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I Borgia possono ancora uccidere, chiedetelo a Marco Pellegrini: Lia Celi e Andrea Santangelo tornano a Monteperso

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L'eredità dei Borgia. Una nuova indagine di Marco Pellegrini
di Lia Celi e Andrea Santangelo
Solferino, 2021

pp. 288
€ 17,50 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)


Cesare Borgia può ancora mietere vittime? Domanda insolita, a cui potrete però dare risposta leggendo L'eredità dei Borgia, il nuovo romanzo di Lia Celi e Andrea Santangelo. La fortunata coppia di autori si è già occupata della famiglia Borgia, in un saggio; questa volta, invece, la storia entra in una nuova, intricata e al tempo stesso divertente indagine per il loro vigile storico-fallito Marco Pellegrini. Se avete già letto Ninnananna per gli aguzzini, sicuramente vi sarà già scappato un sorriso al pensiero di ritrovare Marco; altrimenti, potete dare un'occhiata alla recensione uscita lo scorso anno

Con L'eredità dei Borgia ci troviamo, insomma, davanti alla riconferma delle grandi passioni del duo Celi-Santangelo: la storia e l'ironia. Il loro protagonista Marco Pellegrini è infatti un maestro nel cacciarsi nei guai, e questa volta arriverà a rischiare la vita. Siamo, come nel primo romanzo, a Monteperso, paesino a poca distanza da Faenza. Con l'ormai imminente "Gothic Line festival", il paesino è in subbuglio: l'avvenente sindaca sta cercando di preparare tutto per il meglio, e anche il servizio di vigilanza deve essere perfetto: si tratta di un'occasione unica per Monteperso, per sfondare e avere copertura da parte dei media! Tanto più che stanno per arrivare ospiti importanti, tra cui il nipote di un reduce della guerra, per parlare di suo nonno. Anche Marco è stato ingaggiato per fare del suo meglio e per educare un giovanissimo braccio destro, Lollo, più impegnato a masticare cicca e ad ascoltare la musica nei suoi Air Pods. Accanto a loro c'è sempre il Generale Patton, il cane dall'olfatto invidiabile e dal dente che non aspetta altro di accanirsi sui pantaloni di Marco. E poi ci sono i consigli del professore di storia antica di Marco, il professor Melara, il cui spirito ogni tanto "dialoga" dall'aldilà con il suo pupillo, gli fa notare incongruenze o commenta scelte discutibili. 

A rompere i piani di Marco in modo del tutto inaspettato, ci si mette una sua ex fidanzata dell'università, Elena, che gli chiede di raggiungerla alla stazione di Bologna e di portarla urgentemente a Monteperso. Che sia l'occasione per un riavvicinamento? Se avete già letto il primo romanzo, sapete che Marco in amore è piuttosto sfortunato e rincorre chimere (la sindaca, la marescialla,...) e cambia idea a seconda di chi lo incoraggia di più. Ecco, qui i sogni di tornare con Elena sono quanto mai lontani dal vero, eppure le occasioni per pensare all'amore e alla passione non mancheranno. 

Nell'arco di pochi giorni, Marco avrà a che fare con un omicidio, anzi due... tre!... e lui stesso correrà serissimi rischi; da «nipote unico di nonno vedovo», come si auto-definisce, deve trovare un modo per evitare il pericolo. Invece, regolarmente, ci si ritrova in mezzo. Ci sono, poi, i colpi di scena dell'indagine a tenerci incollati alle pagine: senza rivelare troppo, e dicendo quel poco in ordine totalmente sparso (e un po' depistante, sì), Marco avrà a che fare con quadri che potrebbero portare una fama ancora maggiore a Monteperso e rappresentare un vero e proprio tesoro, maneggerà una ricerca accademica a dir poco "bollente", con una docente universitaria che farà sognare a Marco di riprendere gli studi e concludere la sua laurea in storia, in grado di farlo «sentire una merda con tanto garbo» (p. 151)... Ah, manco a dirlo, anche in questo romanzo tornano personaggi spassosissimi che avevamo amato nel primo libro, come lo scrittore di bestseller Diego De Sio e la giovanissima "nuora" neonazista Elsa, che intrecciano ancora una volta le loro personalità assurde ed egocentriche alle indagini del caro Marco. 

Questa non è una sinossi (come potrei rovinarvi il piacere della sorpresa?), ma solo un assaggio dell'atmosfera che respireremo a Monteperso, piena di incontri e scontri, complicati questa volta anche da pistole e proiettili, oltre che dalle domande esistenziali di Marco, un Peter-pan, un «"vorrei ma non posso" che fa un lavoro che non gli piace ma che non ha il coraggio di affrontare l'ignoto» (p. 365). Tra un sorriso per l'ennesima trovata ironica e tanta curiosità per l'andamento delle indagini, L'eredità dei Borgia si riconferma una lettura molto piacevole, che unisce storia e fantasia. 

GMGhioni