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"Come pensano le foreste" di Eduardo Kohn: un interessante trattato filosofico e antropologico in cui capiamo che la Natura e gli animali pensano sicuramente meglio di noi. Ma c'è ancora speranza per l'umanità.

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Come pensano le foreste
di Eduardo Kohn
Nottetempo, novembre 2025

Traduzione di Alessandro Lucera e Alessandro Palmieri

pp. 444
€ 21,90 (cartaceo)
€ 10,99 (ebook)


L'opera dell'antropologo Eduardo Kohn Come pensano le foreste va subito detto, non è una lettura facilmente accessibile e talvolta appare concettualmente ridondante. L'autore ha trascorso anni nella foresta amazzonica a stretto contatto con le comunità indigene Runa, osservandone le usanze e i comportamenti. Il testo nasce proprio da quel lungo soggiorno: non è semplicemente un reportage etnografico, ma un tentativo radicale di ripensare che cosa significhi pensare quando ci si avventura oltre i confini della mente umana.

I Runa - riprendo di nuovo l'etichetta oggettivante - non sono i questi della storia. Sono degli io, che fanno parte di un noi continuo, vivo, dentro la vita, che sopravvive e prospera.
Runa-in-quanto-io, in-quanto-noi, non è un qualcosa su cui il passato esercita la sua effettualità secondo il gioco dei rapporti di causa ed effetto, come accade per gli oggetti. I Runa non sono degli oggetti della storia. Non sono uno dei suoi prodotti.
Non sono stati fatti dalla storia, intesa come una serie di cause ed effetti. Tuttavia, chi sono è il risultato di una determinata e intima relazione con il passato. (p. 338)

È bene dirlo con chiarezza: non si tratta di una lettura immediata o fruibile per tutti. Kohn intreccia antropologia, filosofia, semiotica e politica in un discorso complesso, denso e spesso controintuitivo. Chi si aspetta un libro divulgativo sulla natura o sui popoli amazzonici potrebbe trovarsi spiazzato: Come pensano le foreste è infatti un saggio politico e filosofico che mette in discussione l’idea stessa di umano e propone una prospettiva in cui animali, piante e paesaggi partecipano alla costruzione di significati.

A tratti il volume appare come un vero e proprio manuale di antropologia alternativa: un percorso di apprendimento metodologico che costringe a uscire dalla propria cornice concettuale per immaginare un mondo abitato da molteplici forme di pensiero, tutte significative e interconnesse. La foresta amazzonica diventa così un laboratorio teorico, un luogo in cui la vita stessa, nei suoi gesti, nelle sue tracce, nelle sue risposte, diventa un insieme di segni e simboli volti a dare un significato alla nostra stessa esistenza.

La qualità semiotica della vita - il fatto che le forme assunte dalla vita sono il prodotto di come i sé viventi rappresentano il mondo che li circonda - struttura l'ecosistema tropicale. Sebbene tutta la vita sia semiotica, nella foresta tropicale la qualità semiotica della vita viene amplificata e resa più evidente attraverso un'eccezionale varietà e quantità di sé viventi. Questo è il motivo per cui voglio provare ad analizzare come pensano le foreste: le foreste tropicali amplificano, e quindi rendono più espliciti, i modi in cui la vita pensa. (pp. 156-157)

Questa nuova edizione di Nottetempo restituisce la complessità di un testo che continua a essere un punto di riferimento internazionale. Come pensano le foreste non offre alcuna risposta al lettore, ma anzi, semmai apre mille punti di domanda su chi siamo e cosa facciamo su questo mondo. Sicuramente, però, rappresenta un’esperienza trasformativa: un invito a immaginare nuovi modi di vivere, pensare e coabitare in armonia e rispetto con il mondo che ci circonda. Ho studiato antropologia all'università ed è una materia che da sempre mi affascina. Questo libro ha saputo risvegliare in me quella scintilla di curiosità sul destino dell'umanità e della nostra Terra, facendomi compiere un bellissimo viaggio alla scoperta del pensiero umano e non. 

Carlotta Lini