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"Un bacio dietro al ginocchio": Carmen Totaro racconta un rapporto tra madre e figlia che sfida l'amore e diventa tutt'altro

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Un bacio dietro al ginocchio
di Carmen Totaro
Einaudi, maggio 2021

pp. 176
€ 18 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)



Per quale ragione Elisa e sua mamma Ada non riescono a comunicare? Questa domanda serpeggia per tutto Un bacio dietro al ginocchio, il nuovo romanzo di Carmen Totaro, che narra di un rapporto difficile tra madre e figlia, stupendo costantemente il lettore per quella rabbia e quel rancore che sembrano incolmabili nella ragazza e per l'arrendevolezza che invece rende la madre perennemente in balia delle bizze di sua figlia. 

Risulta chiaro, già a partire dalla prima chiacchierata in un locale sulla Darsena milanese, che le due sono abituate a parlare poco di sé, soprattutto a non confrontarsi mai su questioni importanti. Si concedono chiacchiere leggere, frivole, perché appena si avvicina un argomento più personale - come l'andamento di Elisa all'università - l'atmosfera si fa gelida e la figlia diventa ostile. Poi, il fulmine a ciel sereno: non è vero che Elisa è a un passo dalla tesi, vuole invece lasciare Milano alla volta della Gran Bretagna, per mettersi alla prova. Davanti alla rivelazione del tutto inattesa, Ada barcolla e fa quello che farà sempre: copre e giustifica sua figlia. 

Certo, le è ben più difficile giustificare quello che avviene subito dopo: tornate a casa, con la scusa di prepararle un bagno rilassante, Elisa chiude a chiave sua madre nel bagno e se ne va. Quando i vicini accorrono in suo aiuto, si scopre che nella cucina il fornello era stato lasciato aperto e il gas si era ormai diffuso, rendendo l'aria irrespirabile. Se inizialmente Ada è frastornata - tanto dal gas quanto dalla verità che teme di dover ammettere a sé stessa -, poi si fa strada una domanda: dov'è andata Elisa? Perché non la chiama? 

Ecco, dunque, che Ada intraprende un'indagine privata per ritrovare sua figlia a qualsiasi costo: fruga nelle sue cose, parlerà con amici e persone che Elisa frequentava, senza mai chiedersi la cosa più importante, ovvero: Elisa vuole essere trovata? Se da un lato Ada sarà così costretta a prendere atto di quanto sua figlia sia diversa dalla ventiduenne che credeva di conoscere, dall'altro lato la donna dovrà rimettersi in gioco, riprendere in mano la sua vita - che era rimasta bloccata dalla morte del marito - e affrontare le proprie paure. 

Noi lettori assistiamo con grande curiosità al viaggio di Elisa, il cui racconto è intervallato dalle ricerche di Ada. Il montaggio fa tanto nell'alimentare la suspense, per quanto ogni lettore tema il momento dell'incontro-scontro tra madre e figlia. Ci si immagina una conversazione risolutrice, così come ci si immagina un aut aut: riavvicinamento e seconda chance o allontanamento definitivo? Forse, bisogna dirlo, qualcosa resta in sospeso e si vorrebbe che i personaggi rivelassero di più di sé, perché a volte la sensazione è quella di leggere una sceneggiatura, ma, nonostante questo, la vicenda risulta stimolante e piena di interrogativi.

Lo stile svelto, senza orpelli, in cui sono invece centrali tanto il dialogo quanto le riflessioni, testimonia la volontà di Carmen Totaro di costruire un duello a filo di parole e di non-detti, in cui Ada, da cavaliere errante, si trova a rincorrere l'oggetto della sua quête, sua figlia, senza sapere se la raggiungerà e conquisterà mai. Il romanzo ha il potere di scorrere potentemente (e forse fin troppo in fretta) verso il finale, conducendoci nel groviglio di emozioni delle due protagoniste, per poi lasciarci lì insieme a loro, a sbrogliare la matassa. 

(Se vi state chiedendo il motivo di un titolo così enigmatico, sappiate che troverete la spiegazione [molto meno enigmatica] durante la lettura del testo). 

GMGhioni