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La vita straordinaria della musa di Picabia e Duchamp: "Gabriële" delle sorelle Berest per Neri Pozza

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Gabriële
di Anne e Claire Berest
Neri Pozza Editore, luglio 2022

Traduzione di Roberto Boi

pp. 336
€ 19 (cartaceo)
€ 9,99 (e-book)



Per gli appassionati d'arte, leggere libri che raccontano i retroscena e le chicche della vita degli artisti è sempre una gioia. Questo titolo di Neri Pozza Editore, inserito all'interno della collana I Narratori delle Tavole, prende forma come romanzo storico biografico, scritto dalle sorelle francesi Anne e Claire Berest. Si tratta della vita incredibilmente cinematografica di Gabriële Buffet, loro bisnonna, musa e diva nella Parigi a cavallo tra la fine del 1800 e l'inizio del 1900, moglie del famoso artista Francis Picabia, amante di Marcel Duchamp, amica intima di Guillaume Apollinaire e di tanti altri personaggi passati alla storia.
Ma perché invece pochissime persone conoscono il suo nome? Le autrici lo spiegheranno proprio alla fine del libro, un chiarimento che parla di silenzi familiari, di cancellazioni volute nell'albero genealogico del ramo Picabia, perché la madre delle autrici nient'altro è che la nipote di Gabriële e Francis. Nonostante Gabriële Buffet sia morta a centoquattro anni, nessuno della famiglia della autrici l'ha mai incontrata né ci ha mai parlato. La domanda nasce spontanea allora: perché scrivere un libro su una bisnonna assente, recidiva? La risposta è presto pronta: la vita di Gabriële è stata talmente piena, assurda e fantastica che non si poteva tacere - non mi meraviglierei se ne facessero un film dedicato -  tanto più che la sua esistenza è stata tremendamente determinante per la storia dell'arte di quel periodo.
Gabriële persegue dunque la missione che s'è data: fornire a suo marito gli elementi di pensiero che gli permettano di cambiare il suo modo di dipingere. (p. 84)
Personalità ribelle, estrema, geniale, a voler dare credito al libro, sarebbe stata lei a suggerire a Picabia di modificare stile, intenti, forme e colori, spingendolo verso la corrente del cubismo. Lo stesso avrebbe fatto con l'amato Marcel Duchamp, che per lei avrà una sorta d'ossessione religiosa, tant'è che dipingerà molti quadri ispirati a lei. Sarà la sua dialettica, la sua intelligenza acuta a permettere alla coppia Buffet-Picabia di farsi conoscere in tutto il mondo, darà gli strumenti per eccellere a tutti gli artisti che la circondano, Elsa Schiapparelli, Edgard Varèse, Apollinaire, sarà anfitrione e mecenate di personalità sconosciute che oggi veneriamo, scegliendo però di restare sempre nell'ombra, tessendo i fili dietro le quinte.
Il matrimonio con un artista folle e imprevedibile come Francis Picabia non sarà facile: viaggeranno in tutto il mondo, intesseranno relazioni a cui oggi guardiamo con invidia, modelleranno il presente in base alle idee di Gabriële, di cui lui non potrà fare mai a meno. Sarà però un uomo infedele, nevrastenico, disinteressato (come anche lei stessa) ai quattro figli che nasceranno, preferendo sempre mettere al primo posto l'arte.
Il punto, alla fine, è che Gaby è innamorata di un uomo che dipinge. Non di un uomo fedele. (p. 187)
Leggere della sua vita è un'avventura gigantesca: ci si immerge nell'ambiente artistico parigino tra i più creativi di tutti i tempi, si fa la conoscenza immaginaria di poeti, scrittori, musicisti, artisti d'ogni tipo, tutti legati tra loro grazie all'amicizia con Gabriële. Le autrici, grazie a testimonianze dirette con parenti che l'hanno conosciuta dal vivo, a fotografie recuperate e alle sue stesse memorie e lettere, ricostruiranno la prima metà della sua esistenza, tra viaggi pazzi e improvvisati, lampi di genio, conversazioni illuminate, incontri determinanti per la nascita di opere, quadri, riviste letterarie, gallerie d'arte, addirittura la nascita della musica elettronica. In ogni cosa che, anche vagamente, rientrerà nell'ambito dell'avanguardia ci sarà lo zampino di Gabriële, un marchio scomparso, perché lei agirà sempre per il bene dell'arte, mai per quello di se stessa.
Forse proprio per questo motivo, per il suo disinteresse per i figli e i nipoti, la sua vita ci viene resa nota solo ora.
La scrittura è scorrevole, piacevole, è un libro che si legge tutto d'un fiato, pieno di colpi di scena e di genio, tanto che si fa fatica a credere che una persona vera possa aver vissuto così tante avventure. Lo consiglio agli amanti dell'arte d'avanguardia, a chi vuole conoscere di più il panorama artistico della Parigi presa da nuovi movimenti, come il cubismo e il surrealismo, e a chi ama le storie di donne straordinarie ed emancipate ma poco conosciute.

Deborah D'Addetta