano Simeone, autori di Vivi e Vegeta. Un noir vegetariano. Nato come webcomic a puntate all'interno del contenitore Verticalismi.it, questo graphic feuilleton è appena approdato alla carta con Bao Publishing, casa editrice da sempre attenta a scandagliare con intelligenza il web.
Vivi e Vegeta ci porta in un mondo di fiori e piante, parallelo a quello degli umani: i vegetali sono infatti qui rifugiati per sfuggirci, sempre più pressati dalle tendenze vegetariane e vegane che imperversano. Per gli umani, siamo un gioco, un regalo, da qualche tempo...un alimento racconta la margherita Leucotea ad uno stupefatto Carl. Eppure il mondo vegetale si presenta diviso al suo interno, con un non ben precisato scisma tra piante e fiori e le rose, piante elette degli umani, che vivono appartate. Vediamo un universo non del tutto svelato, con punti storicamente non spiegati (come lo scisma) e interrogativi sulle abitudini di vita, sul sistema di governo, sugli svaghi e le relazioni intervegetali.


Un mondo straordinariamente ricco che mescola elementi di noir, atmosfere western e ironia ben calibrata. Le piante antropomorfe che popolano questo mondo, vivono sotto una pioggia quasi perenne: un'acqua battente che però tiene al sicuro gli abitanti dalle misteriose incursioni dei girasoli, perfidi rapitori di fiori ancora in boccio. 
Carl, riluttante eroe che proviene dal deserto, con il suo fazzoletto texano al collo, è il "buono" che, con la motivazione di voler ritrovare e salvare la sua fidanzata Nora, tirerà fuori le spine e svelerà l'oscura minaccia che grava sul mondo vegetale e si concretizza nel sito verdeclorofilliano.com
Il mondo verde ha anche accenni di amara ironia: incontriamo quindi la gang di motociclisti "Gallina vecchia" ortaggi allo stato brodo (non è un errore di battitura) in fuga dagli esseri umani che li usavano per preparare consommè. Leucotea è una margherita dai petali rovinati per il m'ama-non-m'ama che ha imparato sulla propria testa quanto l'amore sia un gioco serio da non affidare ai petali di un povero fiore.
I capitoli sono piuttosto brevi, nove tavole al massimo, nel quale si riconosce il colorismo netto e saturo di Stefano Simeone (già autore per la Bao di Diciottovirgolatre).
Questo mondo, sul quale speriamo arrivino nuovi capitoli, è una divertente (ma forse non troppo) stoccata alla cucina moderna che ormai si accanisce contro i fiori e le piante. Le galline in fuga, i Babe e i loro similari per anni ci hanno mostrato la nostra crudeltà verso il mondo degli animali. Oggi è ora di prendere garbatamente in giro e far sentire un po' in colpa la deriva vegetariana. Pensateci la prossima volta in cui mangerete un'insalata disegnata come un mandala. Pensateci, perché forse, da qualche parte in uno spazio parallelo al nostro, il minipimer non è visto come un eccezionale gadget da cucina, ma come venefico strumento di morte.

Giulia Pretta