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Tahar Ben Jelloun, La rivoluzione dei gelsomini

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La rivoluzione dei gelsomini
di Tahar Ben Jelloun
Bompiani, Milano 2011

Traduzione di A. M. Lorusso
€ 9.90
pp. 144

Libro di grande attualità che ci aiuta a comprendere meglio quello che sta accadendo dall'inizio del 2011 fino ad i nostri giorni, in quanto come dice l'autore stesso in base agli ultimi accadimenti, "il centro del mondo si é spostato in Africa".

Mentre infatti la vecchia Europa sembra più preoccupata di difendere i propri confini, nel mondo arabo sta avvenendo una vera e propria rivoluzione, facilitata anche dal nostro più grande attuale strumento di comunicazione che è internet.
Parlando della rivoluzione egiziana che ha portato alla caduta del regime di Mubarak, nel libro si rende
"omaggio a una giovane donna di 28 anni, Isra Abdel Fattah, una militante per i diritti civili, ma soprattutto una militante che sa usare internet e Facebook" .
Un uso perciò rivoluzionario di un semplice social network, ella infatti ha fatto
"un appello su Facebook affinché un milione di egiziani scendesse nelle strade per cacciare Mubarak".

In tutti questi anni l'Europa che oggi sembra spaventata dai flussi migratori provenienti dal nord Africa ha chiuso gli occhi di fronte alle dittature che regnavano in questi paesi:
"abbiamo appena saputo che alcuni ministri francesi accettavano inviti in Tunisia, in Egitto, e facevano coppia perfetta con dittatori di cui sapevano tutto, compreso il modo in cui torturavano e facevano sparire gli oppositori del governo."
E' storia purtroppo di pochi giorni fa il rischio di uno scontro diplomatico tra Italia e Francia per alcuni tunisini che volevano varcare il confine a Ventimiglia per arrivare in Francia.
Questi regimi spesso sono stati giustificati come argine al diffondersi di un regime fondamentalista come è avvenuto in Iran, ma l'autore spiega abbastanza bene perché la situazione in questi posti invece è diversa e non si corre perciò un tale pericolo.
Capire il mondo dell'Islam ci aiuta ad avere meno pregiudizi verso di esso, non si deve confondere la religione islamica con il fondamentalismo: 
"l'Islam non solo riconosce e rispetta le altre religioni monoteiste, ma ordina ai musulmani di riconoscere e celebrare i profeti che hanno preceduto Maometto".
Se si volevano prevenire gli attuali flussi migratori bisognava perciò preoccuparsi di ciò che per tanti anni è accaduto in questi paesi,
"tanto più che organizzazioni come Human Rights Watch, Amnesty International, la Lega dei diritti dell'uomo e molte altre ONG hanno fatto un eccellente lavoro di inchiesta, ricerca e di denuncia".
Era quindi prevedibile che dopo tanti anni di oppressione questi popoli si sarebbero sollevati contro i propri regimi e che domandino di vivere sia nel proprio paese che nella "democratica" Europa di vivere una vita migliore per sé e per la propria famiglia.
Ci siamo illusi per troppo tempo che il centro del mondo fosse l'occidente ma questi paesi considerati terzo mondo non possono più essere ignorati nel futuro della scena mondiale anche perché a differenza del vecchio continente hanno una popolazione molto più giovane della nostra e con uno spirito meno conservatore del nostro.

Lucia Salvati