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"Le tre vite di Josef Klein" parlano di un periodo poco conosciuto del nazismo in America grazie ad Ulla Lenze

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le tre vite di Josef Klein
Le tre vite di Josef Klein
di Ulla Lenze
Marsilio, aprile 2021

Traduzione di Fabio Cremonesi

pp. 279
€ 17 (cartaceo)
€ 10,99 (ebook)

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Alla fine degli anni Trenta Josef Klein è a New York, la sua famiglia è tedesca ma sia lui che il fratello Carl realizzano presto, già all’inizio degli anni Venti, che per vivere meglio devono emigrare in America e cercare lavoro lì, ma il fratello non può partire, perché ha perso un occhio. In quel momento New York è in pieno fermento, gruppi razzisti e antisemiti vogliono conquistare le masse e i nazionalisti tedeschi inneggiano ad Hitler.

A Josef non interessa molto di tutto ciò che si muove politicamente, ha un buon lavoro, in una tipografia ed è un discreto radioamatore.

Proprio per questa sua passione viene avvicinato dalla rete di spionaggio della Difesa tedesca e diventa una spia. Comincia così la parte più buia della sua vita, intrecciata ad una storia d’amore con Lauren, che lo convince pian piano a lasciar perdere o a denunciare gli uomini che lo tengono in pugno. 

Anche quella volta, a Josef bastarono dieci minuti per mandare la sequenza di numeri. E anche quella volta non aveva idea di cosa stesse trasmettendo. Durante la pausa mise un disco di Billie Holiday. (p. 109)

Il romanzo fa continui salti temporali tra gli anni newyorkesi e quelli successivi, prima a Neuss, dove rientra, ospite della fratello e della sua famiglia e infine in Costa Rica, dove rimette ordine tra i vari momenti difficili della sua vita e la sua triplice identità, Josef-Joe-Josè.

La sera ascolta il canale internazionale della radio tedesca; trasmette da Colonia, ma si sente bene come i canali locali. Guarda la lettera che ha iniziato il giorno prima. Diversi inizi come questo: Continuerò a scrivergli stasera. Oppure riprenderò da capo. Gli scriverò che tu capisci tutto, Carl. Poi cancella l'ultima frase. Non so se riuscirò a farti capire ogni cosa. Probabilmente ero troppo idiota, tutto qui. E forse adesso è troppo tardi per tutto. Cancella anche questo. (p. 273)

La storia poco conosciuta di questo periodo storico e gli intrecci tra l’attività dei servizi segreti tedeschi in America e dei nazisti a Manhattan, negli anni Trenta, si intreccia così con la storia personale di una famiglia. Al centro i sentimenti di resa e vergogna, di insoddisfazione e di paura, che regolano tutta la vita di Klein, ci fanno intuire quanto l’animo umano possa essere lacerato da scelte non condivise e non condivisibili, spesso subite quasi senza reale consapevolezza.


Samantha Viva