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Ezra Pound e le "rose" della Provenza

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"Rose rampicanti". Appunti di viaggio nella terra dei trovatori
Ezra Pound

a cura di Francesco Cappellini
Via del Vento edizioni, 2008

Rose rampicanti è un libro anomalo. Innanzitutto, perché non è un libro: composto di circa trenta pagine, sarebbe più appropriato definirlo una plaquette, o semplicemente un taccuino. In più, è un racconto di viaggio, organizzato per tappe (ogni capitoletto corrisponde grosso modo a una città) e impressioni; e raccontare un viaggio, lo sappiamo bene, significa raccontare molto altro, soprattutto se il viaggiatore in questione è un poeta come Ezra Pound e il suo viaggio si svolge in una terra come la Provenza.
Ezra aveva trentasette anni quando, nel 1922, intraprese un faticoso viaggio a piedi (quasi a voler ritornare viandante, per ritrovare un tempo differente) attraverso le città e i castelli della Francia Meridionale, a partire da Poitiers, “città-madre [della lirica trobadorica, n.d.A.], distesa intorno a me, stregante, confusa e commovente”. Egli aveva già al suo attivo studi universitari e saggi su Lo spirito romanzo (1910), aveva tradotto Dante e Cavalcanti (a quest’ultimo aveva anche dedicato un’opera musicale, 1933) e i suoi Cantos, pubblicati nel 1922, contenevano moltissimi riferimenti al mondo dei trovatori, sintomo di una consonanza spirituale dichiarata dallo stesso autore, quando afferma “Può darsi che una certa affinità di temperamento mi faccia parziale per quest’età” (Lo spirito romanzo).
La Provenza rappresenta dunque per Pound un’occasione di riflessione critica e poetica: la patria del canto dei trovatori per il poeta americano (e non solo) è anche il fertile luogo in cui nasce la moderna poesia occidentale. Come tale, è una terra gravida di storie e di profumi. Insomma, è impossibile essere imparziali:
“Ci sono molti cespugli di rose rampicanti sui muri. (…) E chiunque trovi da ridire sul modo & sulle forme del loro cantare, sulle loro canzoni o canzos, è uno stolto, proprio come se qualcuno trovasse da ridire sul crescere delle rose intorno a un pergolato. E nessuno potrebbe sedere qui a questa finestra e credere che vi sia qualcosa di stravagante nel modo in cui crescono quelle rose.”

Rose rampicanti è una bella lettura, che offre un continuo invito a soffermarsi, riflettere, immaginare suoni e paesaggi. La Provenza, luogo dell'anima (e della Poesia) per Pound, diventa luogo del sogno per il lettore. Unica pecca del libro, alla fin fine, è proprio la sua brevità: del diario di viaggio di Ezra (pubblicato per intero a New York, nel 1992, con il titolo A walking tour in southern France – Ezra Pound among the Troubadours) possiamo leggere soltanto alcuni estratti, e la sensazione di una lettura incompleta è proprio insopprimibile. Inoltre, la scelta editoriale ha imposto anche delle tristi limitazioni grafiche: un capitolo, scritto interamente nel vers libre poundiano, è riportato invece in una prosa quasi illeggibile per esigenze di spazio. Trascrivo proprio un passo di questo capitolo, senza risparmiare nulla (sappiamo bene che la poesia si nutre anche dei suoi vuoti). Sono le pagine più belle del libro, dove la sensibilità del poeta prende ferocemente il sopravvento sul paesaggio che osserva:

Può un uomo
angustiarsi facendo
poesia di notti
come
questa?! Pazzi, lettori di libri,
andate a Sud & vivete
là. È
tutto ciò che ho
da dire stavolta,
alla fin fine,
che la vita,
nonostante tutti
i suoi dannati
imbrogli & intrighi,
vale la candela,
andate a sud & vivete là
giorni e notti &
quel che resta, nel
corpo e nello spirito.
(…) Ma non siate
parchi né mediocri nel
desiderare. Quasi sempre, ma
non abbastanza, andavo ripetendo con Baudelaire:
siate ubriachi.

Laura Ingallinella