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Il sangue, la città, il silenzio: quando la notte sa di memoria e di verità in "La notte ha il suo profumo" di Marco Azzalini

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La notte ha il suo profumo
La notte ha il suo profumo
di Marco Azzalini
Laurana, marzo 2025

pp. 344
€ 18 (cartaceo)
€ 7,99 (ebook)

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C’è un odore che la notte porta con sé, fatto di nebbia, fumo e ricordi: Marco Azzalini lo riconosce, lo insegue, lo distilla parola dopo parola nel suo romanzo La notte ha il suo profumo, edito da Laurana. 


Anche se apparentemente sembra un giallo politico, è sulle tinte del noir che ci muoviamo, in un’inchiesta interiore e collettiva, che alimenta la tensione e gioca a scacchi con la Storia. Le tematiche sono tante: si parla di amicizia, di lotte politiche, di un domani che sembrava assodato e di un presente che rimescola le carte, in una città che fa i conti con il proprio passato più torbido.


incontro per Coincidenze tra le righe
Siamo a Padova, una città raccontata senza compiacimento, restituendole la doppia identità di scenario urbano e teatro psichico: per le sue strade si muove il vicequestore Carlo Oriani, uomo ferito, rispettoso del sistema ma soprattutto empatico, che viene chiamato a risolvere un omicidio che affonda le radici nel 1974. In quell’anno in città c'è stato un attentato, passato alle cronache come l’attentato dell’aula tre, e consumatosi mentre il movimento studentesco universitario stava celebrando, in maniera abbastanza pacifica, i 5 anni dalla strage di Piazza Fontana. 


Lo stile di Azzalini è asciutto, tagliente, con un andamento dialogico quasi cinematografico. Non c’è alcuna retorica nel suo modo di raccontare, solo una tensione sincera, costante, che aderisce ai pensieri dei personaggi e ai luoghi che abitano. Come accade nei noir migliori, la verità non arriva come una luce a rischiarare il buio, ma come un bagliore opaco, che obbliga a guardare ciò che si preferirebbe rimuovere. Oriani è un uomo in cerca, comincia a incontrare i testimoni, non si lascia abbindolare dalle verità facili, scava più a fondo e lo fa ascoltando, intrecciando e infine comprendendo.


Azzalini dialoga con Samantha Viva 
Ospite della rassegna “Coincidenze tra le righe”, in provincia di Cuneo, a Bene Vagienna, Azzalini ha raccontato come la scrittura sia per lui un atto narrativo coerente e sincero: «Molti sostengono che il giallo sia salvifico, ma non sono d’accordo, abbiamo comunque crimini gravi rappresentati, per quanto inventati, non ci trovo nulla di salvifico - poi, sulla modalità di gestione del lavoro, spiega - Sono molto fiscale, dopo aver trovato l’idea, che deve essere quella su cui ragiono da un po’ ma non troppo, creo un file excel con delle date esatte degli avvenimenti, incardinandovi dentro i fatti. In questo caso volevo raccontare la storia di un gruppo di amici per cui l’Università fosse stata in qualche modo una cattiva maestra, li avesse legati a un’idea di mondo esclusiva. Insegnando in contesti universitari ne trovo tante di persone legate alle tradizioni universitarie, al ritrovarsi dopo anni. Sono votati alla santificazione di quel periodo. Io volevo raccontare l’inverso».

E in effetti, pagina dopo pagina, si avverte che questo romanzo nasce da un’urgenza più che da un progetto editoriale: l’urgenza di raccontare ciò che spesso sfugge ai manuali e si insinua nei corridoi della vita. Non manca un ritmo musicale dentro le pagine, legato anche ai tanti riferimenti musicali, in primis quello relativo al titolo, che è una strofa di una famosa canzone di Dalla, a ribadire come spesso le canzoni ci identifichino e siano la colonna sonora del nostro vissuto.


La forza del libro sta anche nei silenzi: quelli delle vittime, quelli delle istituzioni, quelli dei carnefici mai davvero identificati. Azzalini non giudica, ma fa emergere. Non sentenzia, ma lascia che i fatti parlino. E lo fanno, eccome, in un finale che lascia il lettore in uno stato di allerta, quasi d’inquietudine. È la condizione ideale per uscire da queste pagine: vigili, più consapevoli, meno disposti a credere nella versione comoda della Storia e più lucidi nei confronti dei rapporti di lunga data.


La notte ha il suo profumo è un romanzo che va oltre i confini del genere. È un noir civile, un atto d’amore per la verità, un modo di camminare tra le macerie della vita senza perdere l’orientamento e siamo quindi in attesa di nuove inchieste di Carlo Oriani, che, come ha anticipato in rassegna l’autore, arriveranno presto e parleranno di argomenti nuovi e contesti diversi. Intanto Azzalini ha esordito in maniera convincente e a settembre si ritroverà tra i big internazionali del festival "Venice noir" dal 14 al 16 novembre. 


Samantha Viva