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Carroll senza Alice: quando il paradosso si traveste da racconto. "Una storia ingarbugliata" di Lewis Carroll

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Una storia ingarbugliata
di Lewis Carroll
Il Saggiatore, 2025

Prefazione di Stefano Bartezzaghi
Traduzione di Duccio Valori

pp. 200
€ 17 (cartaceo)

Un groviglio logico per un gioco raffinato in una vertigine linguistica senza tempo.

In Una storia ingarbugliata, pubblicato per la prima volta su un mensile per ragazzi tra gli anni 1880 e 1885 e ora riproposto nel 2025 da Il Saggiatore in una nuova e raffinata edizione, Lewis Carroll si dimostra ancora una volta il maestro indiscusso del paradosso narrativo e della logica travestita da fiaba. In questi dieci racconti, o meglio "nodi da sciogliere", come lui stesso li definisce, l'autore del più celebre Alice nel Paese delle meraviglie, sfida apertamente il lettore invitandolo a tenergli testa.

Protagonista della storia è un gruppo di personaggi che, immersi in una conversazione solo in apparenza surreale, affrontano una serie di sillogismi sempre più intricati. 

Nel primo nodo, intitolato "Excelsior – Su e giù per il sentiero guidali tu folletto" vediamo infatti protagonisti due viaggiatori, uno più giovane e uno più anziano, intenti a percorrere un cammino e a riflettere su quanto tempo abbiano impiegato per percorrere il tragitto. L'autore fornisce al lettore tutti gli strumenti necessari alla risoluzione dell'enigma, fornendogli una sorta di "legenda", o meglio, una sorta di manuale di istruzioni su come maneggiare la sua opera. Il risultato è un racconto che assomiglia più a un'equazione narrata che a una favola tradizionale, in cui ogni parola è misurata e ogni battuta è calcolata. Carroll gioca con la logica come fosse un mazzo di carte: la mescola, la distribuisce e sorprende il lettore a ogni mano.

Nel secondo nodo l'autore inizia invece solleticando l'arguzia del lettore

Un osservatore imparziale avrebbe potuto obiettare che l'operazione era superflua e che, per quella creatura lunga e dinoccolata, sarebbe stato meglio avere gambe più corte, ma un'idea del genere non venne in mente ai suoi affezionati pupilli. Uno da una parte e uno dall'altra, fecero del loro meglio per stare al passo [...]. (p. 38)

Per poi proseguire, anche nei capitoli successivi, con quanto di più linguisticamente contrastante ci possa essere: ossimori, paradossi, rebus. Il tutto sapientemente miscelato in un apparente groviglio di allusioni e di sfide all'intelletto umano.

Ma quest'anno, ohimè, chi è in grado di giudicare? Ci sono tre concorrenti diverse sotto tutti gli aspetti! Mentre sarete impegnati a decidere chi ha diritto a tale posizione, Sua Radiosità mi dice di riferirvi che sarete alloggiati a titolo completamente gratuito nella migliore prigione segreta e riceverete in abbondanza pane e acqua della migliore qualità. (p. 75)

Carroll si fa beffe del lettore e non cela mai la sua incontrastata superiorità. Attenzione, però, perché l'opera è rivolta ai più giovani e oggi potrebbe essere paragonabile a una sorta di enigmistica di qualità. Ogni nodo dà sfogo all'estro creativo di Carroll proponendo aneddoti a cui è difficile star dietro in termini di logica e linearità, ma, anche se sembrano un viaggio allucinogeno in cui alla fine si vedono davvero la tana del coniglio e il cappellaio matto, in realtà tutto è minuziosamente plasmato dalla matematica stessa.

Il lettore meno avvezzo a tale scienza non deve demordere però, perché al non soluto vi è un rimedio. Capovolgendo il libro tutte le soluzioni verranno svelate. O meglio tutte, tranne una: all'interno del libro c'è infatti un garbuglio irrisolto, e che se si pensa di aver compreso, si può tentare la scalata al Club dei solutori inviando una mail direttamente alla casa editrice. Per fortuna non si deve più mandare una lettera allo stesso Carroll, perché, come ben spiega Stefano Bartezzaghi nella sua prefazione, il reverendo Charles Lutwidge Dodgson rispondeva in maniera che poco si confaceva a un uomo di Chiesa, quando per sbaglio il lettore mandava una lettera di ringraziamento a lui e non al suo pseudonimo. Inutile dire che veniva rispedita senza troppe cerimonie al mittente.

[...] come nella marmellata della nostra infanzia venivano nascoste, con tanta astuzia ma poca efficacia, le medicine. (p. 29)

La nuova traduzione di Duccio Valori è lucida, attenta, rispettosa dell'umorismo e della precisione linguistica originale. Restituisce la complessità del testo senza appesantirlo. L'introduzione di Bartezzaghi, poi, contestualizza l'opera nel panorama filosofico e letterario dell'epoca, ma anche nella sua attualità: Una storia ingarbugliata parla ancora oggi a chi si interroga sulla coerenza e sull'ambiguità del linguaggio. 

Perché quindi leggerlo? Perché è una raccolta di racconti stimolante. È da leggersi come un esercizio di pensiero che diverte, confonde e affascina. Per chi ama le sfide intellettuali, ma anche per chi vuole vedere come nonsense possa diventare un'arte rigorosa.

A chi è rivolto? Agli appassionati di logica, agli amanti delle stranezze letterarie, ai lettori di Alice nel Paese delle meraviglie cresciuti e diventati filosofi, o a quei bambini che "hanno attraversato lo specchio" e sono rimasti ancor oggi con la testa capovolta all'ingiù.

In conclusione, se si cerca un divertissement per le nostre vacanze estive, questo libro farà al caso nostro perché ci farà fare un viaggio mentale che non avrà né spazio né tempo, e l'unico bagaglio che dovremo portare con noi sarà quello di esserci applicati in algebra e trigonometria.

Carlotta Lini