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«Tutti cercano il loro pezzettino di senso. Qualche effimera cosa perfetta che possa renderli più vivi»

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Le buone intenzioni
di Kate Tempest
Frassinelli, 2017

Traduzione di Simona  Vinci
pp. 327
€ 18.50 (cartaceo)


Lei viene da una lunga schiera di persone che hanno lottato come cani per tutto quello che hanno avuto. Che si sono spinti in posti impossibili. (p. 83)

Essere giovani ai tempi della crisi non è semplice: ogni singola cosa viene conquistata a qualsiasi costo, anche andando contro "le buone intenzioni" che ognuno si è riproposto. Così Harry, compressa in una identità che non sente sua, si trova a confrontarsi quotidianamente con la sua omosessualità e col sentirsi in trappola in un corpo di donna che le sembra estraneo. E sa bene che per riuscire a realizzare il suo sogno di aprire un locale deve continuare a vendere droga ai piani alti, nell'alta società di Londra per un altro po'. In ogni caso ha Leon al suo fianco, un fratello putativo, che ha condiviso con lei gioie e drammi familiari e che la segue come un'ombra, guardia del corpo pronta ad agire senza che nessuno se ne accorga.

Certo, la determinazione e la segretezza di Harry vengono meno quando in uno dei locali dove va abitualmente a spacciare cocaina incontra Becky, che sembra incoraggiare le confidenze di Harry e anche le sue attenzioni. Becky è una ballerina mancata, che ancora non rinuncia al suo sogno di sale prove e provini, per cui di giorno fa la cameriera in un locale di famiglia e di notte assume un nome fittizio e fa la "massaggiatrice" negli alberghi. Ma come precisa Becky, non c'è niente di male in questo suo secondo lavoro: non ha rapporti sessuali con i suoi clienti, si limita a manipolare i loro corpi in cambio di un lauto pagamento. Non è facile farlo accettare a Pete, nuova fiamma di Becky, fratello di Harry (ma questo lo sappiamo solamente noi lettori, Becky lo scoprirà molto più tardi). Becky si sente libera di amare uomini e donne, perché ribadisce più volte che ci si innamora delle persone, a prescindere dal loro sesso; e tuttavia lascia che Pete, perennemente dipendente dal sussidio e incapace di scuotersi dalla sua letargia, si attacchi a lei con tutte le sue forze.

Questi non sono che alcuni cenni della densissima trama che mette in scena Kate Tempest, artista poliedrica della parola, poetessa, drammaturga, performer a poetry slam, ora romanziera con Le buone intenzioni. E tutte queste sue componenti si intrecciano indissolubilmente nel romanzo: ci sono dialoghi fitti e colpi di scena da teatro, ma anche un certo lirismo delle piccole cose, che vive di paradossi e di contrasti. Una poetica della devastazione quotidiana compare qua e là, tra metafore, similitudini e sinistesie che accumulano immagini e sensazioni. E quando nelle prime pagine saliamo in macchina con alcuni dei protagonisti, senza neanche conoscerli, avvertiamo subito che è successo qualcosa, che solo i flashback successivi spiegheranno, fino a riportarci alla scena iniziale e poi virare rapidamente verso la conclusione. Ma non è importante conoscere già Harry, Becky, Leon e gli altri amici: i loro sguardi ipercritici e straniati si poggiano sul presente, lo scandagliano senza pietà e spesso solo il mix di droga e analgesici da giorno dopo fa sopportare una Londra spersonalizzante, caotica ma dove è davvero difficile sopravvivere.

Dopo Il Nido di Cynthia D'Aprix Sweeney, Frassinelli propone un altro romanzo corale, che parte dall'intrico di storie personali, profondamente embricate, per disegnare un presente che ha gps che funzionano con meno esattezza delle bussole del passato, e sanno solo indicare ai personaggi: cavatevela, a qualsiasi costo.

GMGhioni