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«La notte fa ancora paura», l'esordio in narrativa di Fosca Navarra

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La notte fa ancora paura
di Fosca Navarra
minimum fax, maggio 2025
 
pp. 283
€ 18 (cartaceo) 

I tempi saranno pure cambiati, ma è inutile prendersi in giro. Una donna sola non può stare tranquilla, specie quando si fa buio. Passano i secoli, ma non cambia mai niente: a noi la notte fa ancora paura. (p. 260)
L’esordio in narrativa di Fosca Navarra (è bene specificare, perché il suo esordio in termini generali avviene nel 2023 con la raccolta di poesie Perdutamente, pubblicata con Ensemble) è un testo che viene presentato da minimum fax come un romanzo ma, a guardarlo bene, è da considerarsi come una raccolta di racconti o, al limite, una forma ibrida. Del romanzo infatti La notte fa ancora paura ha la continuità, nonché un tema centrale che attraversa tutto il testo; della raccolta di racconti ha invece la frammentarietà e il fatto che le sette storie che troviamo sono a tutti gli effetti indipendenti fra loro: hanno protagoniste diverse, ambientazioni diverse, trame diverse.

Il grande tema attorno al quale si sviluppa la narrazione è il ruolo della donna nell’epoca moderna all’interno di una famiglia di stampo patriarcale. Protagoniste, dirette o indirette, delle sette storie sono sempre ragazze nel fiore degli anni, e non importa che vivano in una ricca famiglia milanese post-unitaria, siano orfane costrette a mantenersi in una casa di tolleranza francese o figlie di contadini poveri della Cina più rurale, il loro destino sembra già scritto. Qualcuno ha già deciso per loro, ha già assegnato loro uno scopo ultimo: andare in sposa a un uomo, mettere al mondo dei bambini, rinunciare a ogni altro sogno. In questo senso, l’apice narrativo avviene con la penultima storia, dedicata a Amy ma che vede co-protagonista Adam, un ragazzo che vive in una famiglia americana degli anni Cinquanta ed è costretto a essere uomo nonostante il suo animo sia femminile. Perché il patriarcato, sottolinea Navarra fra le pagine del suo libro, non colpisce solo le donne ma anche gli uomini, e lo fa nel momento in cui i ruoli all’interno di una famiglia (ma più in generale: di una relazione, di un rapporto di forze di qualsivoglia tipo) sono già stabiliti e chi vuole provare a uscirne non ha modo di farlo se non rompendo lo schema e mettendo in gioco la propria esistenza. Ma i tempi non sono quasi mai maturi, sembra dirci Navarra, perché ogni tentativo viene soffocato, ogni atto di ribellione conduce solo a una nuova caduta. Forse un giorno, viene da dire leggendo le varie storie. Forse un giorno.

I sette capitoli vengono chiamati “vite”, perché lo sguardo del narratore si sposta su una vita diversa ogni volta. Ogni capitolo porta al successivo da un non meglio esplicitato legame esistenziale: nel momento della risoluzione degli eventi la memoria delle protagoniste si fa labile, aperta, condivisa, e in un gioco di richiami il lettore si trova poi catapultato in una nuova esistenza. Ci sono oggetti o descrizioni ricorrenti, come le stelle del firmamento, le collane di perle, i gatti, il colore rosa pesca, che sembrano attraversare le epoche e i luoghi geografici. È un espediente narrativo curioso che, unito agli esiti quasi sempre distruttivi delle trame, potenzia la sensazione di ineluttabilità e soffocamento che avvolge tutta la narrazione. Al di là di questi richiami e di queste tematiche comuni, le singole storie non sembrano avere delle connessioni forti – non al punto da poter definire il tutto un romanzo in senso stretto – e, soprattutto, il loro sviluppo sembra seguire uno schema ricorrente e alla lunga prevedibile. Il rischio è di anticipare il finale ogni volta, e questo elemento smonta l’effetto sorpresa che si dovrebbe percepire nelle ultime pagine.

In coda a tutte queste considerazioni, si può dire che la scrittura di Navarra in questo suo esordio in narrativa mostra dei momenti di debolezza e incertezza. Lo si nota in alcuni elementi troppo didascalici, nell’uso a volte eccessivo degli aggettivi e degli avverbi e in generale nella costruzione di trame che non sempre toccano in profondità il tema che vorrebbero trattare. La struttura del libro e lo sviluppo dei diversi punti di vista restano comunque notevoli. Il suo è un esordio decisamente interessante.
 
David Valentini