di Michela Panichi
Nottetempo, maggio 2025
pp. 264
€ 15,90 (cartaceo)
€ 10,99 (ebook)
È una Ischia assolata, coi colori del mare e della sabbia, che accoglie, come ogni anno, la tredicenne Cecilia e la sua famiglia. Se lo stabilimento balneare e la casa delle vacanze sembrano immutati, Cecilia si sente diversa: sta vivendo suo malgrado i cambiamenti che il suo corpo lentamente - più lentamente rispetto alla sua amica Teresa - sta accennando, anche se lei non si sente ancora pienamente "femmina", e non sa nemmeno se vuole entrare nell'adolescenza. La prospettiva di assomigliare a sua madre Barbara, donna tanto avvenente quanto lontana e poco affettuosa, non l'ha mai attirata e di recente ancor meno; viceversa, lei si sente a proprio agio insieme al fratellino Luca e a suo padre Mauro, figura idealizzata.
Ci hanno insegnato tanti scrittori, da Elsa Morante con L'isola di Arturo al più recente Settembre nero di Sandro Veronesi – e ce lo insegna la vita – che per crescere bisogna purtroppo aprire gli occhi sulla realtà e far scendere dal piedistallo le proprie figure di riferimento, a cominciare dai genitori. Si inizia così a vedere gli altri per quello che sono: umani e imperfetti. Ma questo processo non è mai indolore e nei primi tempi domina la bruciante delusione di chi si sente tradito. E per questo giudica impunemente gli altri.
Per Cecilia qualcosa si incrina già durante i primi giorni di vacanza: suo padre va e viene dalla città, perché ha ancora gli esami e come professore di arte deve parteciparvi, ma non è questo a seminare malcontento in casa. Vi serpeggia infatti una tensione nuova, accompagnata da indizi inquietanti che il lettore svela ben prima di Cecilia. Non perché Cecilia non veda le cose, ma perché teme di unire i puntini e osservare la figura che ne uscirebbe. Eppure lei, io narrante della storia, ha anche una genuina e cocciuta sete di verità e lascia che pian piano i dubbi prendano corpo, seguendo un suo personale percorso di svelamento delle menzogne. La delusione è dietro l'angolo. Così come il rischio di lasciarsi manipolare dalla figura paterna e dal suo innegabile fascino:
«C'era sempre il pericolo che lasciassi entrare nuovamente mio padre nel mio mondo. Che decidessi che assomigliargli era l'unico modo per crescere» (p. 211).
Parallelamente al tema familiare, nel romanzo è fortissima la ricerca della propria identità: chi è davvero Cecilia? Non sarebbe meglio, anziché aspettare l'arrivo del ciclo mestruale come una delle tappe fondamentali per entrare nell'adolescenza, essere un maschio? Quando vede e conosce per caso Alba, che, pur avendo solo un anno più di Cecilia, appare come una giovane donna a proprio agio nel suo corpo avvenente, qualcosa scatta. È un desiderio ancora informe, che porta però Cecilia a lasciare che gli altri ragazzi del gruppo e Alba la credano un maschio. E si ribattezza Luca, proprio come suo fratello. Indossando il costume del fratello e una protesi posticcia, Cecilia prova a vivere in un altro corpo, e scopre quanto cambino i rapporti, se si è maschi. Se sulla spiaggia dove va solitamente è per tutti Cecilia e indossa un costume da bambina cresciuta più che da ragazza, ai Maronti, dove vanno Alba e gli altri, è per tutti Luca e può vivere le sue giornate avventurosamente, cercare le attenzioni di Alba e degli altri senza essere oggetto di pregiudizi.
Assistiamo così a un inquieto andirivieni tra una spiaggia e l'altra che comporta molti rischi, ma che consente a Cecilia di stare vicino ad Alba come vorrebbe, guardandola con gli occhi desideranti di qualsiasi altro maschio, senza attirare l'attenzione.
Chiedersi se e quando la realtà verrà a galla è solo una minuscola parte di ciò che porta i lettori a voltare pagina: La Cecilia è anzitutto un romanzo scritto benissimo, con un'intensità dei contenuti che è stemperata da uno stile fresco, che fa della verosimiglianza una costante. La struttura ben solida del romanzo è tenuta sapientemente celata sotto l'apparente casualità dei giorni di mare e l'ozioso viavai senza meta di pre-adolescenti che si incontrano e si allontanano, tra baci al sapore di mare, sudore misto al sale del mare e tachicardie improvvise, alla scoperta delle relazioni, del sesso, dei limiti e delle potenzialità del proprio corpo. Il tutto, mentre gli adulti altrove sono tanto, troppo occupati dalle proprie vite per accorgersi dei cambiamenti dei figli.
GMGhioni
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