Io lo so chi sei
di Antonella Gatti Bardelli e Marco Maggio
Bompiani, 2017
pp. 176
€ 11 (cartaceo)
È dal liceo in poi che credo di poter ricostruire qualcosa di me. È dal liceo che uno inizia a capire chi è, quando gli altri e il mondo ti corrompono, insomma.
Avete presente quel compagno di classe un po' schivo, molto bravo, quello che già ti immaginavi professore, un giorno? Sì, quello che non si fa avvicinare troppo e che, un domani, resterà solo una faccia sull'annuario, e stenterai a ricordarne il nome. Ecco, Luciano Carteri è un po' questo, con la differenza che - ora che ha quarant'anni ed è diventato professore (cvd) - stenta anche lui a ricordare i suoi compagni di classe. Anzi, quando riceve una mail da un suo ex compagno di classe per organizzare una pizzata-rimpatriata, Luciano prova un istintivo fastidio e si domanda chi sia questo Andrea De Curtis, che davvero non riesce a ricordare. Se persino uno dei suoi migliori amici dell'epoca, Massimo, si è volatilizzato dopo il liceo, figuriamoci se questo Andrea può dire qualcosa a Luciano?! Sì, perché Luciano adotta una vecchia tecnica, apparentemente aggressiva, in realtà un'autodifesa: schifa il mondo, per giustificare il fatto che non riesce a prendervi parte. Professore tra i più noiosi all'università, non fa che rifugiarsi tra i libri che gli calmano tanti disagi e ansie sociali («La conoscenza è qualcosa di sapientemente pericoloso. Non il potere, la conoscenza logora chi ce l'ha»). Il mondo, Luciano si limita a guardarlo da lontano o a incontrarlo, scontrandolo con fastidio in posti pubblici, come l'università e il mercato, dove lavora Monica, una ragazza che ha il potere di urtarlo profondamente con la sua avvenenza sfacciata.