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#ioleggoperché | La redazione si racconta: Francesco

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#ioleggoperche siamo nani sulle spalle dei giganti

    Siamo ciò che siamo perché qualcuno ci ha preceduto. Una lunga catena che ci rannoda intorno a un’unica esperienza di quanto siamo bisognosi di chi ci precede, nella vita, nella cultura, nella formazione, nei gusti, nella lettura. In questa catena fatta di eccedenze magnifiche e di modeste fragilità ho riconosciuto il mio desiderio di apprendere, di fissare i miei occhi sulle pagine scritte per poter entrare in contatto con chi, in passato, ha voluto comunicare con noi. A partire da mio nonno per finire con mio padre, la catena mi ha coinvolto. Accanito lettore di tutto mio nonno, un silenzioso divoratore di libri mio padre e infine io, bibliofilo incurabile, circondato di libri e assorto nella lettura, come loro, appena  posso. 
    Nella mia vita ho avuto il privilegio e il piacere di potermi accostare a tutte le fasi della storia del libro. In particolare il mio ricordo e la mia esperienza sono cambiate quando per la prima volta, in ambito di studi e di formazione, ho potuto vedere un manoscritto, nella Biblioteca Vallicelliana di Roma. Un momento di impatto fortissimo che mi ha scosso. Vedevo con stupore quelle pergamene vergate a mano in una calligrafia medievale intensa e profondamente eloquente. Ho visto in quel mio primo codice tutta la forza e la preponderanza della nostra cultura scritta. Avevo sempre avuto il piacere della lettura, sin da piccolo, ma in quel momento, quando il commesso della Biblioteca ha depositato distrattamente il codice davanti a me ed il mio professore ha cominciato a sfogliarlo e a spiegare, ho compiuto un passo in più sulla via della lettura.
    Così leggo perché la mia mente ha bisogno di ossigeno, di nuove idee in un mondo che ricicla sempre le stesse e in alcuni periodi leggo andando alla ricerca di quel libro che ti ricorderai per sempre per la sua bellezza intrinseca.
    Leggo perché ne ho bisogno; continuamente teso tra lavoro e vita privata, la lettura è la possibilità di viaggiare, di conoscere, di sfiorare i mondi delicati dei personaggi e degli scrittori che gli hanno dato vita. Non mi piace leggere solo narrativa, infatti essa fa sempre da intermezzo, perché il mio tempo lo dedico principalmente ai classici, latini e greci, ai saggi o ai “manuali”, agli articoli delle riviste specializzate, ai libri d’arte, alle introduzioni, ecc… Mi piace approfondire, scendere in profondità, scoprire nuovi passaggi, intricate spiegazioni di elementi banali, così intricate che una volta capite mi rivelano la gioia di nuovi significati. In questo l’etimologia e gli studi di filologia mi hanno sempre appagato.
   

Infine vorrei dire che leggo perché sono convinto che far scorrere gli occhi sulle pagine e sfogliarne una dopo l’altra sia il miglior esercizio per sfuggire al provincialismo delle idee, dei ragionamenti e delle riflessioni, l’unico modo per poter desiderare ardentemente e con pervicacia di scoprire la realtà che ci circonda, di osservare l’esistenza con la consapevolezza di tutto ciò che di buono e di male esiste in essa, per questo leggo, con l’intenzione di viaggiare con la mente e la fantasia rimanendo sempre ancorato al mondo presente.

Francesco B.