Una copertina tanto scarna quanto carica di simboli presenta Il fumo e l'incenso, e la pregnanza di quei segni neri si spiega a mano a mano che si legge l'opera. Perché una croce? Perché un albero che fa ombra e che, al tempo stesso, sembra indicare due direzioni differenti? Perché un uomo che guarda? Forse un testimone?
L'azione si apre in un paesino siciliano come ce ne sono tanti nell'entroterra, Serrapriola, dove si sopporta a stento il caldo e il passaparola da una vicina di casa a una compaesana genera mormorii e tiene desti nella sonnolenza di una quotidianità piuttosto immobile. Zia Nannina e la sua amica zia Filomena sono proprio così: due donne sole, avanti negli anni, che costituiscono la memoria storica del paese nonché la cassa di risonanza di qualsiasi pettegolezzo. E i giudizi – spesso gratuiti – non mancano. A sconvolgere i loro discorsi e più in generale i ritmi di Serrapriola è la notizia della scomparsa del quindicenne Luca D'Avola. Di bell'aspetto, ragazzino rispettoso, calciatore nella squadra locale allenata da padre Ramacca, Luca non ha mai destato particolari preoccupazioni a casa, se non di recente, quando i genitori hanno scoperto che spendeva troppi soldi in applicazioni e in siti vietati ai minori. E così gli hanno ritirato temporaneamente il telefono.
La sua scomparsa, dopo una lite con i genitori e dopo essere uscito con la sua compagnia come ogni giorno, getta tutti nel panico, compresi i suoi amici, soprannominati "I megli". Più o meno coetanei, Gesualdo, Kevin e Rosario sanno che Luca sta esagerando con gli spinelli, e proprio nelle prime pagine troviamo uno scontro nel gruppo, quando Luca mostra un pezzo di fumo portato per il gruppo. Gesualdo, figlio del boss locale, don Orazio Scuderi, è il più spaventato del gruppo e il più risoluto: «Ma tu lo capisci che, se lo sa mio padre, ammazza tutti e due?» (p. 8). La tensione tra Luca e Gesualdo è palpabile, benché noi lettori ne ignoriamo le ragioni, ma l'azione resta sospesa e un nuovo capitolo ci porta altrove.
L'obiettivo dell'autore è, infatti, quello di presentarci il contesto sociale, innestando qui e là motivi di inquietudine che possono già farci intuire che dietro alla scomparsa di Luca c'è qualcosa di grave. A indagare, intanto, ci si mette il maresciallo Maira, mentre la famiglia, gli amici di Luca e tanti altri in paese non si danno pace. E intanto procedono anche le domande – anche fuori da interrogatori ufficiali – del maresciallo: l'impressione è quella che ognuno sappia più di quanto voglia o osi confessare.
Ad attenderci c'è una scoperta amara, in seguito alla quale le indagini non possono che accelerare, con tutta la disperazione del caso. Anche l'ex giornalista d'inchiesta Sergio Vilardo, per quanto alla ricerca di una vita tranquilla, non riesce a tenersi dal tutto fuori dal caso. Ed entriamo così in una dinamica di silenzi omertosi e mezze rivelazioni, parchi tradimenti di verità e ritrattazioni,... La ricerca della giustizia sembra continuamente entrare in vicoli ciechi che già Sciascia ha magistralmente raccontato nei suoi romanzi. E che Michele Burgio riprende omaggiando il maestro qui e là, con garbo e, saggiamente, senza mettersi in competizione.
Sentiamo così serpeggiare la presenza discreta ma onnipotente del boss locale, che si sente incaricato di mantenere la pace a Serrapriola; avvertiamo lo strapotere della Chiesa sul piccolo paese, perché non c'è niente che non si muova senza che anche il parroco lo sappia; percepiamo il senso di impotenza del maresciallo e del giornalista, convinti che la verità verrà a galla a fatica.
Romanzo pieno di sicilianità pur non avvertendo la necessità di abbracciarne la lingua, Il fumo e l'incenso indaga anche sul senso di responsabilità personale, tra colpe e rimorsi, desideri di vendetta e inquietanti turbamenti che non trovano pacificazione. Se è vero che non si esce rasserenati dai contenuti del romanzo, ci si sente invece rassicurati dalla scelta di una struttura narrativa vincente, nonché da un equilibrio molto efficace tra parti narrative e speculazioni, dialoghi e descrizioni.
GMGhioni
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