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Perché hanno semplicemente creato il mondo: un omaggio alle foglie e al foliage in un "Piccolo manuale illustrato" di Giuseppe Zare e Sofia Paravicini

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Piccolo manuale illustrato per cercatori di foglie
testi di Giuseppe Zare
illustrazioni di Sofia Paravicini

Il Saggiatore, 2021

pp. 152
€ 15,00 (cartaceo)


Un Piccolo manuale illustrato per cercatori di foglie sembrerebbe esplicitare già nel titolo i suoi più ovvi e diretti destinatari. Ma se non c’è dubbio che un libricino come quello appena pubblicato da Il Saggiatore farà la gioia degli appassionati di foliage, è altrettanto vero che chiunque, e specialmente nella stagione autunnale appena iniziata, sarebbe in grado di apprezzarlo per ciò che esso è: un perfetto connubio tra l’utile e l’incantevole. Perché non solo il volumetto a firma di Giuseppe Zare ha un pratico formato minuto che lo fa stare senza problemi dentro una borsa o uno zaino di piccole dimensioni di modo che sia sempre disponibile all’occorrenza durante passeggiate urbane, boschive o campestri, ma la sua prosa ispirata e le illustrazioni di corredo di Sofia Paravicini lo rendono il compagno cartaceo ideale per entrare in comunicazione con la natura per il tramite di una scienza soave, amica della storia, del mito, della religione e della leggenda non meno che della botanica.


Strutturato (è proprio il caso di dirlo) quasi come un florilegio – perché dopotutto è noto come in autunno ogni foglia sia un fiore – questo manuale in miniatura propone una selezione di appena venti alberi tra i numerosissimi esistenti e li racconta al lettore attraverso ritratti appositi, in cui l’identikit tecnico (denominazione latina, clima e habitat, longevità, altezza e, per l’appunto, caratteristiche delle relative foglie) fa il paio con una descrizione fitta di ramificazioni, che dal tronco agronomico porta sempre in altri territori del sapere. In ordine alfabetico ecco dunque le storie di acero, ailanto, albicocco, betulla, biancospino, castagno, ciliegio, faggio, fico, frassino, ginko, limone, melo, noce, pioppo, platano, quercia, salice, siliquastro e ulivo: appena due decine di specie, ma che si rivelano più che bastevoli per dare un’idea tutt’altro che semplificata o naïf dell’immensità di vicende e legami che passano dall’estremità di una radice a quella di una fronda, e da queste stesse propaggini all’umanità intera e alla sua evoluzione sul pianeta Terra.


Al perfetto crocevia tra natura e cultura – e così va inteso anche l’esplicito e ovvio invito (che per molti sarà già una consuetudine) a inserire vere foglie (ma che siano un po' piccine!) tra queste pagine stampate e inchiostrate – quello di Giuseppe Zare e Sofia Paravicini è un libro per animi romantici e sensibili, ma anche per tutti coloro che, pur avendo “un cuore d’agronomo”, sanno farlo battere con emozione anche al ritmo della letteratura, della musica, dell’arte visiva e della filosofia. Non solo in ciascuna prosa dell’autore non manca mai una chiosa tratta da un romanzo, una poesia, una canzone o un motto popolare, ma anche tutto ciò che di scientifico vi viene raccontato e descritto non ha nulla della scoraggiante e respingente aridità della manualistica accademica: sempre ispirato, ammirato e, di fatto, "innamorato", l’autore ci parla delle foglie come se fossero (e di fatto lo sono) le pagine più adatte per interpretare la storia del nostro pianeta e delle sue civiltà secolari. Così, se un desiderio d’evasione si insinua nel lettore, non è certo per effetto di una noia avvilente, bensì per una smania d’esplorazione che subito lo proietterà tra viali alberati cittadini, immediati paesaggi fuori porta, future mete di viaggio. E pazienza se gli esemplari in cui ci si imbatterà non saranno sempre (o addirittura non saranno mai) tra quelli oggetto della trattazione: tra le agende e gli altri volumi che si hanno già in casa lo spazio non mancherà di certo, e dopotutto nemmeno quest'ultimo arrivato rifiuterebbe a priori l’ingresso a una foglia diversa da quelle presenti nel suo indice.


Completato da una bibliografia essenziale, ovvero «un doveroso tributo a libri letti, saccheggiati, amati, copiati, portati negli zaini» (p. 151) che il lettore farà bene a utilizzare come ottima semenza per coltivare a sua volta una “piccola biblioteca arborea”, il Piccolo manuale illustrato per cercatori di foglie è un libro che non si chiude mai una volta per tutte, e che proprio come capita con certi vocabolari da viaggio in miniatura (c’è ancora chi non sa farne a meno!) è destinato a venire aperto e consultato più e più volte all’occorrenza: en plein air, poco prima di infilarci un nuovo esemplare della propria collezione; al chiuso, per valutare lo stato di conservazione dei singoli pezzi, annusare l’indefinito mix di sentori selvatici che finirà con l’impregnare le pagine, rileggere gli appunti con date e luoghi dei vari ritrovamenti e ritornare con la memoria alle occasioni in cui ci si è chinati per raccoglierli, stringendone con delicatezza i peduncoli tra pollice e indice. Lì, tra quei rettangoli di carta dolcemente corrugati dall’umidità, il lettore ritroverà sempre una parte della propria biografia e di quella dell’intero mondo: una vicenda in divenire, eterna e ciclica, che proprio alle foglie, come ricorda l’autore, deve la sua prima origine.

Cecilia Mariani