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Un grande amore resta tale solo se non vissuto?

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Il giorno uno di noi noi due. Una storia d'amore
di Stefania Rossotti
Mondadori Editore, 2018

pp. 108
€ 17,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)




Questo libro di  Stefania Rossotti è una storia d'Amore.  Una storia di due vite in un momento storico molto particolare: gli anni '70 a Milano, durante le manifestazioni studentesche. La città fu uno dei centri più vivaci nel momento delle contestazioni e nella storia si percepisce il fermento e anche lo smarrimento dei giovani dell'epoca .
Gli avvenimenti degli anni '70 potrebbero sembrare solo di contorno, eppure nel racconto pesano, entrano in pieno nella storia, diventano una sorta di terzo protagonista: 
"Eravamo (siamo, saremo sempre) una generazione di guerrieri. Avevamo arroganza, presunzione, devozione per la giustizia e un'infinita , strabordante propensione al ridere" (p. 19).
La narrazione è in  prima persona e, l’autrice attraverso flashback ricorda la morte dell'uomo che ha amato, la loro vita, il loro rapporto così intenso e complesso:
“Non dimentico mai il giorno in cui mi sono accorta di te. Lo porto con me come un viatico, un imperativo. Lo ripasso sempre, e sempre sento la tua mano sul collo che mi ordina: non sabotarti" (p. 5).  
Il testo della Rossotti coinvolge il lettore dall’inizio, travolto dalla narrazione di un amore importante, così forte e così diverso che diventa quasi ingestibile. Del resto entrambi i protagonisti vivono altri rapporti, altre storie, tentativi malsani di creare una famiglia sapendo che il proprio cuore è altrove. 
"Ho avuto te, ho avuto noi. Ho avuto tutto il resto, amori forti, dolori decisi. Ho avuto tante vite, perché averle è possibile. Le ho separate, mescolate, sommate, sottratte. Benedette sempre." (p. 84)
Un amore nato da ragazzini, quasi non riconosciuto come attrazione,  come fosse un rapporto tra fratelli. Un amore che prosegue, ma che non si concede a essere vissuto nel quotidiano, forse per scelta, perché certi amori sono così e soffocherebbero persi nelle liti per pagare le bollette, oppure  per le storie difficili delle famiglie dei protagonisti.  
Nella famiglia di lei vi è  la madre,  alcolista  depressa e insoddisfatta  che incolpa la figlia per averle condizionato la vita; in quella di lui, il padre assente cerca invano di compensare con il denaro il vuoto della sua presenza inconsistente. 
Un amore che vive la sofferenza per la perdita di un amico che sceglie di porre fine alla propria vita si insinua nella storia con prepotenza e aleggia nella narrazione.

In mezzo a tutto questo, l'amore e l'attrazione tra i due protagonisti cerca di sopravvivere e di resistere, ma non sempre ci riesce; «il sesso, invece, rimane impigliato nel dolore» (pp. 25). I protagonisti risultano essere i peggiori alleati di loro stessi, entrambi incapaci di restare, di concedere più spazio a questo amore, quasi come se temessero di rovinarlo, rendendolo banale. In ogni caso, impossibile con restare colpiti dal tipo di attrazione fisica tra i due protagonisti:  una passione  forte, da comprendere, da dominare, ma spesso indomabile.  

Un elemento importante che mi ha colpita è la fuga verso altri luoghi, non importa quali, purché siano altri, purché si parli un'altra lingua e si respiri un'altra cultura. Molto interessante la descrizione della vita divisa tra due Paesi differenti, come se la lingua potesse essere non solo una barriera, ma una protezione, per tenere fuori qualcuno da una parte della propria vita che potrebbe essere pericolosa, o forse per proteggere sé stessi dall'andare in pezzi , una sorta di aiuto per meglio gestire una doppia vita.

Vi è poi una costante che aleggia sin dalle prime pagine: un segreto, importante, affascinante che pone il lettore davanti alla domanda: ci definisce ciò che appare o ciò che siamo dentro e nessuno vede?

Quanto allo stile, l’autrice utilizza parole misurate, ricercate, messe sulla carta in modo attento attraverso espressioni  che affascinano e che ogni lettore può, in momenti e in modi, sentire sue. Del resto, chi non ha avuto un amore importante nella vita?


Elena Sassi