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Le relazioni intime e quiete che aspettano il disgelo di primavera: "Sonata d'inverno" di Dorothy Edwards

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Dorothy Edwards sonata d'inverno

 
Sonata d'inverno
di Dorothy Edwards
Fazi editore, gennaio 2022
 
Traduzione di Francesca Frigerio
 
pp. 176
€ 17,00 (cartaceo)
€ 9,99 (ebook)

 
Il vento soffiò a quel modo per tutta la notte e al mattino le foglie dorate erano state strappate via dai rami spogli e giacevano sul duro terreno freddo e nelle strade, sotto gli zoccoli dei cavalli e le ruote dei carri. Il vento era gelido e pungente. Era arrivato l'inverno. (p. 9)
Mr Arnold Nettle, il nuovo impiegato del telegrafo del paese, si è trasferito in campagna perché d'inverno, in città, tende ad ammalarsi e spera che l'aria salubre gli risparmi questo inconveniente. Il paese è piccolo e tranquillo, pronto alla stasi invernale. I pochi svaghi sono offerti dalla musica, da qualche passeggiata, dalle ribellioni di Pauline, la figlia della sua padrona di casa, e dalla speranza di poter passare delle serate nella casa di Olivia che vive con la sorella Eleanor e la zia e il cugino George nella casa bianca con davanti tre abeti. L'arrivo dello studioso e saggista Mr Premiss, così galante con le due signorine, sembrerà mettere un freno a questi suoi desideri.
Non è perché è appena arrivato in paese che Mr Nettle soffre così di solitudine e di mancanza di stimoli: tutti gli abitanti del villaggio, quale che sia la loro estrazione e la loro cultura, vivono nella speranza che arrivi qualcosa a cambiare le loro sorti. Sono tutti soli, in un paesaggio che sembra uscito da un quadro di John Costamble, tutti a scrutare alla ricerca dei segni della primavera.
 
Pur senza un incipit famoso come quello della verità universale su scapoli, patrimoni e matrimoni, nell'osservare le dinamiche tra i personaggi di Sonata d'inverno verrebbe naturale fare un riferimento a Jane Austen. Norme sugli inviti e sul tè, passeggiate nella natura, lunghi pomeriggi di lettura, scontri con la morale del tempo e del villaggio sono gli elementi classici della narrativa inglese dalla Reggenza in poi. 
Uscito nel 1928, Sonata d'inverno è l'unico scritto – con l'eccezione di alcuni racconti brevi – di Dorothy Edwards. Di origine gallese, l'autrice fu attivista politica del partito laburista inglese e membro del Bloomsbury Group e morì suicida all'età di trentun anni lasciando nel biglietto di commiato la constatazione di non aver mai veramente amato qualcuno nella sua vita e di non aver dato nulla a chi le aveva dimostrato affetto e amicizia. 
Sono soli i personaggi di questo romanzo che è molto pudico e rivolto all'intimità dei protagonisti. Sono anche tesi a cercare qualcosa che giustifichi la loro esistenza, sia uomini che donne.
«Allora com'è», proseguì lui, «che non riesco a organizzare la mia vita sulla base di una teoria morale coerente? Perché non posso essere padrone della mia esistenza? Ora, nei bambini e nelle belle donne talvolta si scorge la possibilità di cogliere quel segreto. Sembrano custodire nelle loro piccole mani l'enigma dell'universo». (p. 80)
commenta Mr Premiss non rendendosi conto di quanto angusti e limitati siano i confini del mondo femminile e di quanto le donne intorno a lui vogliano evaderne. Pauline, la figlia della padrona di casa di Mr Nettle, è una giovane esuberante dalla bella voce che canta in chiesa, non disdegna di farsi seguire e civettare con qualche giovanotto e vorrebbe essere come Eleanor e Olivia per poter avere le attenzioni di Mr Premiss; lo vuole così tanto da non farsi problemi ad accettare doni che non sarebbe conveniente ricevere come abiti, dolciumi e gioielli che la marchiano quasi come mantenuta – o come sgualdrina, come la madre non perde occasione di chiamarla. Olivia ed Eleanor sono vittime della loro posizione. Poche sono le cose concesse e molte delle giornate di Olivia si consumano guardando il paesaggio fuori dalla finestra e lottando contro una depressione strisciante che le attenzioni discrete di Mr Nettle e quelle, più altalenanti, di Mr Premiss non riescono a scacciare. Eleanor, appena diciassettenne, sente che c'è di più rispetto a quanto offerto. Lunghe sono le sue passeggiate, i capelli sconvolti dal vento, continui i suoi attacchi e il desiderio di evasione che, erroneamente nella sua mente giovane, può essere data dall'amore. Un modo di vivere che alla zia, sua tutrice, non piace e la taccia di pigrizia. 
«Noi ci dedicavamo al cucito», proseguì Mrs Curle, lo sguardo fisso davanti a sé con fare accusatorio.
«Sì, a cucire cose che alla fine non servivano a nessuno», disse Eleanor. (p. 164)
E in questa replica c'è tutta l'insofferenza per un mondo in cambiamento che aspetta solo il disgelo per potersi mostrare. 
In questa narrazione corale in cui il punto di vista scivola molto fluido tra un personaggio e l'altro come se i personaggi si passassero il testimone per ricostruire da ogni angolo il senso di solitudine e frustrazione, il paesaggio la fa da padrone. Una campagna inglese che è specchio dell'animo.
Spesso rimaneva in camera davanti alla finestra a osservare il viola e il grigio intenso delle nubi che incombevano minacciosi sugli alberi intorpiditi, indifesi e sul suolo duro, gelato. C'era un senso di attesa nell'aria, ma un'attesa che non suggeriva speranza o paura o qualsiasi altra cosa in particolare. Sotto quei rami grigi, distorti, degli alberi spogli si rivestivano, in un certo, senso, di un'aria di tragedia e di una specie di sofferenza infinita. Quando arrivò la tempesta, la pioggia sembrò abbattersi su di loro con crudeltà. (p. 115)
Sonata d'inverno non è alieno dalla speranza: crochi e bucaneve fanno capolino dal terreno gelato e, pur senza mutamenti concreti o molto visibili, sono auspicio di un avvenire migliore per tutti i personaggi. Un avvenire fatto di amore, di conoscenza, di indipendenza a seconda dei loro desideri, ma restano sentimenti solo in potenza. È un romanzo intimo e quieto, prezioso forse perché unico con la voce dell'autrice per la quale le speranze della primavera non sono state sufficienti. 
Giulia Pretta