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"Delitti a Fleat House", l'unico poliziesco di Lucinda Riley, è già un bestseller

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Delitti a Fleat House
di Lucinda Riley
Giunti, 2022

Traduzione di Leonardo Taiuti

pp. 496
€ 19,80 (cartaceo)
€ 12,99 (ebook)

Vedi l'audiolibro su Audible (tempo di lettura: 15 ore e 8 minuti; lettura di Daniela Cavallini)

Vedi il libro su Amazon 

Che cosa sta accadendo a Fleat House, la più antica delle otto pensioni dove alloggiano gli studenti della St. Stephen's School? Se già in passato c'è stato un suicidio nei suoi sotterranei, dove è stato trovato impiccato uno studente, la morte torna a visitare le stanze di Fleat House: il diciottenne Charlie Cavendish, al rientro da una serata con gli amici, ingoia le sue due pastiglie contro l'epilessia, ma, a sorpresa, si sente stringere sempre di più la gola in una morsa mortale e soffoca dopo pochissimo. Infatti, al posto delle sue pastiglie, ha ingerito aspirina, farmaco a cui Cavendish era fortemente allergico. Errore umano? Sostituzione deliberata? Un altro caso di suicidio? A rendere fin da subito più intricata la situazione, si scopre che anche i direttori della scuola quella sera erano assenti, e dunque risulta impossibile archiviare subito il caso come vorrebbe il preside Robert Jones, terrorizzato all'idea dello scandalo. 

A indagare nel Norfolk viene chiamata la detective ispettrice Jazmine (detta "Jazz") Hunter, che aveva lasciato la polizia sette mesi prima per ritirarsi a vita privata in un cottage e dipingere qualcosa che la distogliesse dal fallimento della sua vita privata. Jazz, infatti, aveva scoperto di essere tradita dal marito, il collega Patrick Coughlin, per di più sul luogo di lavoro! Tutti sapevano della sua relazione extraconiugale molto prima di lei e, per riprendersi dal trauma, l'ispettrice ha deciso di lasciare tutto, sparire nel Norfolk, dove andava sempre in vacanza da bambina, e chiedere il divorzio, senza dare a Patrick l'occasione per chiarire le cose. Potete quindi immaginare lo stupore di Jazz quando all'improvviso si trova davanti il suo capo, Norton, che l'ha raggiunta in mezzo alla campagna da Londra, pur di affidarle il caso. All'inizio Jazz vorrebbe rifiutare, ma poi la tentazione di tornare a risolvere un caso si fa grande e, va detto, gli intrighi che si troverà davanti non faranno che aumentare il suo coinvolgimento nelle indagini. 

A Fleat House, infatti, la morte di Charlie si fa subito un mistero: se consideriamo che molti ce l'avevano con lui, perché era un bullo viziato, sempre pronto a deridere gli altri e ad "asservirli", possiamo immaginare quanti lo odiassero! In particolare, di recente Charlie aveva chiuso nei sotterranei (infestati, a detta di molti studenti) il povero Rory Millar, già più volte bersaglio degli studenti più grandi. Rory ha una situazione spinosa in famiglia: il padre, David, si è dato all'alcol per tenere a bada la cogente insoddisfazione per la sua vita familiare naufragata, con la moglie, Angelina, frivola e attaccata solo all'ostentazione del lusso, nonché al raggiungimento di uno stile di vita al di sopra delle loro possibilità economiche. Quando David perde il lavoro, non gli resta che Rory, ma la separazione è tutt'altro che pacifica... Dunque, è inevitabile che Rory si turbi facilmente e possa raggiungere la disperazione, visto già il recente crollo delle sue certezze (e dire che perlomeno non sa della nuova relazione della madre!). Perché nessuno ha fermato Charlie? Perché gli adulti della scuola non hanno disincentivato le azioni di bullismo? 

La risposta è semplice e, al tempo stesso, terribile: a Fleat House si spera che niente cambi, che la pensione continui ad avere il suo buon nome e ad attirare sempre più studenti, per rimpinguare le casse. Il bullismo che si perpetra da anni, forse fin dalla sua fondazione, è visto come qualcosa di inevitabile e spesso gli episodi vengono sminuiti, riconducendoli a scherzi un po' più pesanti del normale. Infilarsi in questa macchina ben rodata di autoconservazione e immobilismo per togliere tanti paraocchi non è facile, Jazz lo capisce subito, e lo stesso fanno il suo braccio destro, Miles, e il sergente locale, Roland. Se aggiungiamo che durante le indagini ci saranno altri cadaveri e che Fleat House sembra conservare dei terribili segreti, capiamo bene come il poliziesco si complichi, diventando così sempre più appassionante, reggendo molto bene la tensione lungo le quasi cinquecento pagine o le quindici ore abbondanti di ascolto. 

Accanto alle indagini, Jazz ha modo di fare i conti con il suo passato e di presentare a noi lettori il suo attaccamento alla famiglia (specialmente al padre), la passione per il suo lavoro, ma anche la solitudine inevitabile che la coglie, quando fa mente locale sul suo cottage isolato nel Norfolk. 

Unico poliziesco della famosa scrittrice irlandese, scritto nel 2006, Delitti a Fleat House è stato dato alle stampe solo adesso, dopo la morte di Lucinda Riley, per volontà dei suoi figli. Peccato che si tratti di un unicum, perché il personaggio di Jazz è indagato a fondo, lasciando però aperte delle possibilità per il suo futuro, come se la scrittrice pensasse in realtà di dare un seguito a questo romanzo. Per quanto si tratti di un poliziesco tradizionale, senza dubbio con qualche parte da rifinire, siamo davanti a un romanzo molto appassionante e intrigante. Più volte ci convinciamo di aver trovato il responsabile della morte di Cavendish e degli altri cadaveri che verranno trovati, e subito dopo veniamo smentiti da un nuovo ritrovamento o da un dettaglio che ci reindirizza altrove, rendendo la soluzione tutt'altro che scontata. I colpi di scena ci sono, certo, e specialmente nelle ultime pagine del romanzo, ma è la tradizionale ricerca del colpevole ad alimentare la nostra curiosità e a farci seguire con crescente interesse Jazz, tra una "chiacchierata" con un possibile assassino e una nuova sconvolgente rivelazione.  

GMGhioni