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#CriticARTe - Georges de La Tour, "L'Europa della luce" a Palazzo Reale

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Georges de La Tour

L'Europa della luce

Mostra d'arte fino al 7 Giugno 2020,
presso Palazzo Reale,
Piazza Duomo, Milano

“ – Lei dovrebbe vederlo! È un pittore sorprendente. Non abbiamo strumenti per misurare il genio; ma sento che il talento del De la Tour spezzerebbe più di un manometro. È un peccato che non abbiamo nulla di suo in Italia.”
R. Longhi, I pittori della Realtà in Francia, ovvero I caravaggeschi francesi del Seicento, “L’Italia letteraria”, 19 gennaio 1935.

L’opera d’arte, fin dall’inizio della storia della civiltà umana, si è offerta nuda alla libera interpretazione dell’osservatore, entrando in dialogo diretto con il pubblico, talvolta prendendo corpo proprio attraverso questo vicendevole scambio di sguardi e riflessioni. Accade di avvicinarsi all’interpretazione dell’arte da angolazioni diverse, approfondendo talvolta il vissuto dell’artista, le vicende che lo hanno portato ad eseguire un’opera, la sua personale visione del mondo, della tecnica pittorica. Un comune denominatore, che nell’arco della storia ha accompagnato la prevalenza dei grandi artisti, è stata l’assenza di riconoscimento del loro talento da parte del pubblico, mentre erano in vita. La loro riscoperta acquista pertanto connotazioni avvincenti, il conseguente apprezzamento finale, sembra rimettere in pari la bilancia dell’equilibrio cosmico, portando giustizia, laddove l’occhio umano si era soffermato con eventuale superficialità d’intenti.
Il caso di Georges de La Tour (1593-1652), ad esempio, appartiene alla categoria dei grandi Maestri dell’arte, che hanno solcato il nostro stesso suolo, conseguendo importanti risultati durante l’operato in vita, cadendo successivamente nell’oblio della memoria collettiva, giacendo in un angolo del ricordo sbiadito, salvo poi tornare prepotentemente a galla grazie ad un colpo di scena inatteso della storia. Si deve infatti ad un giovane Roberto Longhi la riscoperta di Georges de La Tour e la conseguente rapida riaffermazione in epoca contemporanea dell'artista. 

Il Comune di Milano, in collaborazione con Palazzo Reale e MostreMondo Skira, dedica a De La Tour la prima mostra italiana interamente incentrata sull’opera del Maestro francese della luce. De La Tour fu un pittore molto stimato ai suoi tempi, originale per la mistura di spiritualità e di realismo, sempre in bilico fra delicatezza e brutalità. Ebbe successo prima nel Ducato di Lorena dove nacque, e poi a Parigi dove fu nominato, nel 1639, pittore del re Luigi XIII. Le sue tracce, e quelle della sua opera, si persero però durante tutto il XVIII e XIX secolo, non solo, ma anche a causa delle guerre per l’indipendenza che sconvolsero la sua terra natale.

La mostra è il risultato di un progetto intricato, che ha richiesto diversi anni di lavorazione, ma anche importanti prestiti da parte di Istituzioni internazionali, arrivando ad un numero di ben 28 opere provenienti da 3 diversi continenti.

Curata da Francesca Cappelletti e Thomas Clement Salomon, dopo lo straordinario successo dell’esposizione di due tele a Palazzo Marino nel 2011, ed ospitata presso Palazzo Reale a Milano, Georges De La Tour: l’Europa della luce, presenta al pubblico un confronto curioso ed avvincente tra le opere dell’artista e capolavori di altri maestri del suo tempo.


Nonostante l’alone di mistero che avvolge l’artista lorenese e la sua opera, da decenni ormai Georges de La Tour è uno dei pittori prediletti dai francesi e non solo. Inevitabile il paragone con un altro insigne pittore del primo Seicento, l’inquieto Caravaggio, con il quale il francese condivide il senso drammatico, teatrale, della composizione e lo studio accurato della luce, anche se non si sa se La Tour abbia mai avuto modo di ammirare le opere del Merisi. 
“Oltre a essere l’artista delle notti, o l’artista della realtà, una realtà che se osservata da vicino mostra tutta la sua ambiguità ‐ afferma la curatrice Francesca Cappelletti ‐ La Tour è l’artista delle variazioni minime, della sfumatura, dell’inafferrabile differenza fra una composizione e l’altra, a volte diverse solo per i toni cromatici, a volte per sottili slittamenti di significato”. 
Si tratta di un artista enigmatico, che ritrae angeli presi dal popolo, santi senza aureola né attributi iconografici, e che predilige soggetti presi dalla strada, come i mendicanti, dipingendo in generale gente di basso rango più che modelli storici o personaggi altolocati. I pochi quadri riconosciuti come autografi sono perlopiù di piccolo o medio formato, intimi, privi di sfondo paesaggistico, notturni e, soprattutto nella presunta ultima fase artistica, quasi dei monocromi dall’impianto geometrico, semplice ma modernissimo per l’epoca. 

La composizione artistica, nonché la sapiente illuminazione dei personaggi, portano alla memoria ben più di un’artista moderno della pittura o cinematografia, ad esempio Stanley Kubrick, ma anche artisti metafisici o cubisti, come Georges Braque. 
“Le immagini di La Tour – conclude la curatrice – sono assolutamente coinvolgenti, spingono ad aguzzare la vista per scoprire cosa si celi nelle tenebre, dove la luce della candela non riesce ad arrivare; o sono quadri che ci mostrano più di quello che vorremmo vedere – la disperazione e la miseria della vita, che giganteggia vicino a noi. Osservando i suoi quadri lo spettatore è coinvolto al pari del pittore nella stessa impresa; non riesce a distogliere lo sguardo dall’opera, fino a essere catturato dal suo autore: questo uno dei segreti del suo ascendente”. 
Per la prima volta dunque, a Milano a Palazzo Reale, il mondo e le opere di Georges de La Tour, un mondo di immagini straordinarie, di gesti risoluti, di una interiore contemplazione che avvince ed emoziona e il cui oblio era dovuto alla straordinaria unicità della sua opera. Accompagna l’esposizione l’importante catalogo edito da Skira, con saggi di Francesca Cappelletti, Pierre Rosenberg, Jean‐Pierre Cuzin, Gail Feigenbaum, Dimitri Salmon, Gianni Papi, Rossella Vodret con Giorgio Leone, Matteo Mancinelli, Manfredi Merluzzi, comprensivo delle schede delle opere molto approfondite dal punto di vista critico e bibliografico e le relative immagini e seguito da una estesa bibliografia. 

Elena Arzani

Informazioni tecniche:
Georges de La Tour. L’Europa della luce 
Milano, Palazzo Reale, Piazza Duomo 

Dal 7 Febbraio al 7 Giugno 2020
Promossa e prodotta da Comune di Milano ‐ Cultura 
Palazzo Reale, MondoMostre Skira 
Catalogo Skira Editore
Informazioni online e socials:
www.palazzorealemilano.it
www.latourmilano.it