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#CriticARTe - Raffaello pugnalato di Marco Carminati

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Raffaello pugnalato
di Marco Carminati
Edizioni Il Sole 24 Ore, dicembre 2019

pp. 192
€ 14,90 (cartaceo)
€ 8,99 (ebook)



Marco Carminati (Milano, 1961) è un giornalista professionista, responsabile delle pagine d’arte dell’inserto culturale Domenica del Sole 24 ore. Laureato in storia dell’arte medievale e moderna presso l’Università Cattolica di Milano, ha vinto importanti premi, tra cui il Cesare Garboli e il Rotondi, pubblicando un nutrito numero di libri dedicati ai grandi Maestri dell’arte, ultimo dei quali, “Raffaello pugnalato”, che celebra la ricorrenza del cinquecentenario della morte di Raffaello Sanzio (1483 - 1520).

Carminati racconta, in modo dettagliato, l’avvincente storia di alcune delle opere create dallo straordinario artista marchigiano, vissuto al tempo di Leonardo e Michelangelo, ed a cui Pietro Bembo dedicò il potente epitaffio “Qui giace Raffaello: da lui, quando visse, la natura temette d'essere vinta, ora che egli è morto, teme di morire”.

Le creazioni artistiche sono spesso soggette a una vita propria, totalmente, o quasi, estranea da quella dell’artista che le ha prodotte, un noto esempio è la Gioconda di Leonardo, il cui fascino è stato amplificato nel corso del tempo dai furti di cui è stata vittima, oltre all’innegabile magnificenza della sua esecuzione.

“Molti dei capolavori di Raffaello sono in realtà ‘miracolosamente’ sopravvissuti sino a noi, hanno conosciuto danni e traversie di ogni tipo, viaggi rocamboleschi, calamità naturali, furti, guerre e anche errori di lettura e interpretazione”, afferma Carminati nell’introduzione al libro. È possibile pertanto immergersi all’interno del vissuto dell’artista, compiendo un viaggio a ritroso attraverso le intriganti e rocambolesche peripezie, di cui sono state oggetto le sue opere. È l’aneddoto che si lega ai fatti accaduti il 17 giugno 1958 presso la Pinacoteca di Brera a dare il titolo al libro.
Nunzio Van Guglielmi, un “pittore anacronistico”, si scaglia contro lo “Sposalizio della Vergine" di Raffaello, generando non solo scompiglio, ma una serie di interventi, che sono rimasti impressi nella storia della nostra cultura. Carminati narra le vicende di opere miracolosamente scampate alla furia del mare, così come altre trafugate durante la notte, in casse di legno dirette a Venezia, per fuggire al saccheggio della Guerra Mondiale.

Come affermò l’archeologo e storico francese Salomon Reinach, “La vita di Raffaello Santi (o Sanzio), forma un completo contrasto con quella di Leonardo. Se questi, che visse a lungo, produsse poco, Raffaello, morto a 37 anni, ha lasciato, invece, un'opera immensa, che è pervenuta, quasi intera, sino a noi”. Dallo “Sposalizio della Vergine”al “San Giorgio” che ha fatto il giro del mondo, dalla martoriata “Madonna del Cardellino” alla sfortunatissima “Madonna Sistina”, fino al racconto degli equivoci di cui è intrisa la figura della protagonista del quadro “La Fornarina”, il libro di Carminati documenta in modo scrupoloso fatti realmente accaduti al limite del leggendario. Affascinante apprendere l’appassionato e meticoloso lavoro svolto dai restauratori nel corso del tempo, dettagli legati a cromie, forme o supporti, che regalano al lettore l’occasione di apprendere informazioni importanti, che lo aiuteranno a leggere l’opera di Raffaello con un maggior attenzione e curiosità. “Raffaello pugnalato” è un libro affascinante, che mescola nozioni didattiche al gusto della scoperta ed alla narrazione di eventi dalla suspence intrigante, degni di un moderno detective dell’arte.

Elena Arzani
@elenaarzani

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in #RaffaelloPugnalato #MarcoCarminati racconta, in modo dettagliato, l’avvincente storia di alcune delle opere create dallo straordinario artista marchigiano, vissuto al tempo di Leonardo e Michelangelo, ed a cui Pietro Bembo dedicò il potente epitaffio “Qui giace Raffaello: da lui, quando visse, la natura temette d'essere vinta, ora che egli è morto, teme di morire”. Le creazioni artistiche sono spesso soggette a una vita propria, totalmente, o quasi, estranea da quella dell’artista che le ha prodotte, un noto esempio è la Gioconda di Leonardo, il cui fascino è stato amplificato nel corso del tempo dai furti di cui è stata vittima, oltre all’innegabile magnificenza della sua esecuzione. Sul sito trovate la recensione di @elenaarzani #CriticaLetteraria #arte #RaffaelloSanzio #criticARTe #bookstagram

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