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Sinigaglia in stato di grazia ci invita a non sottovalutare le conseguenze dell'amore con "Grave disordine con delitto e fuga", commedia noir dai risvolti crudeli

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Grave disordine con delitto e fuga
di Ezio Sinigaglia
Terrarossa, febbraio 2024

pp. 108
€ 14 (cartaceo)
€ 7,50 (ebook)

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L'ordine è il movimento che consente di sovrapporre la realtà al desiderio, il disordine la fissità che li fa permanere divisi. (p. 18)

Non c'era alcun dubbio che l'ingegnere De Rossi avrebbe ceduto gratuitamente, anche a voler stare bassi, il suo pacchetto di maggioranza della Termolux SpA per fare l'amore con Jimmy dall'una alle quattro. (p. 65)  

Il trentenne ingegner De Rossi gestisce abilmente ogni aspetto e persona della sua vita. Eppure un giovane fattorino lo manda in crisi: Jimmy, ancora minorenne, è il portatore di un disordine gravissimo in quanto tutto ciò che aveva un suo ordine lo scompigliava per riordinarsi verso di lui. Pur di averlo, l'ingegnere escogita un piano accurato: sfrutta l'assenza della moglie per riceverlo a casa, sottovalutando il report del fidato ingegnere Beccaria - che di Jimmy suggeriva di non perderlo di vista - ignaro di come certe attrazioni possano rivelarsi fatali. Letteralmente.

Da qualche tempo nella vita dell'ingegnere De Rossi c'era un lieve disordine. Lieve, lievissimo, ma oltremodo irritante per un uomo abituato, come lui, a tenere in perfetto ordine tutto: i libri, i vestiti, le macchine, la villa in città e quella al mare e in montagna, i rapporti con la moglie e col figlio, che aveva solo tre anni, le carte, le bottiglie, le ore del giorno ed insomma ogni cosa, a cominciare dalle quattordici aziende nella cui amministrazione e gestione era a vario titolo coinvolto. Se, in un punto qualunque della vita, si creava un accenno leggero di disordine, l'ingegnere De Rossi riportava l'ordine nel più breve tempo possibile. (p. 5)

L'elemento di lieve disordine era tanto più fastidioso nella sua persistenza in quanto si trattava di un semplice fattorino, l'ultima ruota del carro della più piccola della quattordici aziende in questione; si sarebbe potuto dire, con approssimazione accettabile, che quel diciassettenne fattorino fosse, per le sue mansioni, il più insignificante di tutti i duemilacinquecento e quarantacinque dipendenti diretti o indiretti dell'ingegnere De Rossi. Eppure da quella rotella minuscola originava un lieve disordine che originava a sua volta una lievissima disfunzione nell'intero, complesso meccanismo della sua vita ordinata. (p. 6)

Sinigaglia in stato di grazia diverte e ammalia con una commedia noir dai risvolti crudeli, da leggere tutta d'un fiato e lasciar sedimentare nei giorni in ogni sua parola e deduzione, provocazione e sfilettata. 

Proposto al Premio Strega da Paolo Ruffilli, Grave disordine con delitto e fuga è un sofisticato pamphlet sull'ingestibilità dei rapporti umani che si apre a una pasoliniana riflessione sull'anarchia del potere che fa e disfa, si apre e ritrae: è la bellezza, purissima e violenta, a scardinare l'ordine, spingendo un maniaco del controllo verso un vortice caotico - verso ciò di cui si è sempre privato. De Rossi crede di avere tutto eppure senza Jimmy non può stare: deve essere suo. Ricordati di non sottovalutare le conseguenze dell'amore si leggeva nel post-it di Titta di Girolamo, personaggio cult di Paolo Sorrentino di cui De Rossi rievoca i manierismi e il calcolo: eppure, al contrario del facoltoso commercialista impersonato da Toni Servillo, l'ingegnere agisce con spietatezza punendo chi ne fa oscillare il cuore. 

Non c'era un dato su cento che accendesse nell'ingegnere De Rossi una vaga speranza di poter riordinare nel modo auspicato il disordine lieve che Jimmy aveva introdotto nella sua vita ordinata. (p. 31) 

Se nella musica il ritmo è dato dalla melodia, nella scrittura sono le parole a determinarlo. E Sinigaglia maneggia le parole e la punteggiatura, dice e leva, allude e spiazza, mette in atto un lavoro meticoloso di limatura sottraendo il superfluo e trovando una formula di narrazione virtuosa. L'esperienza decennale dell'autore milanese emerge in ogni momento di un romanzo irriverente e scaltrissimo, che diverte, affascina e riflette su come, difendendo a tutti i costi l'idea che abbiamo di noi - inseguendo una forma assoluta di coerenza - rischiamo di far del male a noi e agli altri.

Daniele Scalese