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#criticCOMICS - Parliamo di gentiluomini di fortuna

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Ogni tanto capita: ci sono lavori, opere d’ingegno che si fa fatica a spiegare. O che sono già state spiegate così bene da rendere superflua qualunque altra aggiunta.
Quello che non ci si aspetta è che una di queste opere possa essere un fumetto. Oggi voglio provare a parlare di Corto Maltese. Ed è un lavoro dannatamente difficile. Perché cos’altro si può aggiungere quando ne hanno parlato scrittori del calibro di Umberto Eco, fumettisti come Vittorio Giardino, parolieri contemporanei come Paolo Conte? Come spiegare quello che lo stesso personaggio dice così bene, con eleganza e raffinata ironia?

Corto Maltese è un marinaio uscito dagli acquerelli di Hugo Pratt, autore italiano dalle radici inglesi che nel luglio del 1967 pubblica sulla rivista Sgt. Kirk le prime strisce de “Una ballata del mare salato”, primo romanzo a fumetti, ora definito grafic novel, che narrava le avventure di questo marinaio dall’orecchino all’orecchio sinistro. Corto approda sul Corrierino dei Piccoli e inizia ad uscire a puntate mentre si crea un folto numero di fan d’Oltralpe con la rivista francese Pif Gadget.
Da lì comincia la collaborazione con nomi di pubblicazioni quali Linus, L’Espresso e la casa editrice Bompiani.
Forse non è facile riuscire a far capire chi sia Corto Maltese e chi potesse essere il suo autore. Magari si possono far parlare loro due, in una fittizia intervista che può permettere di ricostruire i caratteri salienti di uno dei maggiori fenomeni del fumetto italiano del secolo scorso.

D: Corto Maltese dove sei nato?
R: Sono nato il 10 luglio 1887 a La Valletta, nell’isola di Malta; il mio nome tradisce la mia origine anche se in realtà ho tre o quattro nazionalità. Come forse già sai, mia madre era una gitana di Gibilterra, la Nina di Gibraltar. Era una famosa strega e lei di diavoli se ne intendeva sul serio. Il pittore Ingres è impazzito per lei, è stata la sua musa. Mio padre veniva dalla Cornovaglia, ma era nipote di un vecchio diavolo che abitava a Tintagel dove visse mago Merlino

D: Hugo Pratt, com’è nata l’idea di Corto Maltese?
R: Sono rimasto affascinato dal romando di Henry De Vere Stacpoole “Laguna blu” ambientato alle Figi. Una cosa tira l’altra…Volevo un personaggio “mediterraneo”, ma con tratti ironici e raffinati anglosassoni. C’è così tanta fiaba tra le nebbie delle isole britanniche! L’origine maltese e il connubio tra un genitore gitano e uno britannico mi è sembrato perfetto.

D: Corto Maltese come ti definiresti? C’è chi ti chiama pirata o bandito.
R: Sono comandante in proprio, lavoro per le sterline che mi promettono e finisco costantemente invischiato in faccende che non mi riguardano! E alla parola “pirata” preferisco “gentiluomo di fortuna”.

D: Hugo Pratt come definiresti Corto Maltese?
R: In “Samba con Tiro Fisso” il professor Steiner fornisce la migliore definizione possibile del marinaio: Non ho mai visto nessuno più romantico di te… scommetto che in autunno vai a sederti solo soletto sulla panchina del parco. L’essenza di Corto Maltese è questa: un duro che, in fondo in fondo vorrebbe credere alle favole.

D: Hugo Pratt come definiresti te stesso?
R: Fumettaro. Nessuna altisonante etichetta come “poeta” “romanziere” o sciocchezze simili. Disegno fumetti, per amor del cielo!



D: Corto Maltese raccontaci la storia di una tua cicatrice.
R: Questa sulla mano sinistra me la sono fatta da giovane. Vivevo al La Valletta e una cartomante, Amalia, mi disse che non avevo la linea della fortuna sulla mano sinistra. Così ho preso il rasoio d’argento di mio padre e me la sono incisa da solo.

D: Hugo Pratt parlando lateralmente di cicatrici e segni come definiresti il tuo tratto nel disegno?
R: Direi che il fumetto si può definire “letteratura disegnata”. Sarei voluto arrivare a fare di Corto un semplice tratto, pulito, semplice. Nelle sue prime apparizioni ne La ballata del mare salato Corto è un intrico di rughe e imperfezioni. Non si sa ancora la sua biografia, la sua vita e anche la sua stessa figura è incerta e sfuggente.
Si è affinato nel corso degli anni, lo reso più netto e definito, almeno spero.
C’è però un piccolo aneddoto che racconto sempre: non sono alto e longilineo come Corto, ma quando la figlia di Umberto Eco mi ha incontrato la prima volta ha sussurrato “Papà: Hugo Pratt è Corto Maltese”. Saranno stati il taglio della bocca o le rughe.

D: Corto Maltese parlaci dei tuoi compagni di avventure.
R: Vedi, se scrivessi, ammesso che lo sappia fare, finirei per falsare i fatti e i caratteri di quelli che ho conosciuto. Potrei farti dei nomi: Jack, Pandora, Cain, Steimberg, Morgana… ma temo non ti dicano nulla. Alcuni sono diventati famosi, altri no. Sono stato onorato di conoscere alcuni di loro, altri avrei preferito gettarli in mare.

D: E le donne?
R: Pericolose e ingannevoli. Finisce poi sempre che sono attratto dalle donne sbagliate.Penso sinceramente che sarebbero meravigliose se tutto potesse cadere nelle loro braccia, senza cadere nelle loro mani.

D: Hugo Pratt chi sono gli altri personaggi che popolano il mondo di Corto Maltese?
R: Corto si muove tra personaggi che sono i più variegati. Da reali figure come Jack London, D’Annunzio ed Herman Hesse a maestre di magia come Morgana e Bocca Dorata. Lui attraversa circa settantenni di storia, da un capo all’altro del globo. Mi piace immaginare che possa aver fumato una sigaretta con London.
Ogni personaggio deve poi avere un antagonista e come dimenticare il primo tra tutti, il siberiano Rasputin. Corto lo incontra nel 1905 durante la guerra russo- nipponica. Un cane rabbioso, un disertore che Corto salva dall’accusa di omicidio e diserzione.
S Corto sembra cinico e invece è romantico nella più completa accezione del termine, Rasputin è cinico, senza scrupoli e crudele fino alla stupidità in certi casi. Sono le due differenti versioni dei gentiluomini di fortuna.
Sono particolarmente affezionato a Venexiana Stevenson è la figura femminile antagonista, indipendente, affascinante, ma non attraente. Corto la definisce “il peggior assassino che abbia mai conosciuto”.

D: Corto Maltese se facessero un film sulla tua vita da chi vorresti essere interpretato?
R: Da nessuno, così come non ho mai voluto scrivere un mio diario di viaggio.. Per me è meglio così: vivere senza storia.

 D: Hugo Pratt hai mai pensato ad un lungometraggio sul tuo personaggio?
R: Folco Quilici mi aveva proposto una regia per un film su Corto. Ho rifiutato. L’unico attore che avrei visto bene per interpretare i lunghi silenzi di Corto Maltese sarebbe stato Burt Lancaster giovane. Sono sfasato con i decenni purtroppo.

Grazie ad entrambi.
Ogni tanto capita: di imbattersi in opere pericolose, dalle quali non si torna indietro dopo la lettura. Poco importa se si tratta di romanzi o di fumetti. E’ sempre pericoloso sporgersi sulle loro pagine perché le vertigini sono inevitabili.

P.S. Le risposte di Corto sono prese, quasi parola per parola, dalle strisce delle sue avventure. Per Hugo Pratt mi sono permessa un po’ di licenza, ma la verità dei fatti non è assolutamente stata falsata.