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#EditoriaInProgress: “Editoria accessibile”

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Martedì 7 maggio si è svolto il terzo incontro del ciclo Editoria in progress, organizzato dal Master “Professione editoria” dell’Università Cattolica di Milano in collaborazione con l’AIE (Associazione Italiana Editori). Dopo le prime due giornate dedicate ai cambiamenti dell’editoria religiosa e al giornalismo editoriale tra carta e web, l’ultima, dal titolo “Editoria accessibile: le nuove opportunità del digitale”, è stata un’ulteriore occasione per approfondire i cambiamenti e le possibilità che le nuove tecnologie determinano nel mondo editoriale.

Nel corso dell’incontro è stato presentato anche il progetto LIA (Libri Italiani Accessibili), interessante punto di partenza per una riflessione sulle nuove competenze richieste a chi lavora in editoria, sulle modalità di riorganizzazione della filiera e di progettazione di nuovi prodotti. A coordinare, Cristina Mussinelli, consulente editoria digitale AIE, membro del board IDPF e responsabile del progetto LIA. Sono intervenuti Luca Ciaffoni, esperto di accessibilità software dell’Istituto per i ciechi Francesco Gavazza, Giulia Bussotti, referente produzione e-book accessibili LIA/AIE e Rosa Mugavero, referente coordinamento del progetto LIA/AIE. Mussinelli ha dato il via all’incontro proponendo una prima riflessione sull’accessibilità, tema che sempre più interessa chi si occupa di editoria a tutti i livelli. Solo pochi giorni fa, per fare un esempio, il colosso Amazon ha pubblicato una versione accessibile di tutti i suoi software per la lettura. Ha, inoltre, sottolineato che lo scopo delle presentazioni dei relatori sarebbe stato mostrare come il lavoro sul concetto di accessibilità influenza tutti gli aspetti e gli attori della catena produttiva e distributiva.



Luca Ciaffoni ci ha mostrato, attraverso l’utile ausilio di video e immagini, le diverse modalità di scrittura e di lettura di cui possono usufruire gli utenti non vedenti, ipovedenti o con problemi di discromatopsia. Dattilobraille, tavoletta e punteruolo, software di screen reader che interpretano il testo e lo traducono all’utente mediante sintesi vocale o display braille, videoingranditori software e hardware, sono solo alcuni degli strumenti dei quali abbiamo parlato. Non si dimentichi, inoltre, che il digitale offre notevoli vantaggi anche per le persone che soffrono di forme diverse di disabilità, come la dislessia.

Rosa Mugavero ha, invece, introdotto il progetto LIA, avviato nel 2011 con lo scopo di aumentare la disponibilità sul mercato di prodotti editoriali accessibili per non vedenti e ipovedenti. Tra gli obiettivi del servizio LIA: mettere a disposizione 3000 titoli di narrativa e saggistica accessibili, creare un unico punto di raccolta delle richieste di messa a disposizione dei titoli, rendere l’accessibilità mainstream. Nel contesto di diffusione delle nuove tecnologie digitali, grazie all’uso di device e software di lettura sempre più sofisticati, coloro che hanno lavorato al progetto LIA hanno scelto di adottare uno standard di produzione (il formato epub) e di catalogazione tramite metadati definiti e distribuiti (ONIX for Books). È stato elaborato un modello che prevede la creazione di ebook accessibili fin dalla prima pubblicazione, nonché un servizio VCC (Validazione Conversione Certificazione). Anche sul versante della distribuzione, si prevede il raggiungimento di una completa accessibilità degli store online, grazie a vetrine accessibili e integrate (organizzate esattamente come le vetrine degli altri store online e fruibili sia da pc fisso che da dispositivi mobili), e dei sistemi di pagamento elettronici.
Il progetto si propone anche lo scopo di studiare e favorire le pratiche di lettura per utenti con disabilità analizzando il livello di accessibilità di device e software di lettura già in commercio e di organizzare appositi corsi di formazione. Un’operazione di completa sensibilizzazione, insomma, basata sull’elaborazione di linee guida che in molti hanno già iniziato a seguire. Tanti editori grandi, medi e piccoli hanno aderito e allo stato attuale sono più di 2000 i titoli già forniti a LIA.
Alla base del lavoro sta anche un’accurata indagine sulle abitudini di lettura condotta con UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti), CNUDD (Conferenza Nazionale Universitaria dei Delegati per la Disabilità) e l’Università degli Studi Milano Bicocca. Lo studio ha dimostrato che i lettori ipovedenti e non vedenti sono lettori forti, risultato molto significativo nonché spunto per una ancora più consapevole riflessione sulla necessità di adeguamento a nuovi criteri di progettazione dei prodotti editoriali. LIA è un punto di riferimento a livello nazionale e internazionale, collabora con importanti partner come IDPF (International Digital Publishng Forum), EditEUR, Apple e Adobe. Siamo di fronte a una dimostrazione palese di come il mondo editoriale non possa più evitare di dialogare con quello tecnologico.

L’ultimo intervento è stato quello di Giulia Bussotti, la quale ci ha fornito alcune indicazioni tecniche sulla creazione degli e-book. Essa è basata su linguaggi di marcatura: XML (Extensible Markup Language), HTML (HyperText Markup Language), CSS (Cascading Style Sheet). Gli standard sono stati illustrati e approfonditi nelle loro specificità per mostrarne gli scopi: offrire convenzionali sistemi per la marcatura e la presentazione dei testi a livello strutturale, logico, semantico, di formattazione. Il formato epub, scelto anche per il progetto LIA, è uno standard creato dall’IDPF nel 2007 che permette al testo di adattarsi in modo fluido al dispositivo di visualizzazione. Epub usa un vocabolario condiviso basato su XML e sui CSS, un formato di metadata machine readable (leggibili dalle macchine). Giulia Bussotti ha anche fatto accenno a uno dei più diffusi metodi di lavorazione di un file epub, Adobe In Design, oggi giunto alla versione 6.0 e che già dalla 2.0 era in grado di esportare l’impaginato in un linguaggio di output XML.
Tutti gli interventi hanno, in conclusione, posto l’accento sul concetto ampio di accessibilità. Esso non si esaurisce nella definizione data dall’ISO (International Standard Organization) di “possibilità offerta a qualsiasi utente di accedere ai contenuti indipendentemente non solo dalla disabilità ma anche dalla tecnologia utilizzata”. Quando si parla di accessibilità digitale si deve tener conto di:
- Accessibilità del file
- Accessibilità del dispositivo di lettura e delle app
- Accessibilità vincolata al DRM (Digital Right Management)
- Accessibilità legata alle pagine degli store per l’acquisto di e-book e per le transazioni
È un problema che va affrontato da diverse prospettive, cercando di entrare sempre più nell’ottica che un file epub accessibile per utenti con disabilità è anche un file migliore per gli utenti normodotati.


[Vi ricordo che tutti gli interventi sul ciclo "Editoria in progress" si possono leggere qui.]



Claudia Consoli