in

#CritiCOMICS: Letteratura e fumetto: "Orgoglio e Pregiudizio" con i balloons

- -

Orgoglio e Pregiudizio
di Sicks

Zandegù (collana "I Bignè"), 2013


Un tempo, ma non tanto tempo fa, quando eravamo piccoli, ogni mese uscivano in edicola "I grandi classici Disney". Come non ricordare I Promessi Paperi e la versione successiva I Promessi Topi? Le avventure di Top Sawer, Canto di Natale con Zio Paperone nei panni di Scrooge? Personalmente adoravo L'inferno di Topolino, l'intero inferno dantesco riscritto in terzine e riadattato con una cura e una precisione strabiliante. Quando ancora si era troppo piccoli per apprezzare i capolavori della letteratura mondiale ci si poteva fare una prima infarinatura con le versioni annacquate e divertenti degli eroi Disney.

Se ci si pensa è un modo per educare i giovani lettori. Se si sono divertiti da piccoli con queste storie, da grandi apprezzeranno con maggiore sottigliezza (e anche, perché no, con un sorriso) la narrativa di Manzoni e i danteschi "vuolsi così colà dove si puote". La giovane e fresca casa editrice indipendete Zandegù si è posta su questo filone con la collana I Bignè, ovvero Bignami letterari a fumetti.
Mi ci sono approcciata con entusiasmo, soprattutto perché il primo volume della serie è Orgoglio e pregiudizio, libro dalle alterne fortune nella mia libreria (lo abbiamo più volte recensito, anche perché proprio quest'anno sono ricorsi duecento anni dalla pubblicazione). Ne sono rimasta colpita e, sì, un po' sballottata. Perché quando mi si è aperto l'epub ho visto che si trattava solo di 15 pagine! Abituata ai Topolino della mia infanzia ho pensato che non sarebbero mai state sufficienti per dipanare come si deve un romanzo tanto intrecciato. Soprattutto mi ha fatto venire in mente l'ormai radicata diatriba sul fatto che la nostra letteratura sia sempre più in pillole, "twittata" e che oltre i 140 caratteri non siamo più in grado di apprezzare e comprendere un testo scritto.

E invece, sorpresa! Tratteggiata con ironia, leggerezza e semplicità la storia si comprende appieno e con pochi balloons il carattere dei personaggi è colto in pieno. Tanto che viene da chiedersi (col rischio di commettere una blasfemia letteraria!) perché la Austen abbia utilizzato tutto quell'inchiostro. Tocchi di modernità non stonano, ad esempio il titolo di Missa Balera 1813 assegnato a Jane che strega Bingley con la sua danza. Elizabeth ha il carattere molto marcato che la versione cinematografica ha consegnato all'immaginario comune e la signora Bennet è stressante e lamentosa come da tradizione. L'autrice è la giovane illustratrice e pittrice romana Sicks. La storia è disegnata con colori sui toni del seppia, proprio quelli che ci si immagina adatti ad un romanzo ottocentesco, mentre i grandi occhi dei personaggi non possono non richiamare alla mente le figure dei manga contemporanei.

Un volume snello e gustoso. E' quanto mai azzeccato il nome "Bignè" e per questa collana mi posso augurare due cose: la prima è che continui a regalarci altri dolci, la seconda che faccia nascere nei lettori la curiosità di aprire la fonte, quei capolavori che talvolta rimangono a prendere polvere sugli angoli delle biblioteche.

Giulia Pretta