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Quando una maledizione sconvolge una comunità: "Consolazione", una favola dark di Michele Orti Manara

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Consolazione
di Michele Orti Manara
Rizzoli, 1 febbraio 2022

pp. 272
€ 18 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


Che cosa è successo a Roccasa? In questo minuscolo paesino la comunità è a dir poco chiusa e chi prova a vivere lì muore prima del tempo, in incidenti che hanno molto di inquietante. Gli uomini della comunità sono spesso fuori di sé: basta un nonnulla per spingerli a picchiare le proprie donne, con non poco sadismo. Le donne, da parte loro, subiscono e nascondono come possono lividi, tagli e altri drammatici segni della violenza domestica. È crescendo che questa rabbia insensata prende possesso dei corpi degli uomini, mentre i bambini non ne sono colpiti. A cercare di tenere a bada la situazione ci sono le sarachìe, donne che di generazione in generazione trasmettono alle proprie figlie, destinate a sostituirle, i segreti delle erbe e di "pozioni" in grado di salvare o, viceversa, di uccidere; inoltre, ci sono «riti a cui la sarachìa accetta di sottoporsi per un bene superiore, per il bene di una comunità che non per questo smetterà di manifestarle ingratitudine» (p. 96). Non posso rivelarvi di che cosa si tratta, perché toglierei parte di quella suspense che è invece fondamentale per leggere Consolazione; anzi, è proprio la suspense unita a un'atmosfera da incubo a spingere una lettrice come me, del tutto disinteressata a questo genere, ad addentrarsi in una favola dark che ha dei tocchi di horror. 

A tentarmi, poi, ci si sono messe interpretazioni simboliche che ho provato a dare alla vicenda (ma non so se siano miei voli pindarici): dietro la violenza smodata degli uomini, la muta e rassegnata accettazione delle donne, l'astio dubbioso dei figli possiamo vedere una rappresentazione di quanto accade in molte case, dove la violenza domestica è quotidiana? Benché questa sia solo un'ipotesi, va anche detto che dietro Consolazione ci si mettono vicende umane che si intrecciano e poi si sospendono creando attesa nel lettore. Alla vicenda di Teresa, la futura sarachìa di Roccasa, si alternano capitoli dedicati a sua madre Nives, altri alla nonna Dolores e altri ancora alla sarachìa precedente, Ada, colei che ha assistito con i suoi occhi a ciò che è successo quando un terribile terremoto, il Brivido, ha fatto crollare la montagna e ha permesso a una creatura che vi era imprigionata di liberarsi. Il mostro è davvero presente o è un mostro che si è svegliato dentro gli uomini di Roccasa? E perché le sarachìe si recano segretamente, di notte, vicino a un enorme albero? Che cosa si cela sotto le sue grandi radici? 

Il velo di nebbia in cui Michele Orti Manara lascia avvolto il suo lettore è a un certo punto squarciato da una rivelazione inquietante, ma bisogna aspettare oltre metà del romanzo per saperlo con certezza. Prima ci sono indizi, rituali pagani segreti e notturni che si alternano alle preoccupazioni del nuovo sacerdote del paese. Intanto scorrono scene domestiche che colgono ora la vita quotidiana ora le brutture e le angherie da parte dei mariti; le ferite - solo quelle inferte dagli uomini di casa - guariscono inspiegabilmente prima delle altre. 

Come in Morsi di Peano, anche in Consolazione troviamo una dimensione onirica che è sospesa sul vuoto dell'incertezza e dell'inquietudine; il paese è isolato, e questo basta a strappare la narrazione realistica per cucirne una fantastica, che fa leva sull'antichissimo archetipo della maledizione per suscitare curiosità. Viceversa, lo stile svelto e perlopiù paratattico, segnato da frequenti dialoghi, è quello dei nostri tempi, in cui pare fondamentale riprodurre una scrittura quasi cinematografica per tenere ammaliato il lettore.

GMGhioni