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I viaggi dai destini incrociati (di due pesci e un uomo) alla volta della Norvegia: "L'eccellente avventura di Marta e Jason"

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L'eccellente avventura di Marta e Jason (per non parlar di Bjørn e Camillo)
di Beppe Tosco e Armando Quazzo
Illustrazioni di Ignazio Morello
Bompiani, 4 novembre 2021
 
pp. 192
€ 16,00 (cartonato)
€ 9,99 (ebook)

Ci sono due viaggi, che procedono in maniera indipendente l’uno dall’altro. Quello di Marta e Jason inizia nel Mar dei Sargassi e finisce in Norvegia, più precisamente nel Mandalselva. I due sono salmoni atlantici e se Jason, come ogni maschio di qualunque specie esistente, non vuole fare altro che condurre la sua vita sena scossoni o cambiamenti, Marta sente il ticchettio dell’orologio biologico suonare e quindi decide senza indugi di compiere il viaggio della riproduzione, lì in quel fiume dove anche lei e il compagno sono nati, tra i fiordi in Europa. 

L’altro è il viaggio di Camillo (senza dimenticare il fidato amico Bjørn, spalla silenziosa delle tappe finali), manager del nord Italia appassionato di pesca. Non una pesca qualunque, ma la sua è la pesca per eccellenza: quella alla mosca, che lui stesso costruisce con estrema cura e attenzione. Dopo anni trascorsi a immergere le calosce nelle torbide acque dei fiumi padani decide di andare a trovare l’amico norvegese per un’avventura senza pari: pescare alla mosca il salmone selvaggio, unica via per lui per comprendere l’essenza della vita.

Ci sono due viaggi, ma sarebbe più corretto chiamarli sogni. E come tutte le produzioni oniriche anche quelle dei protagonisti de L’eccellente avventura di Marta e Jason si trasformano in perigliose avventure, dal gradiente diverso a seconda di chi è il diretto interessato. Il viaggio di Marta e Jason ha tutte le fattezze del romanzo di avventura, compiuto tra foche fameliche, maschi alpha che, invadenti, violano i nidi altrui, e incontri con altri salmoni. La prima volta con un tipo strambo che era riuscito a scappare da un allevamento intensivo, la seconda con un esemplare morente, infestato dai pidocchi del mare, letali per i salmoni. In questo frangente la nostra coppia di protagonisti tocca da vicino la pericolosità di una pandemia e la spiritualità della natura: sarà stata l’aurora boreale a salvarli o l’ingresso nelle acque dolci dei fiumi norvegesi?

Il viaggio di Camillo sembra invece un vero e proprio romanzo di formazione: lui, abituato ad affidarsi sempre alle sue amate mosche artificiali, dovrà fare i conti con l’imprevedibilità della natura e degli eventi, che lo porterà prima a non avere con sé l’attrezzatura da pesca per disservizi della compagnia aerea e dopo a gestire un’estate torrida e quasi senza pioggia. 

Alla fine la pioggia arriva e finalmente i destini di Marta, Jason e Camillo si incontrano e questi due viaggi che sembravano guidati solamente dal caso si dimostrano due avventure intrecciate da un destino già segnato e nato dall’ispirazione che ha mosso le avventure: la voglia cioè di inseguire un sogno e fare di tutto contro le avversità al fine di realizzarlo. 

L’eccellente avventura di Marta e Jason è un libro divertente, dotato di una narrazione brillante e sempre avvincente, frutto della penna di Armando Quazzo (giornalista pubblicista appassionatissimo di pesca) e Beppe Tosco (scrittore per radio e TV, già autore Bompiani con la fiaba Il gufo e la bambina), impreziosita dalle illustrazioni di Ignazio Morello, così fini e particolareggiate da trasformare, quando presenti, il testo in un vero e proprio albo scientifico. 

Dietro alla favola del libro si nasconde, neanche tanto sottesa, una denuncia allo sfruttamento della natura da parte dell’uomo. E in questo periodo in cui abbiamo sentito parlare di conferenza per il clima a Glasgow, di scioperi dei giovani in tutto il mondo guidati da Greta Thunberg (vicina di casa, pensa un po’, dei protagonisti della nostra storia) il tono divertito con cui vengono raccontate le difficoltà, di Marte e Jason di risalire i fiumi e di Camillo di coronare il suo sogno di pescare un salmone alla mosca, spiegano in maniera chiara che il salmone selvaggio che compriamo al supermercato è solo un’impostura dell’industria alimentare, dato che i filetti che mangiamo sono tutti tratti da pesci ingrassati con farine animali e imbottiti di antibiotici. Non lasciamoci più fregare allora.


Federica Privitera