di Marco Di Pinto e Tiziano La Bella
Da una guida scritta dal fondatore di BeComedy Uk Marco di Pinto e dal comico Tiziano La Bella ci si poteva aspettare originalità esuberante e Alla scoperta della stand-up comedy, pubblicata da Neo, non delude le attese: le esalta.
Il testo si apre con alcune indicazioni e una dichiarazione d'intenti.
Le prime lasciano comprendere l'approccio di una comicità confusa col cabaret e dal quale si discosta per l'orientamento verso tematiche tabù e un linguaggio del tutto privo di filtri oltre che per il totale annullamento del concetto di quarta parete. La stand-up comedy è un dialogo informale tra comico e pubblico, in una sala buia, dalle pareti scure, che permette ai presenti di concentrarsi totalmente sul performer. Di Pinto, autore della prima parte, menziona comedy club come il The Improve, a New York, che fu il primo a dedicare spazio alla stand-up, seguito dal Dangerlfield's, a Manhattan; riflette successivamente sul ruolo della comicità stessa, affrontando di petto la questione del politicamente corretto, sul quale la posizione è netta: rispettando la sensibilità di tutti, e tenendo conto del contesto in cui una battuta viene pronunciata, Di Pinto, così come La Bella, è convinto che poter scherzare su qualsiasi argomento favorisca una dinamica di inclusività. Al contrario, escludendo dal meccanismo comico alcune categorie e tematiche, diamo vita a una dinamica ipocrita e castrante che seleziona a priori di cosa è lecito o non lecito ridere.
Lo ripeterò sempre: si può e si deve scherzare su tutto. Non scherzare solo su un determinato gruppo di persone è l'opposto dell'inclusività, significa piuttosto escludere quel gruppo dal gioco della comicità. (p. 128)
Chiarito questo punto, con fluidità il testo ripercorre i primi passi degli stand-up comedian, a partire dagli albori del Novecento, ponendo l'accento su una figura come Moms Mabley, pioniera del genere, passando poi dagli anni dell'Ed Sullivan Show e dei Borscht Belt. Si sofferma poi su Lenny Bruce, con la sua morte che segna la fine delle battute family friendly e l'inizio della stand-up come critica sociale.
Uno dei personaggi più controversi di quegli anni, i Settanta, fu Andy Kaufman.
Il suo anti-humour consisteva nel far ridere attraverso la mancanza di battute o la stravaganza con cui venivano pronunciate. Sopra le righe e imprevedibile, Kaufman non era né un monologhista classico né un comico da chiusure a effetto, ma incentrava la sua performance su trovate surreali, di non immediata e semplice comprensione, che spiazzavano e intontivano il pubblico. Il comico passava da strambe, estenuanti imitazioni di personaggi politici di rilievo a letture di romanzi del tutto fuori contesto, stravolgendo i tempi comici consueti. I più interessati potranno recuperare Man on the Moon (1999), film ben analizzato nel testo e in cui l'esasperato Milos Forman si ritrovò a gestire un Jim Carrey entrato letteralmente nel personaggio, che sul set creava un clima ostile, alla maniera di Kaufman stesso, che valse un Golden Globe all'attore; e anche Jim and Andy (2017), documentario diretto da Chris Smith dedicato alla lavorazione del film in questione.
Se negli Stati Uniti la comicità cavalcava soluzioni inedite, esaltate dalla verve di Steve Martin, in Europa i Monty Python calcavano i palchi sbalordendo, parallelamente, in onda sulla BBC, con puntate a episodi di sketch esilaranti. Il sestetto, attivo fino agli inizi degli anni ottanta, e composto da figure come Terry Gilliam, che nel tempo si sarebbe fatto apprezzare per una cinematografia visionaria (due esempi: Brazil del 1985 e L'esercito delle 12 scimmie del 1995), è ancora oggi d'ispirazione per una foltissima schiera di comici, che ne rielaborano i toni e lo stile parodistico.
Invece in Italia, dopo l'indifferenza che ha accompagnato la stand-up comedy per decenni, è arrivata una discreta visibilità grazie a performer di livello e una rete organizzativa apprezzabile, successiva allo spazio dedicato da canali come Comedy Central, che sorgeva sulle ceneri di Paramount Comedy e trasmetteva sketch in onda soprattutto nelle ore serali, sfruttando la scia comica di South Park. Il problema di una comicità senza freni è ancora presente, ma i passi avanti ci sono stati, e la stand-up italiana annovera attualmente performer notevoli, che hanno fatto proprie le lezioni di giganti come Louis C.K. e Ricky Gervais combinandole coi temi a noi più vicini. Luca Ravenna, Michela Giraud, Stefano Rapone (e tanti altri) non appartengono più a una nicchia ma fanno parte di un nucleo abbastanza riconoscibile, e le loro presenze in format televisivi come Lol o GialappaShow ne sono conferma.
Completata questa panoramica e dopo aver riflettuto su come certe criticità possano ancora rappresentare un ostacolo alla diffusione definitiva del genere in Italia, il testo dà spazio a una seconda parte curata da La Bella, che va nel dettaglio di alcune tecniche comiche, decostruendo e analizzando i tempi della battuta e dei monologhi sul palco, svelando qualche segreto notevole sulla scrittura comica. La Bella offre inoltre diversi consigli su come affrontare le problematiche del palco stesso, e sopravvivere al momento più temuto dagli stand-up comedian: il gelo (ci riferiamo a quando il pubblico non ride alle battute).
Tirando le somme, possiamo concludere che Alla scoperta della stand-up comedy è un vademecum sagace, la Bibbia di una comicità libera e pungente, che arricchisce la nostra cultura comica e regala pagine esilaranti, grazie anche alle numerose citazioni delle figure più iconiche del genere.
Daniele Scalese
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