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#CriticaNera - "Un requiem tedesco" di Kerr conclude la trilogia berlinese che racconta le avventure di Bernie Gunther

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Un requiem tedesco



Un requiem tedesco
di Philip Kerr
Fazi, maggio 2021

pp. 400
€ 14,25 cartaceo
€ 7,99 ebook

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Dopo Violette di marzo e  il criminale pallido, ecco il capitolo conclusivo della trilogia berlinese di Bernie Gunther; che può considerarsi a ragione un grande classico del poliziesco.

La vicenda è ambientata nell’inverno del 1947, mentre la zona russa si chiude sempre più intorno alla città di Berlino. L’incontro tra uno strano colonnello e Bernie Gunther avviene in questo clima di sospetto e di asprezza. La richiesta non è delle più semplici, si tratta di andare a Vienna, dove Emil Becker, ex collega di Bernie, è accusato di omicidio. Nonostante non sia esattamente un uomo ammirevole per l’investigatore, Gunther è convinto che sia innocente, perché sparare a un cacciatore di nazisti americano non è proprio da lui. 

La più terribile punizione della legge ha sempre luogo all'interno della mente del condannato: la prospettiva della propria morte per esecuzione di una sentenza giudiziaria alimenta spietatamente pensieri di assoluto masochismo. Trascinare un uomo in un processo che mette in gioco la sua vita significa riempirgli la mente con pensieri più crudeli di qualsiasi altra punizione: e ovviamente, l'idea di cosa debba significare precipitare giù per metri in una botola,  fino ad arrestarsi quasi al suolo trattenuti da una corda stretta al collo, rappresenta già parte della pena. (p. 101)

L’ambientazione post bellica lascia il segno, dappertutto ed è visibile nelle rovine della città agonizzante, a cui fanno da contorno ex nazisti braccati, capaci di vendere e vendersi per qualunque cosa, come fanno del resto le donne nei paraggi. Gunther capirà tardi di trovarsi alle prese con spionaggio e controspionaggio.

Quella sera andai all'Oriental, proprio in tempo per il primo spettacolo delle otto e un quarto. La ragazza che ballava nuda su una pista da ballo a forma di pagoda, accompagnata da un'orchestra di sei elementi, aveva occhi freddi e duri come il porfido più nero di Pichler. (p. 180)

Il protagonista, come sempre ironico e disincantato, è un uomo che cerca di sopravvivere in un’atmosfera cupa e di sospetto, in un momento storico che getterà le basi per quella sarà la Guerra Fredda. C’è uno spaccato intimo anche nelle relazioni personali, alla prese con il tradimento della moglie, il caro vecchio Gunther sembrerà crollare. Ma troverà consolazione tra le braccia della bella Veronika, mentre cerca di capire il ruolo di un'altra ragazza misteriosa nella vicenda, la sfuggente Lotte.


E infine c’è una Berlino diversa, rispetto all’ambientazione del romanzo precedente “Un criminale pallido” in cui faceva da cornice il clima di terrore che avrebbe portato alla Notte dei cristalli del 1938, inizio dei pogrom antiebraici; in questo ultimo libro vediamo non solo le macerie morali ma soprattutto quelle fisiche e reali. Berlino è distrutta e in mano ai russi, Vienna è affamata e disincantata. In mezzo ci sono gli uomini, con le loro paure e le debolezze e i misteri di chi si svende e vende segreti; un thriller morale che in tanti hanno paragonato a Il terzo uomo di Graham Greene.


Samantha Viva