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Il pelaverdure, che storia! "The Design Book"

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The Design Book
Phaidon Press Limited, 2013 
L’ippocampo edizioni, 2016 
Trad. di Anna Bissanti 

pp. 512 
€ 18 


Gli oggetti definiscono una cultura, delimitano la narrazione che ogni civiltà offre di sé rispetto a un’altra, raccontano un tempo e il suo mutare. È questa la base della cultura materiale, argomento di studi antropologici, archeologici e non solo. È anche il motivo della fascinazione dei manufatti, delle creazioni, soprattutto quando alla funzionalità coniugano l’estetica e diventano arte. Raccogliere, conservare e illustrare gli oggetti è lo scopo dei moltissimi spazi pubblici dedicati non solo ai prodotti industriali – i vari musei del design – ma anche a quelli più comuni e privati, come ad esempio il MOOP, il Museo degli Oggetti Ordinari di Parma. 
Tra le innumerevoli pubblicazioni sul tema, una delle più celebri è senz’altro la serie di tre volumi Design Classics di Phaidon, pubblicata nel 2006. L’ippocampo, casa editrice famosa per i suoi curatissimi volumi illustrati, ha curato l’edizione ridotta in italiano, tradotta da Anna Bissanti. Un libro-oggetto che narra le storie degli oggetti: bello, da conservare nonostante sia difficile da chiudere ogni volta che lo si prende in mano, essendo soprattutto una guida tra le piccole e grandi avventure che si celano dietro a ogni invenzione. 
Cinquecento oggetti in tutto, elencati in ordine cronologico: si inizia con le forbici del 1663 del marchio cinese Zhang Xiaoquan e si finisce con il moltiplicatore d’aria Dyson del 2009. A farla da padrona nel volume sono le sedute – sedie, poltrone, divani –, ma anche vari e iconici oggetti per la cucina e l’illuminazione. Il libro non presenta solo lussuosi complementi d’arredamento, tutt’altro: le pagine di questa piccola guida sono piene di creazioni per uso quotidiano, oggetti che fanno da sempre e naturalmente parte delle nostre vite (vite di chi li oggetti se li può permettere, ovviamente): il bidone della spazzatura zincato – creato nel 1830 circa per soddisfare la necessita di raccogliere grandi quantità di rifiuti fuori dalle mura domestiche; la serratura a cilindro inventata nel 1861 da Yale; il pelaverdure Rex, brevettato nel 1947 da Alfred Neweczerzal. 
Sono invenzioni nate da necessità di natura pratica: la molla fermacarte inventata nel 1911 da Louis E. Baltzley permetteva di superare il sistema della cucitura con ago e filo dei fogli di carta che si desideravano rilegare, poco pratico in caso di successive aggiunte o rimozioni; la fiaschetta da whisky è stata disegnata piccola e sottile per poterla nascondere velocemente in tasca o in borsa durante il periodo del proibizionismo negli USA. 
È una guida tra nomi illustri che hanno fatto la storia del design, che in molti casi coincide con la storia del Made in Italy: Castiglioni, Ponti, Cassina, Alessi, Kartell, Artemide. Ma anche tra nomi poco celebri o ignoti, alle cui invenzioni però affidiamo gran parte delle nostre agiatezze giornaliere. Sconosciuti sono, ad esempio, i designer della celebre teiera giapponese Arare del Settecento, o della molletta in legno brevettata negli anni Cinquanta dell’Ottocento e ancora presente ovunque ci sia un filo per stendere i panni. 
È soprattutto una guida tra aneddoti e curiosità: lo sapevate che la moka Bialetti è l’unico oggetto industriale che non ha subito alcun cambiamento dal suo lancio nel 1933? E che la misura del diametro del Compact Disc fu stabilita considerando la capacità necessaria a contenere la Nona Sinfonia di Beethoven? Insomma, ecco un libro pieno di spunti per conversazioni brillanti! E per guardare con occhi diversi la nostra libreria Billy o il nostro raccoglitore Muji. 

Serena Alessi 
@serealessi