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#PagineCritiche - «Dante in Cina - La rocambolesca storia della Commedia nell'Estremo Oriente», di Eric Salerno

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Dante in Cina – La rocambolesca storia della Commedia nell'Estremo Oriente
di Eric Salerno
Il Saggiatore, 2018

pp. 260
€ 21,00 (cartcaeo)

«Lasciai Napoli il 23 agosto 1881 e da allora, anche se spesso vi sono tornato, è sempre stato per brevi periodi, come visitatore, e dunque posso considerarmi e mi sono considerato residente dell'Estremo Oriente dove ho trascorso la parte maggiore e migliore della mia vita» (p. 13)
Dante in Cina si presenta come un interessante saggio sulla fortuna che la Divina Commedia di Dante Alighieri ebbe in Oriente, in particolare grazie all'opera di Eugenio Volpicelli, il cui nome per intero è Eugenio Felice Maria Zanoni Hind Volpicelli.
Questo personaggio costituisce il vero e proprio fulcro dell'opera, poiché gran parte del libro è incentrato proprio sulla ricostruzione della vita dell'uomo, partendo dai suoi studi fino ad arrivare ai viaggi in Oriente. Volpicelli nasce nel 1856 da una nobile famiglia napoletana e grazie alla sua volontà riuscì a frequentare i corsi del Collegio Cinese l'Orientale, un vero e proprio punto di riferimento per gli studi nel settore.
Grazie ai suoi meriti, Volpicelli approda in Oriente, lavorando per le dogane cinesi, prima vivendo per un po' a Hong Kong e a Macao, e poi spostandosi a Nagasaki. Qui, ad est del mondo, Volpicelli inizia la sua opera di diffusione della Commedia, portando il suo impegno fino in fondo: oltre alle traduzioni di brani della Commedia in cinese e agli studi che mettono in luce importanti e interessanti legami tra il poema dantesco e la cultura orientale, Volpicelli presenzia a conferenze molto importanti:
«Aveva introdotto la Commedia in Cina, contribuito alla sua conoscenza in Giappone, traducendo i versi che più gli piacevano, e non perdeva occasione per parlarne anche negli Stati Uniti, in quei primi anni del dopoguerra. All'associazione giapponese cristiana di New York tenne una conferenza dantesca dal titolo intrigante: “Il Poema e il mondo buddista”. Ripeté le sue ipotesi e convincimenti alla Dante League di New York: parlò prima in inglese e poi pronunciò qualche parola in mandarino ad un'estasiata platea di studenti cinesi. Disegnò, come scrisse un cronista dell'epoca, un ritratto vivido della vita e dei lavori poetici di Dante» (p. 184)
Venne scelto per la conferenza inaugurale del Canton Christian College, ed essa fu certamente uno dei punti più alti della sua opera di diffusione della Commedia e, per una serie di coincidenze che lo stesso Volpicelli sottolinea, la data della sua dissertazione fu il 14 febbraio 1919, «il giorno di San Valentino, l'anniversario del mio matrimonio […]. Formava un tutto armonico e coerente.» (p. 186)

Volpicelli, tuttavia, fu un vero e proprio divulgatore culturale, poichè si occupò anche di tradurre in cinese brani tratti da Dei delitti e delle pene, di Cesare Beccaria.
Il libro è impreziosito da una serie di fotografie che ritraggono Volpicelli o che ci mostrano suoi scritti autografi. E tra foto dell'epoca, copertine della Domenica del Corriere dedicate alle imprese dello studioso, oltre che da illustrazioni altrettanto antiche, il lettore viene portato all'interno del mondo di Volpicelli, sollevando il velo su una parentesi misconosciuta – ma molto interessante – sull'esperienza della Commedia in Oriente.

Valentina Zinnà