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#CriticARTe - Caravaggio? Andiamolo a vedere: in Italia, innanzitutto

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Caravaggio.
L’artista in Italia
di Raoul Melotto
Odoya, 2016

pp. 279
euro 20,00

Pochi artisti, magari con un'esistenza altrettanto "maledetta", possono vantare un seguito di critica e di pubblico imperituro come Caravaggio (al secolo Michelangelo Merisi). Sono davvero happy few quelli abilitati a competere quanto a studi, mostre, trasposizioni documentarie, cinematografiche e televisive. Per non parlare, poi, degli effetti più importanti a livello strettamente artistico (quale, per esempio, l’influenza di uno stile reputato da imitare pur essendo inimitabile) o agiografico-mitologico (nel momento in cui l’esistenza stessa dell’uomo-pittore diventa leggenda e le opere in sé assumono il valore dell’icona, consegnate parimenti all’immaginario collettivo e… al merchandising). Dunque, a che pro un ennesimo libro su Caravaggio? A che scopo un’ulteriore pubblicazione su un personaggio tra i più familiari ben oltre la cerchia degli addetti ai lavori, conosciutissimo anche agli “ignoti dell’arte” grazie a un sex appeal trasversale pari forse a quello di Ernesto Guevara sulle t-shirt di un’infinità di adolescenti alle prese con l’idea di rivoluzione? Il perché è presto detto: al di là di ogni discorso ulteriore e parallelo (e finanche, appunto, parodistico), Caravaggio, gloria del Cinquecento-Seicento italiano osannata in tutto il mondo, non aspetta altro che di parlare direttamente attraverso i suoi lavori. Questo lombardo così notorius, dalla biografia troppo ingombrante perché non se ne possa fare menzione, non chiede altro che di essere visitato e ammirato nelle sedi della sua esposizione permanente, molte delle quali si trovano già sul territorio nazionale del Bel Paese. Caravaggio. L’artista in Italia, la guida di viaggio redatta da Raoul Melotto, vuole aiutarci proprio a fare questo: ci invita, in modo esplicito e inequivocabile, a ritrovarci al cospetto di tele capitali per la storia dell’arte occidentale, quelle che musei, chiese, gallerie e collezioni custodiscono, per i residenti più fortunati e non solo, a poche fermate di treno, di tram o addirittura a pochi passi da casa.

Prima pubblicazione di una nascente collana di guide ragionate animate dalla medesima convinzione – ovvero che l’arte vada esperita soprattutto direttamente, attraverso percorsi più fisici che virtuali – quella redatta da Melotto (studioso, editorialista e critico d’arte) aiuta anche i più profani a muoversi con agio alla scoperta sia dell’artista sia dei luoghi deputati alla conservazione delle sue opere, con uno stile per nulla accademico (nessun compiacimento di settore, eppure ecco un glossario, una bibliografia essenziale e un indice dei nomi) ma nemmeno troppo corrivo (ovvero nessuna semplificazione estrema, nonostante la presenza qua e là di specchietti in stile pop-up accompagnati dalla testa "spiccata" di Medusa). In più il volume si presenta suddiviso in sezioni fruibili anche separatamente, pensate per tutti i livelli di conoscenza del pittore lombardo. Così, chi nonostante tutto (ma poi chi, in realtà?) ancora ne ignori i principali snodi esistenziali può ripercorrerli nella ricca biografia a inizio volume; chi sia a digiuno del contesto culturale coevo all’artista può approfondirne i vari aspetti attraverso le sintetiche schede centrali dedicate a singoli argomenti (come la pittura di genere e la natura morta, oppure l’influenza del teatro e della prospettiva). Mentre i più esperti, desiderosi “solo” di farsi consigliare il tragitto più breve a piedi o con i mezzi di trasporto per vedere Caravaggio nelle sedi italiane d’elezione – Milano, Firenze, Roma, Napoli, Siracusa e Messina – non avranno che da andare direttamente in cauda, nella parte dedicata ai percorsi: una sezione, questa, studiata fin nei dettagli delle stazioni metropolitane, del numero di fermate e del timing previsto per gli spostamento da sede a sede, e completa di spiegazioni circa le singole opere presenti in ciascuna (riprodotte in bianco e nero).

Qualcuno, forse con eccessiva malafede, potrebbe pensare che si tratti di una guida tutto sommato inutile. O meglio: agilmente costruibile nell’autarchia (tutta fittizia, ovviamente) di un tablet o di uno smartphone e di una buona connessione. Possibile anzi che non esista già una comoda app? A che scopo portarsi appresso un testo cartaceo quando la tecnologia, specie per i servizi di individuazione e indirizzamento, ha fatto e continua a fare passi da gigante? Ebbene: ammesso e non concesso che la app esista (chi scrive questa recensione non ha verificato di proposito), e senza nulla togliere alle auspicabili sorti magnifiche e progressive dell’high tech sulle nostre esistenze mortali, “i passi”, nell’opinione di Melotto, sono proprio quelli che ciascuno di noi dovrebbe essere disposto concretamente a fare per un “esperimento” autentico di qualsiasi opera d’arte. Di Caravaggio, in questo caso, ma anche di tutta quella che più interessa e appassiona. Questa guida – cartacea, concreta anch’essa – ci suggerisce proprio questo tipo di estensione: ci invita a muoverci, a non accontentarci di una visione mediata (tantomeno di quella offerta dalle pur belle riproduzioni a colori di supporto al testo, in un ulteriore e apposito fascicolo centrale); ci ricorda, a partire dall’icona nazionale del Merisi, come l’Italia custodisca un patrimonio inestimabile di dipinti e sculture all’interno di altre bellezze architettoniche civili e religiose; ci rammenta, nell’invito ad avvicinarci senza timore reverenziale, come tutto questo ci appartenga oltre ogni possibile mercimonio. Il volto di Caravaggio, del resto – paradosso o non paradosso – ha osservato generazioni di italiani e italiane da un "magistero" unanimemente rispettato: quello delle banconote da centomila lire. Con una spesa in euro all’incirca corrispondente (o non eccessivamente superiore), ecco che anche quelli più geograficamente lontani potranno ricambiare, desiderandolo, questo suo sguardo immortale: suppergiù il costo di quel biglietto che li porterà ad ammirarne il “teatro” di Santi terreni, angeli in volo e anime penitenti, nel tempo necessario – anche questo: fisico, concreto – alla loro impressione definitiva nella loro memoria.

Cecilia Mariani